Lucchese, sponsor da Dubai ma è scontro sullo stadio






Lucchese, confermate le indiscrezioni. E’ la ditta di trivellazione petrolifera di Dubai, la Enexd, il nuovo main sponsor della Lucchese. Lo ha annunciato nella conferenza stampa del pomeriggio il presidente Andrea Bacci, che ha reso noto anche i dettagli dell’operazione. “Con rammarico diciamo – ha detto il numero uno della società rossonera – che il main sponsor non sarà qualcuno del territorio. Si tratta di un’azienda di Dubai che fa trivellazione petrolifera, che non ha interessi commerciali nel calcio e nel nostro territorio. Coprirà la maglia della prima squadra con 100mila euro per il primo anno e con l’opzione del rinnovo per i prossimo cinque anni. Un gesto di amicizia nei confronti miei e della città”. Presto si terrà un evento dedicato all’azienda, cui verrà presentata l’organizzazione nel territorio. “E’ comunque un passo importante – dice – visto che è la prima società dopo il Milan in Italia ad avere uno sponsor di questa provenienza”. Resta comunque la sponsorizzazione, anche con il logo sulle maglie di Dì Lucca, il cui marchio campeggia sul “cuore” delle maglie dei rossoneri. La sponsorizzazione da parte della Enexd arriva grazie al rapporto di amicizia tra il presidente della Lucchese Andrea Bacci e Reza Mostafavi Tabatabaei, titolare della holdings araba, che, riconoscendone l’importanza, ha deciso di sposare il progetto rossonero dopo un’attenta ricerca sulla storia della Lucchese, sulla città e sul proprio significativo passato nel mondo del calcio.
Le immagini della presentazione
Una conferenza stampa, quella del presidente rossonero Andrea Bacci, che si è prolungata a lungo e che ha affrontato i consueti temi cari al patron. Quello dell’affezione della città, del rapporto con i tifosi e quello con il Comune. Bacci non ha ancora una volta lesinato critiche. Innanzitutto a una sorta di mancanza di riconoscenza da parte dei tifosi: “Noi abbiamo fatto tantissime cose quest’estate – dice Bacci – dalle gradinate, ai bagni, ai servizi, al manto erboso. Magari mi attendevo che qualcuno per questo mi ringraziasse. E invece fin dalla prima partita con la Fiorentina siamo stati criticati per i prezzi dei biglietti e la chiusura delle gradinate”. “Questa è una città – aggiunge Bacci – che ha perso l’abitudine di dedicare tempo e risorse al mondo dello sport. E questo anche se adesso è in carica un assessore che si dedica in maniera a volte commovente alle questioni inerenti alla Lucchese e non solo. Lo dimostra anche la questione della concessione pluriennale, che è il fruttto di una città che non è abituata più a vedere lo sport come una risorsa ma soltanto come un problema. Mentre noi paghiamo, sempre che decidiamo di firmarla, il Comune è come se firmasse una cambiale. Non c’è infatti solo il problema di quello che come società devo pagare al Comune ma che il Comune smette di pagare le bollette in virtù della concessione. Ma tiene qui la Pugilistica e Lucca United e si ritrova gli impianti del Porta Elisa e dell’Acquedotto risistemati, dagli spogliatoi ai servizi. Sostanzialmente perché la Lucchese ottenga per 20 anni lo stadio il Comune smette di pagare 80mila euro l’anno e un più ne in cassa 20mila. Che fa 100mila euro per otto anno, 800mila euro. E ricordo che la Lucchese una volta è fallita per cifre decisamente inferiori”. Una frecciata anche alla Pugilistica “che è molto difficile da spostare”: “E’ come – spiega Bacci – se a un assegnatario di una casa popolare sul Lungarno di Firenze gli si dica che deve andare a Monculi (luogo lontano per eccellenza nell’iconografia fiorentina, ndr). Non solo si deve spostare in una zona più lontana, ma deve anche pagare. Secondo voi cosa fa, va via con facilità da una situazione così”.
Infine Bacci risponde a chi gli chiede come mai non è intervenuto sulla vicenda dei Daspo ai tifosi per la presentazione della squadra: “Oramai – dice – la Questura ha a disposizione telecamere di tale definizione, montate da noi, che permettono anche di vedere cosa hanno in tasca le persone che sono sugli spalti. Se quindi è stato visto quello che è stato visto noi non abbiamo strumenti per poter intervenire e dire la nostra o protestare”. Ma questo, spiega Bacci, non è certo segnale di disinteresse nei confronti di una certa frangia di tifosi.
Enrico Pace