Slc Cgil Lucca: “Il Job Act cancella le tutele dei lavoratori e non elimina il precariato”

9 ottobre 2014 | 07:45
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Slc Cgil Lucca: “Il Job Act cancella le tutele dei lavoratori e non elimina il precariato”

Il direttivo della Slc Cgil di Lucca conferma la sua contrarietà allo Job Act. Lo fa con un ordine del giorno molto critico nei confronti dell’operato del governo Renzi: “Il presidente del Consiglio – si legge in una nota –  volutamente evitando di affrontare i reali ostacoli allo sviluppo del paese, che sono anche indicati dagli organismi politici e economici internazionali nella corruzione, valutata tra i 60 e i 70 miliardi di costo annuo, nella evasione fiscale, valutata in oltre 200 miliardi annui, nel lavoro sommerso ed irregolare, nell’incertezza del diritto civile e penale, nella criminalità organizzata e nella atavica carenza di infrastrutture materiali ed immateriali, ha deciso di affrontare il bisogno di lavoro, prima problema del paese, con scelte chiaramente di destra e liberiste basate sulla ulteriore riduzione dei diritti con un attacco senza precedenti allo Statuto dei Lavoratori, articolo 18, demansionamento, controllo elettronico a distanza dei lavoratori e al sistema contrattuale prevedendo la fine di uno dei due livelli di contrattazione oggi praticati e individuando nel contratto nazionale il livello da cancellare”.
“La competitività è stata assunta – dice – anteponendola ai diritti dei lavoratori e ad un giusto salario, come compito primario che lo stato che si presta e si obbliga a garantire alle imprese con una nuova legislazione del lavoro orientata all’aumento della flessibilità come strumento per soddisfare tale compito, con tutti gli oneri a carico dei soli lavoratori sia in termini di reddito che di progettabilità della loro vita. Una legislazione che inoltre comporta l’impossibilità di difendere e far valere i propri diritti, non ultimi quelli in materia di sicurezza e legalità. Siamo quindi di fronte ad uno Stato che decide di non garantire più un riequilibrio tra la forza dell’azienda e quella del lavoratore ma fa la scelta di sostenere i diritti del più forte, l’azienda. In cambio di un’ampia libertà di licenziamento si promettono tutele economiche e sistemi di formazione, per ritrovare occupazione, prive di una reale sostenibilità finanziaria”.

“Il direttivo della Slc Cgil di Lucca – dice il sindacato – pur dichiarando il proprio consenso al confronto ritiene farsesco il modo con il quale il presidente del consiglio ha incontrato i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. Condivide il giudizio espresso sull’incontro, dalla Cgil Nazionale e si impegna a mettere in atto tutte le iniziative proposte nella fase di avvicinamento alla manifestazione del 25 ottobre e per una sua straordinaria riuscita. Manifestazione che va intesa come un passaggio, anche se cruciale, per l’esito della vertenza che dovrà continuare fino a che le posizioni assunte dalla Cgil non trovino oggettivi riscontri. Slc Cgil Lucca esprime un giudizio critico sulla possibilità di arrivare ad un contratto unico a tutele crescenti che prescinda dalla previsione della cancellazione delle forme di lavoro precario, dall’istituzione del contratto a tempo determinato, con causali e ragioni oggettive, apprendistato, somministrazione e una sola forma di vero lavoro autonomo insieme alla definizione di strumenti efficaci di contrasto al fenomeno delle false partite Iva.
Chiede inoltre che gli ammortizzatori sociali siano estesi a tutte le tipologie di contratto con un’indennità universale, che tale indennità deve essere finanziariamente sostenibile per poter essere esigibile in tempi brevi e certi; sia ridotta la tassazione sui redditi da lavoro e da pensione; sia cancellata la riforma delle pensioni Fornero-Monti, sia reso esigibile l’accesso al pensionamento anticipato per chi ha effettuato lavori usuranti, siano previste forme di garanzia per la copertura contributiva per i lavoratori non a tempo indeterminato.
Le risorse necessarie siano reperite aumentando la tassazione sui patrimoni e sulle transazioni finanziarie, incentivando la lotta all’evasione e all’elusione fiscale, al lavoro nero ed irregolare, alla corruzione, agli sprechi e alle inefficienze. Va, riaffermata la centralità del contratto nazionale, esteso a tutti i settori ad oggi esclusi e deve essere inclusivo di tutti i lavoratori a prescindere dalle forme contrattuali”. Infine, conclude la nota, la Slc Cgil di Lucca “è contraria alla definizione di un salario minimo garantito che renderebbe impossibile il rinnovo dei contratti nazionali e la difesa dei livelli salariali e normativi, oltre a contenere elementi di incostituzionalità come già deliberati dalla corte costituzionale. E’ necessario che sia definita una nuova legislazione sulla rappresentanza che con riferimento agli accordi interconfederali vigenti garantisca la misurazione certificata dei livelli di rappresentanza delle singole organizzazioni sindacali, che rafforzi il ruolo delle Rsi nei luoghi di lavoro e che garantisca il diritto dei lavoratori di esprimere attraverso un voto certificato il loro parere vincolante su piattaforme e accordi. Dichiariamo il totale sostegno alla mobilitazione dei lavoratori di Poste che dal 27 luglio sino ad oggi si è conclusa con un nulla di fatto. I lavoratori sono ormai da due anni senza contratto e da tempo la Slc denuncia il mancato rispetto dell’azienda degli accordi sottoscritti sulle riorganizzazioni. Non è più sostenibile la carenza strutturale del personale che oltre a gravare in modo insopportabile sui lavoratori ricade pesantemente sulla cittadinanza per il continuo degradare dei servizi offerti”