Regionali 2015, tutti gli scenari nel Pd in vista del voto

Fra fughe in avanti, surplace, attesa e investiture è ufficialmente iniziata la corsa alle regionali 2015. Troppo ambito quel posto in consiglio regionale per poter lasciare indifferenti i big della politica locale, e pure qualche outsider, ma lo scenario va bene oltre. E non riguarda solo Firenze, ma partendo da Lucca va a finire anche nelle aule del parlamento romano.
Nella scacchiera politica cittadina e regionale, infatti, molte cose potrebbero cambiare rispetto alle situazioni che si sono già palesate, direttamente o indirettamente, in vista delle regionali dell’anno prossimo. E tutto, o molto, dipende da quello che succederà al governo Renzi. E’ innegabile che le fibrillazioni intorno al job act potrebbero accelerare verso elezioni anticipate per il parlamento. Una sorta di sfida del premier alla sua minoranza a “contarsi” sulle ultime scelte di programma, per rafforzare il suo governo e andare avanti con la linea delle sue riforme. La questione è quella dei tempi. Nei corridoi romani, infatti, da tempo di parla di possibili dimissioni dal Quirinale del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Che non vorrebbe compiere i suoi novant’anni (a giugno 2015) come primo inquilino del Colle. Solo l’addio di Napolitano all’incarico potrebbe aprire veramente la strada alle elezioni anticipate, visto che “Re Giorgio” non ha alcuna intenzione di sciogliere le camere visto che è stato riconfermato in quel ruolo proprio per garantire una prospettiva medio lunga alla legislatura.
L’altra questione è invece quella della legge elettorale. Renzi infatti potrebbe correre il rischio di andare a elezioni senza la nuova legge, come dimostrazione di forza, evitando così il tira e molla parlamentare di questi mesi in cui parte della maggioranza e le opposizioni hanno dilatato i tempi forse anche per evitare che, una volta approvata la legge, ci sia un’ulteriore accelerazione verso il ricorso alle urne.
In ciascuna di queste ipotesi, dunque, molto dipende da quando (e se) il presidente Napolitano deciderà di dimettersi. Se tutto avverrà prima della fine dell’anno non è escluso che si vada al voto nella primavera 2015. Altrimenti tutto sarebbe rimandato all’autunno. Una situazione, questa, non indifferente per gli equilibri elettorali. Se anche per il parlamento si andasse a votare in primavera, infatti, si creerebbe una sorta di “ingorgo elettorale”. Con tanto di caselle da riempire di nomi autorevoli in rappresentanza del territorio, che garantiscano allo stesso tempo l’equilibrio fra le diverse zone: la Piana, la Valle del Serchio, la Versilia.
Si parte, intanto, cronologicamente, con le regionali per una consultazione per cui è già partita la bagarre. Certo che la Valle Del Serchio vedrà, sponda Pd, la scadenza, causa doppio mandato, dei suoi due rappresentati, Ardelio Pellegrinotti e Marco Remaschi, ora ci sono da scegliere i successori. E senza ricorrere alle primarie, visto che la reintroduzione delle preferenze, nonostante qualche malumore, rende superflua la consultazione fra gli iscritti. Il collegio elettorale, in questo caso, coincide con l’intera provincia quindi ad avere più chance di essere eletto in Regione sarà anche chi troverà accordi con altre zone del territorio.
Si attende, intanto, che il presidente della Provincia, Stefano Baccelli, sciolga le riserve (anticipando così anche lo scioglimento dell’attuale composizione della Provincia di Lucca per “allinearsi” alla riforma Del Rio con le altre realtà territoriali in Regione, come richiesto anche da Anci), dopo l’endorsement dei sindaci e del segretario comunale del Pd Francesco Bambini, la cui uscita ha creato qualche mal di pancia all’assemblea comunale che sul tema non si è ancora espressa. Poi c’è un altro candidato “naturale”, sulle bocche di molti ma il cui nome non è ancora uscito ufficialmente, nemmeno dall’assemblea del Pd capannorese. Ed è quello dell’ex sindaco di Capannori, Giorgio Del Ghingaro, già presidente di Federsanità regionale e tornato ad occuparsi del suo studio di commercialista in via Barbantini.
Verrebbe da dire che i due posti in Consiglio per la Lucchesia in ambito Partito Democratico sono già potenzialmente allocati, ma la nuova legge elettorale rende le cose più complesse. Nelle liste, infatti, si richiede l’alternanza di genere. Il Pd, quindi, dovrà inserire in lista otto candidati, quattro donne e quattro uomini e fra questi verranno eletti il primo l’uomo e la prima donna per ordine di preferenze. Questo renderebbe la sfida Baccelli-Del Ghingaro infuocata per l’accesso in Regione, in caso entrambi i big decidessero di candidarsi. Sempre che uno dei due non venga inserito dal Partito Democratico all’interno del listino regionale, permettendo così la potenziale elezione a entrambi ma allargando per uno dei due il campo di sfida: l’intera regione invece che il naturale collegio elettorale.
C’è quindi da scegliere la rappresentante di genere nella lista del Pd. Alcuni iscritti al partito avrebbero sondato la disponibilità dell’ex consigliera comunale e assessore provinciale, nonché ex componente della segreteria nazionale di Bersani, Cecilia Carmassi. Che non ha ancora sciolto le riserve perché subordinerebbe la decisione a un programma di medio-lungo periodo per la rappresentanza del territorio di riferimento.
E poi c’è il tema Versilia. Il territorio della costa, infatti, rischierebbe in questo modo di rimanere fuori dalla partita. E se per le regionali si sta cercando un accordo per convergere su uno dei nomi già ventilati dalla Piana di Lucca l’obiettivo è non perdere la rappresentanza per le eventuali elezioni anticipate per il parlamento. E la scelta potrebbe cadere sull’attuale sindaco di Seravezza, Ettore Neri, in scadenza di mandato nel 2016. Un esponente politico molto stimato anche a livello regionale e che sembra lanciato, dopo la doppia esperienza amministrativa, a incarichi di ulteriore prestigio.
Nelle grandi manovre, poi, resta il tema del Comune di Lucca. La scadenza naturale è ancora mediamente lontana, il 2017. Tre anni, se niente cambierà nel frattempo, in cui Alessandro Tambellini dovrà decidere se presentarsi eventualmente (cosa che al momento non appare probabile) per un secondo mandato. A quel punto ritornerebbero in lizza per lo scranno più alto di Palazzo Orsetti i nomi già validi per le regionali, con le stesse dinamiche e gli stessi ragionamenti.
Insomma, una situazione complessa che si dovrà comunque sciogliere entro la fine dell’anno. La campagna elettorale vera e propria per le regionali, infatti, inizierà a gennaio in vista del voto di marzo. Per allora il Partito Democratico dovrà aver fatto le sue scelte.
E non sono ancora escluse sorprese…
Enrico Pace