


Non si arresta la querelle fra il consigliere comunale Pietro Fazzi e il presidente del Puccini e la sua Lucca festival, Andrea Colombini, che ormai da settimane sta portando avanti una battaglia contro l’amministrazione comunale, denunciandone i presunti criteri discriminatori nell’assegnazione dei fondi ed estendendo le accuse alla gestione della Fondazione Puccini e ai membri dell’ente. Se Tambellini ha preferito concedersi qualche giorno prima di rispondere agli interrogativi che gli erano stati rivolti, diversa è la strategia dell’ex sindaco Fazzi, membro del cda della Fondazione dall’estate del 2013, che questa mattina (9 ottobre) ha deciso di replicare pubblicamente, nella sede dell’ente, alle accuse mosse da Colombini contro la sua persona, scaturite in seguito alla richiesta di ritiro delle dimissioni che egli ha rivolto alla ex direttrice, Gabriella Biagi Ravenni.
“Sono entrato a far parte del cda della Fondazione su nomina del sindaco, che ha ritenuto opportuno inserirvi anche un esponente dell’opposizione – ha introdotto Fazzi – pertanto rivesto questo ruolo non in qualità di consigliere comunale, bensì di amministratore e gli amministratori non sono bersagli contro cui divertirsi a sparare. L’imprenditore Colombini ha sempre dimostrato di scaldarsi non appena sono entrati in ballo finanziamenti diversi da quelli percepiti dalla sua associazione, ma io – ha chiarito – in tutti questi anni non me ne sono mai occupato, fino alle dichiarazioni degli ultimi giorni, che mi hanno lasciato veramente basito”. In particolare, Fazzi ha voluto chiarire le ragioni che lo hanno spinto a chiedere il ritiro delle dimissioni da parte dell’ex direttore della Fondazione, Gabriella Biagi Ravenni, giustificando questa mossa sulla base di quelli che sono i dettami dello statuto e sollevando una questione di responsabilità: “Ho chiesto alla dottoressa Ravenni di ritirare le dimissioni che ha consegnato al sindaco e di presentarle, piuttosto, al cda dell’ente, che da regolamento è il suo interlocutore – ha spiegato – In questa sede prima che altrove è tenuta a discuterne e a mettere in luce le motivazioni che l’hanno spinta a rinunciare al proprio incarico prima della scadenza”.
L’ex sindaco, a sostegno della sua tesi, ha diffuso in sala la registrazione di un intervento di Colombini, che, a detta di Fazzi, avrebbe coscientemente contribuito a screditarlo. “E’ palese -ha detto – che quando Colombini si rivolge al sindaco, chiedendo come possa accettare che un consigliere comunale sia imparentato con i fornitori della Fondazione, si rivolga al sottoscritto. Non è frutto della mia fantasia, non voglio cucirmi addosso un vestito che lui ha costruito idealmente. E’ lo stesso Colombini ad insinuarlo subdolamente, fingendo di non voler riportare nomi, ma accertandosi, al tempo stesso, che il significato venga recepito nel modo in cui l’ha inteso lui”.
“Respingo serenamente le accuse avanzatemi da Colombini, confermando di non aver mai agito in una situazione di conflitto di interesse – ha dichiarato – Al di là del legame puramente affettivo che ho con mia madre e mia sorella, non sono titolare di alcuna quota facente capo alla casa editrice Pacini-Fazzi. Non ho mai fatto niente per favorirla, ma certamente non intendo rimanere inerte di fronte ad un grave tentativo di infangare un’attività che ha alle spalle quasi cinquant’anni di operatività”.
Il consigliere comunale pone, altresì, l’accento sulla gravità dell’offesa arrecatagli dal patron del Puccini e la sua Lucca: “Le sue parole ambigue e diffamanti causano alla mia persona un danno di non poco conto, sul versante sia dell’immagine che patrimoniale – ha evidenziato – Per di più io faccio parte del cda della Fondazione da poco più di un anno e quindi non esiste una responsabilità diretta per ciò che è stato fatto prima. Mi auguro che Colombini attui un’inversione di rotta, innanzitutto porgendomi le sue scuse: per il momento sarei disposto ad accettarle, in seguito mi atterrò solo alla volontà del cda”. Seguendo Colombini, anche Fazzi declina l’ipotesi di assumere l’incarico di direttore ad interim: “Un direttore non può essere un consigliere – ha specificato – la Fondazione adesso ha bisogno di intraprendere un percorso in grado di garantire stabilità ed efficienza, a partire dalla costruzione di un comitato tecnico-scientifico”.
Alla proposta avanzata dal senatore Marcucci, relativa alla creazione di una Fondazione unica per Puccini, Fazzi risponde che “la necessità di un coordinamento è senza dubbio reale, ma una fusione al momento è di difficile realizzazione. Creare un’unione con Torre del Lago non significa solamente accollarsi una montagna di debito nell’immediato, ma anche accettare una macchina che genera ogni anno un incremento di debito, per cui rischieremmo di rimanerne travolti”.
Fazzi ha risposto anche ad una delle domande che Colombini aveva rivolto al sindaco Tambellini, sull’investimento in azioni di una parte dei proventi dei diritti d’autore della Fondazione: “Non mi risulta che ci siano stati investimenti in obbligazioni -ha dichiarato – Per quanto ne so, i soldi sono ancora sul conto corrente della Fondazione. L’unica decisione presa in sede di cda è stato la stabilimento di una quota patrimoniale da conservare a garanzia della solidità finanziaria dell’ente”. Su questo punto, quindi, Fazzi sembra essere in disaccordo anche con il sindaco, il quale nei giorni scorsi ha confermato la manovra in questione.
Questa mattina, intanto, la Fondazione Puccini ha ricevuto una lettera firmata da Andrea Colombini, che sembra aprire la strada ad una distensione dei toni. In particolare, il presidente del Puccini e la sua Lucca propone una “collaborazione a tutto campo con la Fondazione, a partire dal bookshop”. Dal canto suo, Fazzi, ritiene che, considerata la gravità delle accuse mosse da Colombini nell’ultimo periodo, sarà difficile pensare ad una stretta collaborazione con il suo Festival.
Jasmine Cinquini