Protezione civile e beni culturali, progetto pilota a Lucca



Difendere i beni culturali e recuperarli in caso di emergenza. E’ questo l’obiettivo del progetto Beni Culturali e Territorio lucchese – Tutela, salvaguardia e intervento, che vede coinvolti Comune di Lucca e Protezione Civile e che verrà presentato in un convegno dedicato, dal titolo Patrimonio culturale e Protezione Civile. L’esperienza della Città di Lucca, che si terrà il 3 ottobre alle 15 nell’ex Casa del Boia nell’ambito di Dire e Fare, manifestazione promossa da Anci Toscana e Regione Toscana in collaborazione con il Comune di Lucca per promuovere le buone pratiche e le esperienze innovative della regione. Reso possibile grazie al contributo della Fondazione Banca del Monte di Lucca – 40mila euro ripartiti equamente tra il 2014 e il 2015 per dare avvio all’iniziativa –, il progetto, una sorta di pronto soccorso dei beni culturali, si presenta come un unicum in Toscana e in Italia e avrà lo scopo di sostenere e integrare le attività per quanto riguarda la prevenzione, il livello di preparazione, la reazione, l’immediata assistenza, il miglioramento degli strumenti e delle metodologie d’intervento in emergenze di Protezione Civile nell’ambito specifico dei beni storici, artistici e culturali di cui Lucca è ricchissima.
Alla base del progetto, un percorso di formazione destinato agli operatori del settore dei beni culturali e ai volontari della Protezione Civile e condiviso con Regione Toscana, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana e Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico per le province di Lucca e Massa Carrara. Il personale così formato sarà in grado di mettere in campo tutte le azioni possibili tese alla prevenzione e all’assistenza immediata, così come le metodologie di intervento per il recupero del bene culturale in occasione di calamità naturali ma anche di azioni dolose come vandalismi, effrazioni, rapine o attentati. Un progetto ambizioso, dunque, che Lucca meditava già da qualche anno. “”Era il 2010 quando Terex fece un’esercitazione nazionale cui partecipò anche la nostra Protezione Civile – spiega l’assessore Francesco Raspini -, portando una mission particolare, ovvero un intervento a seguito di una calamità che aveva colpito un bene culturale. Lo abbiamo fatto allora e vogliamo farlo oggi, ancora meglio. Abbiamo creduto in questo progetto e ora deteniamo un importante primato. Nel panorama regionale e nazionale, infatti, non esistono un modulo standard di formazione e una serie di procedure comuni su come gestire questo tipo di situazioni, con conseguente dispersione di energie. Se invece formiamo una squadra, esperta, in grado anche di mappare le criticità, quindi di lavorare sia nella fase di prevenzione che di intervento, i vantaggi di questa iniziativa saranno altissimi”. Iniziativa che verrà presentata proprio in occasione del convegno del 3 ottobre, al quale interverranno moltissime autorità ed esperti. Oltre alle istituzioni cittadine, infatti, e all’assessore regionale Nocentini, che sembra molto interessata al progetto, saranno presenti esperti del settore che interverranno con relazioni ad hoc volte ad illustrare ai presenti il percorso. Tra questi, Antonio Ragonesi, responsabile area relazioni internazionali e cooperazione sicurezza, infrastrutture e protezione civile, cultura e sport Anci, Mariano Tusa, comandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Lucca. Il convegno sarà dunque l’occasione per riunire esperti, specialisti e tecnici del settore della Protezione Civile e dei Beni Culturali per il reciproco scambio di esperienze in ciascuna disciplina, attraverso una discussione su metodi, tecniche e mezzi utilizzati, creando anche una rete di contatti che consenta una più efficace cooperazione operativa tra i vari soggetti. Sarà inoltre presentata la candidatura del Comune di Lucca per l’adesione al Forum Europeo per la Sicurezza Urbana (Efus) e al Forum Italiano Sicurezza Urbana (Fisu) e saranno presi impegni per i protocolli di intesa. Durante il convegno verranno presentati anche il sistema interattivo di monitoraggio che sfrutta le principali reti di comunicazione (telefonia e web) e le applicazioni informatiche dedicate ai dispositivi di tipo mobile, quali smartphone e tablet, attraverso i quali è possibile fare segnalazioni in tempo reale sullo stato del bene, con il quale si vuole dotare un gruppo, pilota, di beni culturali del territorio lucchese. La App, fornirà informazioni ai cittadini e turisti che l’hanno scaricata e permetterà loro di inviare notizie sullo stato di opere e monumenti. “Grazie all’App i cittadini potranno segnalarci le emergenze – spiega Giovanni Santini, funzionario della Protezione Civile -. Il nostro personale sarà pronto ad intervenire, dopo essere stato appositamente formato. Gli interventi, tuttavia, saranno diretti dalle autorità preposte, cioè la Soprintendenza e i Vigili del Fuoco, e in generale in sintonia con le disposizioni della Regione”. Sulla separazione delle relative competenze ribatte anche il direttore della Protezione Civile Giovanni Marchi. “L’intento del progetto – spiega – è imparare a gestire le situazioni di emergenza e coordinare le attività di carattere preventivo. Ovviamente non compete a noi gestire o valorizzare i beni culturali. Noi ci occuperemo solo salvaguardare e venire in aiuto delle opere esposte, siano esse beni mobili, immobili, archeologici o naturali”. Soddisfazione da parte della Fondazione Banca del Monte di Lucca per il sostegno al progetto. “La missione di una fondazione – spiega ia vicepresidente Ilaria Maffei – è dare risorse al territorio ma purtroppo non le abbiamo per tutte le richieste che ci arrivano. Questo, però, ci è sembrato un progetto interessante, perché il nostro patrimonio culturale è enorme e va difeso”. “Senza un mecenate purtroppo è impossibile valorizzare il nostro patrimonio – spiega Francesca Rossi, collaboratrice della Protezione Civile -, quindi ringraziamo la Fondazione che ci ha sostenuto. Lucca punta da tanto tempo alla prevenzione e alla formazione, promuovendo tavoli di confronto con altri enti e si è dimostrata sensibile a questo tema fin dal 2005. Al centro del nostro progetto c’è inoltre la convinzione che il personale formato debba venire dal territorio, non essere calato dall’alto”.
Alice Baccini