Barriere architettoniche, Impavidi Destini: “Lucca non è una città accessibile”

2 ottobre 2014 | 13:53
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Barriere architettoniche, Impavidi Destini: “Lucca non è una città accessibile”

Disabilità, sui dati della Regione relativi all’attuazione dei piani contro le barriere architettoniche a livello comunale interviene Impavidi Destini Toscana, gruppo di Casa Pound Italia che si occupa del tema, e denuncia l’assenza di Lucca nella lista dei Comuni che si stanno mettendo in regola. “Come da noi già più volte evidenziato e comunicato attraverso la nostra pagina Facebook, le nostre azioni e i nostri comunicati – dichiara Nicola Simonetti, responsabile di Impavidi Destini – apprendiamo anche dagli organi di stampa che nella regione Toscana solo il 25 per cento dei comuni sta cominciando ad elaborare e discutere provvedimenti da mettere in atto per aumentare l’accessibilità delle città, per eliminare le barriere architettoniche e tutto quanto sia di ostacolo ad un cittadino diversamente abile, abbia esso disabilità motorie o sensoriali, nello svolgimento delle sue attività quotidiane. Notiamo, purtroppo senza esserne sorpresi, che tra questi comuni non compare la città di Lucca, la quale non ha, ad oggi, dimostrato la volontà nei fatti di mettere in pratica un piano serio e doveroso piano verso i cittadini diversamente abili, siano essi lucchesi o che si trovino tra coloro che passano sul territorio della nostra città”.

A onor del vero – prosegue Simonetti – va ammessa la realizzazione di alcuni bagni a norma di legge in edifici storici e museali e un paio di tracciati per non vedenti di pochi metri in due piazze del centro storico. Inoltre, è stato realizzato intorno alla fine di luglio un ‘rivoluzionario e potentissimo’ libretto di istruzioni su come vivere la città, destinato a tutti i cittadini diversamente abili, il quale ha richiesto per la sua realizzazione (riportiamo quanto letto e ascoltato sul sito disabilitàsenzabarriere.it) ‘la presenza dell’assessore alle Politiche Sociali Ilaria Vietina, Gianfranco Conti direttore generale della Fondazione Cesare Serono, promotrice e finanziatrice del progetto, ed Elizabeth Franchini coordinatrice del progetto Città di Lucca…diventare accessibile. In pratica uno zero assoluto. Accessibile, secondo noi, significa ben altro. Di fatto – afferma ancora il responsabile di Impavidi Destini Toscana – va specificato e ribadito che dagli anni Ottanta esistono e devono essere applicati da ogni comune italiano i Peba (Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche). Stabilito che la stragrande maggioranza dei comuni italiani è fuori legge, non ci meravigliamo che la regione Toscana se ne esca adesso con l’ennesimo spauracchio dei finanziamenti stanziati per i progetti a favore dell’accessibilità e dell’abbattimento delle barriere architettoniche nelle nostre città; non ci meravigliamo nemmeno che soltanto il 25 per cento dei comuni della nostra regione abbia pensato di aderire alla realizzazione di questi progetti, il come poi sarà tutto da vedere. Ci inorridisce che una città come Lucca, decantata quale meta turistica e culturale, non solo non sia tra questo 25 per cento, ma abbia tra i giganteschi errori dell’amministrazione comunale (vedi gestione progetto Piuss): la totale mancanza di accessibilità tra l’esterno e l’interno del nuovo ospedale S. Luca; la quasi inesistente accessibilità ai poco funzionali mezzi pubblici cittadini (rampe che non funzionano, posti per non vedenti danneggiati, autisti che ogni volta si trovano a caricarsi sulle spalle o in braccio il malcapitato disabile che deve prendere un bus, due fermate su circa ottanta abilitate all’espulsione delle pedane); le famose Mura Urbane di Lucca, quest’anno al loro cinquecentesimo anniversario, sprovviste di qualsivoglia ausilio che consenta un facile accesso al loro perimetro; numerose chiese senza rampa di accesso per sedie a rotelle e potremmo continuare con una lista infinita di simili mancanze. Inevitabile, tuttavia, citare lo scandaloso fatto dell’inagibilità del settore disabili allo stadio Porta Elisa, dove dopo numerose diatribe tra società sportiva, comune, assessori ed enti vari, in ultima istanza è stato addirittura chiesto ai disabili di firmare una delibera, qualora avessero voluto assistere ad una partita. Questi cenni di realtà toscana, e lucchese nello specifico – conclude Simonetti – dovrebbero far capire ai cittadini come la vigilanza e il controllo sull’operato delle amministrazioni comunali debba essere costante e deciso per fari si che, al di là dei proclami, si passi alle vie di fatto e si realizzino quei servizi necessari per migliorare concretamente la vita delle persone diversamente abili”.