Anche il gruppo “Il sindacato è un’altra cosa” alla manifestazione contro il piano scuola di Renzi

Anche l’opposizione alla Camusso nella Slc Cgil, il gruppo Il sindacato è un’altra cosa, parteciperà alla manifestazione contro il piano scuola di domani (10 ottobre). “La retorica dell’innovazione – dice Guido Masotti del direttivo regionale della Flc Cgil – e del “merito”, contenuta nelle ben 136 pagine della Buona Scuola del governo Renzi-Alfano, nasconde un piano organico per colpire duramente la scuola pubblica e chi ne ha permesso la sopravvivenza in questi decenni di contro-riforme e di tagli. Innanzitutto, la promessa di stabilizzare 150mila precari è un atto dovuto, effetto di una direttiva europea che impone di assumere chi lavora con contratti a tempo determinato da almeno tre anni, e nasconde in realtà l’espulsione dalla scuola di decine di migliaia di docenti. In base al piano del governo infatti, ci saranno i precari di serie A che verranno assunti, ma dovranno spesso spostarsi in un altra regione e fare da tappabuchi, e quelli di serie B che, nonostante anni di insegnamento e qualifiche di ogni tipo (Tfa, Pas), non saranno assunti e perderanno pure la possibilità di lavorare come precari. In secondo luogo, la cosiddetta meritocrazia nasconde un nuovo pesante taglio agli stipendi dei docenti il cui blocco, introdotto nel 2010, verrà prolungato fino al 2018. Gli scatti di anzianità verranno sostituiti da modesti aumenti di stipendio, ma solo per il 66% degli insegnanti ritenuti meritevoli dal dirigente scolastico (e da pochi altri), che arriveranno al massimo all’attuale livello di stipendio, già tra i più bassi d’Europa. Lo stipendio resterà invece bloccato per i non meritevoli. Questo meccanismo non migliorerà certo la didattica, ma metterà gli insegnanti in competizione tra loro e li renderà succubi del dirigente scolastico che, oltre a determinare gli avanzamenti di carriera, avrà anche la possibilità di scegliere chi chiamare nella propria scuola e, con la riforma degli organi collegiali, avrà ancora più poteri”.
“Infine – prosegue Masotti – anche tra le scuole saranno individuate le più meritevoli che, in un contesto di tagli generalizzati, saranno finanziate di più, aumentando i divari già esistenti tra scuole di élites e scuole che accolgono gli studenti più difficili. Sarà inoltre promosso l’ulteriore ingresso nella scuola dei soggetti privati che, in quanto finanziatori, potranno influenzarne l’orientamento e la didattica. Dopo decenni di contro-riforme e di tagli per più di 10 miliardi di euro, la scuola pubblica ha bisogno di un cambiamento reale ma positivo, basato su rifinanziamenti massicci, sulla riduzione degli alunni per classe, sull’aumento degli stipendi di docenti e Ata, sull’aumento dell’organico, sulla stabilizzazione di tutti i precari e su maggiore democrazia interna. Solo così sarebbe in grado di migliorare la qualità dell’istruzione e svolgere i compiti che le assegna la Costituzione. Il Piano scuola di Renzi, in perfetta continuità con i governi Berlusconi, va nella direzione opposta. Per queste ragioni è fondamentale che i docenti e i lavoratori della scuola prendano coscienza di questo pesante attacco mosso contro di loro e contro il sistema della formazione pubblica, e facciano sentire il proprio dissenso e la propria volontà di cambiare rotta, a partire dalle mobilitazioni e dallo sciopero del 10 ottobre promossi da studenti, lavoratori autoconvocati della scuola e coordinamenti dei precari”.