Campo Marte, bagarre in commissione su consulenza a Sinloc

La Sinloc era l’unico soggetto con in requisiti per la consulenza sui servizi di riqualificazione e rifunzionalizzazione dell’ex ospedale di Campo di Marte: questa la versione del dirigente all’urbanistica e ai lavori pubblici Antonella Giannini che stamani (26 settembre) è stata sentita nella commissione garanzia e controllo presieduta dalla consigliera del Movimento Cinque Stelle Laura Giorgi e ha provato a spiegare le ragioni della scelta dell’azienda consulente. La Giannini si è presentata accompagnata dall’avvocato del Comune Nicoletta Papanicolau, cercando dunque di chiarire le ragioni dell’affidamento diretto incalzata anche e soprattutto dalle richieste della presidente pentastellata. Quest’ultima ha delineato un quadro dai contorni netti: “Sappiamo che si è trattato di affidamento diretto, perché siamo sotto la cifra dei 40mila euro – spiega Giorgi – ma questo non significa che si possa agire in piena discrezionalità. Vogliamo conoscere quali criteri avete utilizzato e, soprattutto, perché avete richiesto un solo preventivo, scartando a priori altre due aziende. Questo genere di procedure necessita della massima trasparenza e pubblicità. Inoltre ci chiediamo se vi siete interrogati sul conflitto d’interesse generato dal fatto che nel cda di Sinloc c’è il direttore generale della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, ente che stimiamo, ma che non vorremmo perdesse di vista la sua vocazione statutaria”.
Argomentazioni, quelle della consigliera grillina, quasi pienamente condivise anche da Lucio Pagliaro del Pd: “Sottoscrivo tutto, meno la questione del conflitto d’interesse che, almeno per il momento, non pare configurarsi. La Fondazione, ad oggi, non ha finanziato niente. Sinloc si limiterà a fare uno studio di cui Palazzo Orsetti può tener conto o meno, ma io credo che questi 36mila euro potessero essere spesi meglio. Al di là di questo, vogliamo sapere come viene fuori questa cifra ed in base a quale ragione sono state escluse altre aziende, senza nemmeno consultarle”. Dinanzi al fuoco incrociato il dirigente Giannini non si scompone, delineando in maniera cristallina il percorso che ha portato alla scelta finale e che, a conti fatti, vede ricadere sulle sue solo spalle una responsabilità importante. La dirigente ricorda che con la determina 172 del 5 febbraio 2014 è stato individuato in Sinloc il soggetto più idoneo a svolgere il servizio di consulenza. Giannini osserva anche che il sindaco, in data 14 gennaio, le inviò una lettera il cui contenuto era chiaro: stringere i tempi per verificare la possibile riqualificazione e rifunzionalizzazione dell’area Campo di Marte. Il tutto tenendo come bussola le linee dettate dall’amministrazione, vale a dire attenzione ai temi del sociale e della salute in primis. “Abbiamo sondato il mercato – dice Giannini, producendo i documenti che dimostrano l’indagine – per fare questo appalto di servizio. Il 15 di gennaio è stata individuata l’azienda Sercam, che si occupa principalmente di reperimento di fondi comunitari. Poi è stato il turno di Ecosfera, che ha tra i suoi obiettivi la riqualificazione ambientale. Sinloc la conoscevano già: nella sua mission ci sono housing sociale, sanità e assistenza, tutti parametri che ricercavamo. Solo Sinloc aveva i requisiti giusti, anche perché ha pubblicato il proprio bagaglio di esperienza nel settore, cosa che le altre due aziende non hanno fatto. Quindi non abbiamo chiesto altri preventivi per non falsare la procedura”.
Le nuvole permangono, tuttavia, anche in ordine alle tempistiche e ai costi: la Giorgi, in particolare, ritiene che la proroga di tre mesi (inserita nell’ultima determina) rispetto ad un lavoro da fare in 14 settimane, rappresenti un’incredibile perdita di tempo. Inoltre la spesa, 30mila euro più Iva, appare parimenti improntata a criteri discrezionali: “Chi ci dice che è poco? Lei?”, chiede Giorgi a Giannini.
Il dirigente si difende così: “La cifra è congrua, perché abbiamo valutato, in prima battuta, 60 euro orari moltiplicati per un tempo che si è poi allungato, è vero, ma non per colpa nostra. Queste gare non si fanno al massimo ribasso, ma sulla base dell’offerta economicamente più vantaggiosa. L’esperienza nel settore è un requisito fondamentale”.
Giorgi però non abbassa la guardia, lamentandosi del fatto che i documenti già richiesti, ovvero quello contenente la natura del servizio e quello inerente i criteri scritti che hanno determinato la scelta, non sono stati forniti. “Trasparenza, rotazione ed economicità vanno a farsi benedire – tuona la pentastellata – non è accettabile questo modo di lavorare. Forse qualcuno ha chiuso un occhio in passato, ma noi non lo ammettiamo”.
L’avvocato del Comune, Nicoletta Papanicolau, prova a mettere una pezza: “La legge parla chiaro, sotto i 40mila euro si prevede l’affidamento diretto da parte della responsabile del servizio. Che poi il testo della norma vada rivisto, alla luce dell’evoluzione del contesto storico, è un altro discorso che mi trova d’accordo, anche perché questa procedura pone una responsabilità troppo gravosa sulle spalle del dirigente. La procedura però, allo stato dell’arte è questa: e noi l’abbiamo seguita”.
Paolo Lazzari