Madonne Bianche, ragazzi in Comune. “Stop abbandono”

6 ottobre 2014 | 15:09
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Madonne Bianche, ragazzi in Comune. “Stop abbandono”
Madonne Bianche, ragazzi in Comune. “Stop abbandono”
Madonne Bianche, ragazzi in Comune. “Stop abbandono”
Madonne Bianche, ragazzi in Comune. “Stop abbandono”
Madonne Bianche, ragazzi in Comune. “Stop abbandono”
Madonne Bianche, ragazzi in Comune. “Stop abbandono”

Saranno ricevuti domani (7 ottobre) dall’assessore allo sport Celestino Marchini e dal capo di gabinetto del sindaco, Luca Galli, che nei giorni scorsi hanno inviato una mail all’ex comitato di gestione delle Madonne Bianche di Sant’Alessio, invitando una loro rappresentanza a illustrare il loro progetto per la polisportiva in Comune. A darne l’annuncio sono gli stessi ragazzi che ieri hanno dato vita ad una “biciclettata” nei luoghi di degrado e abbandonati. “Undici spazi, undici simboli della Lucca che non vediamo – commentano i ragazzi che ieri hanno affisso striscioni ad alcuni di questi luoghi tra cui l’ex Colged e gli ex magazzini della Manifattura Tabacchi -. La Lucca dismessa, degrado del capitalismo post-industriale e della depressione economica. Sempre più aree sono abbandonate e lasciate a se stesse dall’incapacità delle istituzioni o dalla gestione speculativa dei privati, difatti se Comune e Stato sono sempre meno interessati al patrimonio pubblico, i privati si dimostrano efficienti solo quando il mercato non è saturo come ora e interi pezzi della nostra città sono abbandonati”.

“Questo sistema economico-produttivo – rincarano i ragazzi – sfrutta il territorio e continua ad espandersi seminando degrado, allontanandosi dal centro, distruggendo il tessuto sociale urbano ma mantenendo saldamente i propri diritti di proprietà, impedendo così che la collettività riutilizzi il patrimonio immobiliare cittadino. Il pubblico, le istituzioni simil-democratiche, rispondono agli interessi della classe padronale imprenditoriale, impedendo il riutilizzo e l’autogestione finalizzata alla creazione di fonti di reddito, e case popolari ma anche a centri di cultura e socialità. Lo vediamo con la svendita della stragrande maggioranza del patrimonio demaniale e comunale nonché nella volontà repressiva espressa da provvedimenti come il piano casa o dalle azioni della polizia nei confronti dei movimenti. Nella nostra città è tempo di rilanciare la tematica dei beni comuni, di quelle aree che dismesse da decenni o da pochi anni sono una risposta all’enorme crisi economica e alle necessità trasversalmente sentite di spazi sociali. Sopratutto l’autogestione è l’unica risposta chiara e realizzabile che la collettività può dare allo sfruttamento capitalista che si fa sempre più pressante, che limita la vita e la dignità degli individui e che disgrega la società. Per questo la nostra azione simbolica ha toccato immobili di vario genere, legati alla realtà manifatturiera ma non solo, un patrimonio enorme che ha la possibilità di essere un veicolo di riscatto per molte persone e di miglioramento delle condizioni di vita di moltissimi individui. Abbiamo poi deciso di terminare la nostra biciclettata in un luogo simbolo a Lucca delle lotte dello scorso secolo: Villa Bottini. Teatro nel 1977 della prima occupazione vista in città e anche in molte realtà italiane, un progetto che fece scuola nelle lotte future. Oggi come allora, l’occupazione e l’autogestione sono le uniche soluzioni al degrado imposto da questa società del capitale e dello sfruttamento”.

FOTO – La biciclettata nei luoghi abbandonati