Tambellini: “Regolamento urbanistico entro fine mandato”

Un piano strutturale partecipato, da approvare entro i primi mesi del 2015, per poi iniziare subito, durante la fase delle osservazioni a dargli ulteriore concretezza con l’avvio del procedimento per rinnovare il regolamento urbanistico della città. Si sono aperti ufficialmente questa sera (8 ottobre) alla Casa del Boia i lavori che porteranno, attraverso un programma di ampia partecipazione dei cittadini e dei professionisti, alla redazione del nuovo piano strutturale. Un incontro informativo, aperto dall’assessore all’urbanistica Serena Mammini e chiuso dal sindaco Alessandro Tambellini prima del dibattito serale aperto anche alla partecipazione dei cittadini.
Mammini e l’assessore alla partecipazione Sichi hanno ribadito l’importanza di questo lavoro che metterà mano alle incogruenze degli strumenti urbanistici attualmente vigenti. “Una tappa importante per cercare di ridefinire insieme alla città quello che sarà il suo disegno. Lo vorremmo fare in un percorso il più partecipato possibile con i cittadini e con le forze politiche, perché la nuova strumentazione urbanistica sarà tanto migliore quando sarà condivisa”. Un progetto, un’idea, un processo che quindi passerà da una serie di laboratori e di assemblee con i cittadini, che rientrano, come ricorda Sichi, in una volontà di aprire alla partecipazione “educando la cittadinanza a partecipare. La politica, in questi anni, infatti, è stata concepita solo come delega attraverso il voto alle elezioni. Noi, invece, vorremmo chiamare i cittadini ad esprimersi su argomenti importanti per la vita della città come già avvenuto per i lavori pubblici partecipati, come sta avvenendo per le politiche sociali sugli anziani. L’obiettivo è quello di riuscire a fare un vero e proprio bilancio partecipativo, qualcosa cui però pensiamo si possa arrivare con il tempo”.
Finisce con questo incontro il lavoro del garante per la comunicazione della Regione Toscana, Massimo Morisi, che ha accompagnato il processo, assieme all’ufficio di piano, nella fase di avviamento: “Non bisogna confondere – ricorda Morisi – concertazione e partecipazione. Nei processi partecipativi, infatti, come dimostrano le osservazioni al piano paesaggistico regionale, tendono a inserirsi gruppi di interesse che cercano in qualche modo di inserirsi nel procedimento per condizionarlo. Ma per tali gruppi di interesse che fanno, sia detto in senso neutro, lobby esistono altri meccanismi, egualmente necessari, come quelli della concertazione. Nei processi partecipativi, invece, la cittadinanza deve essere punto di riferimento. Allo stesso tempo la partecipazione non può e non deve essere il parametro del dissenso, visto che la pubblica amministrazione ha il pieno diritto ad anteporre l’interesse pubblico a quello dei privati, con adeguata motivazione”. “Con questo piano strutturale – conclude Morisi – Lucca anticipa la nuova legge regionale che ha previsto di inserire la partecipazione nell’adozione del piano strutturale. Solo così si mitigano, anticipandole, le inevitabili situazioni di conflitto”.
Nel dettaglio del percorso verso il piano strutturale entrano i due professionisti incaricati della progettazione, i coordinatori scientifici Gilberto Bedini e Fabrizio Cinquini. Bedini plaude al nuovo piano del paesaggio della Regione “che per la prima volta dice che gli urbanisti devono occuparsi anche del paesaggio”. E le novità del nuovo piano strutturale nascono anche dall’armonizzazione con il nuovo piano paesaggistico regionale, che indica le invarianti urbanistiche che rappresentano il quadro entro il quale gli strumenti comunali possono agire. “Fra le novità – dice Cinquini – la scomparsa dei sistemi territoriali e subterritoriali a favore delle Utoe, che saranno poi il massimo comun denominatore del futuro regolamento urbanistico. In ciascun settore poi saranno da definire le regole d’uso e di trasformazione in ciascun settore”. Sono cinque i macroambiti in cui si muoverà il piano strutturale: origine e originalità, coesione e accessibilità, efficienza e sostenibilità (la parte “green” del piano”), attrazione e competitività, immagine e qualità. Fra gli obiettivi dichiarati da sottolineare il bilancio zero fra produzione di Co2 e consumo di suolo, la centralità del fiume Serchio come parco urbano, la nascita di una rete museale, la connotazione di Lucca nell’ambito delle città europee, l’indicazione del dimensionamento insediativo ovvero dove è possibile lo sviluppo della città e l’immancabile “riuso compatibile dei grandi contenitori dismessi”.
Da affrontare anche i grandi temi di area vasta nell’ambito di quel “distretto delle Sei Miglia”, che comprende praticamente tutta la Piana, che è ormai un dato assodato da cui non si può prescindere. “Questa visione di area vasta – dice Bedini – comporta di rivedere tutto in una scala estesa ad altri contributi di altri enti e alla Provincia. Per parlare del reticolo idraulico, della viabilità, non quella grande, ma quella minore e campestre, delle aree umide che si collegano al Serchio e al subalveo del Serchio, rapidamente raggiungibile dalla città stessa. Anche di questo occorrerà tenere conto nella realizzazione del piano strutturale”.
Prima del sindaco la parola passa alla “facilitatrice” Maria Rosaria Tartarico, colei che guiderà il processo partecipativo vero e proprio. “Questo processo – spiega – vuole rispondere alle principali domande che si pongono in questo processo ovvero il fatto che sia tutto deciso e che non si entri mai nel concreto e che tutto resti vago. Alla prima domanda rispondiamo riaprendo il laboratorio di idee sul piano strutturale con un nuovo evento pubblico al Real Collegio l’8 novembre con la tecnica dell’Open Space Technology in cui tutti i partecipanti risponderanno alla domanda di cosa serve a Lucca e al suo territorio per migliorare la qualità della vita. Alla seconda rispondiamo con sette laboratori progettuali nel territorio dalle 18 alle 23 fra novembre e dicembre cui seguiranno degli incontri di approfondimento a Palazzo Santini. Entro gennaio ci sarà la condivisione dei risultati prima dell’adozione del piano e l’apertura della fase delle osservazioni”.
Chiude la giornata il sindaco Tambellini: “L’urbanistica non è una realtà che si autoregola, questo è stato dimostrato nell’arco degli anni. Per questo dobbiamo intervenire sugli strumenti urbanistici. Abbiamo delle idee di fondo e le svilupperemo nei prossimi incontri. Fra queste idee c’è di certo che abbiamo bisogno di una architettura meno di consumo e piu bella. Con questo meccanismo recuperiamo la città e per questo oltre al piano strutturale vogliamo avviare fin da subito anche il processo per l’adozione di un nuovo regolamento urbanistico. Con un concetto fondamentale in testa, che è quello di favorire l’interesse pubblico rispetto a quello privato in un settore dove l’interesse del privato, con gli effetti che si sono visti, ha avuto la priorità”.
Enrico Pace