
Non c’è pace per lo sport nel Comune di Lucca. Questa mattina, infatti, anche se portano la data del 22 settembre, sono arrivate sul tavolo del sindaco Alessandro Tambellini le dimissioni del consulente gratuito allo sport Alessandra Nieri. La segretaria del Coni Provinciale ha deciso di lasciare l’incarico con una lunga missiva in cui spiega nel dettaglio le ragioni. Nessuno dei punti del “mandato” sono stati realizzati: il regolamento per le concessioni degli impianti sportivi, la consulta dello sport e gli investimenti nelle infrastrutture sono rimasti lettera morta. E non solo, visto che nel testo la consulente lamenta una mancata smentita da parte dell’assessore Marchini di una intervista su un quotidiano in cui dichiarava di non avere necessità dell’apporto di una consulente ma di quello degli uffici.
“Sindaco – esordisce nella lettera – un anno è un tempo sufficiente per valutare l’opportunità di continuare a lavorare in una direzione, e tanto ne è passato dal conferimento del mio incarico di consulenza. Prendo atto del venire meno di molte delle premesse che sostenevano e motivavano questa collaborazione. Governare è sì pensiero ma deve potersi tradurre in azione e, purtroppo, non ho rilevato concrete misure che affermassero la centralità dello sport e dell’associazionismo sportivo coprì come indicato dagli obiettivi di mandato. E’ probabilmente a causa di una certa acerbità nello stabilire le priorità (quando tutto è priotario niente lo è davvero e le emergenze dettano inesorabilmente l’agenda, si sa) che si sono persi di vista i risultati da raggiungere e, di conseguenza, anche l’opportunità rappresentata dalle mie competenze professionali a servizio dell’amministrazione”.
“Il mio ruolo – prosegue la Nieri – avrebbe previsto una certa trasversalità, essendo lo sport un tema che tocca più ambiti della vita di una città. Tuttavia non c’è mai stata chiarezza, nemmeno di comunicazione interna, nonostante i solleciti. Una mancnza che reputo ingenua, oltre che grave. Le scelte (e le non scelte e le progettualità rimaste a metà) compiute dall’amministrazione in materia di sort, alle quali vengo inevitabilmente associata, finiscono con il nuocere alla mia credibilità professionale. Il regolamento per la gestione degli impianti sportivi è ancora in forma di bozza, dopo un travagliato iter del quale ho ampiamente già riferito criticità e nodi non sciolti. La Consulta è in fase embrionale, nonostante le energie e le realtà con le quali era stato avviato un confronto proficuo e costruttivo. Pochi spiccioli sono stati stanziati per l’edilizia sportiva, esclusa persino dai temi di sviluppo dei percorsi partecipati attivati”.
“Non mi dilungo ulteriormente – chiude la missiva – su ciò che apprendo dalla stampa. Mi limito solo a sottolineare che io sarei stata semmai nella posizione di partecipare a certe decisioni. Vorrà dire che sarò ricordata come la consulente meno consultata! Sono tuttora in attesa di una smentita da parte dell’assessore con delega allo sport relativamente a un’intervista rilasciata su un quotidiano che – in buona fede, senz’altro, ci mancherebbe – rilevava la necessità di fare squadra con gli uffici piuttosto che avvalersi della mia consulenza. Basta infatti leggere la determina d’incarico per comprendere che la natura del mio ruolo non è antagonista agli uffici e che io rispondo a sindaco e capo di gabinetto, gli unici con facoltà di interrompere il mio contratto, oltre a me. Ed è dunque con questa lettera, con le considerazioni che contiene e con il dispiacere per non aver potuto servire come avrei voluto la mia città, che mi avvalgo della suddetta facoltà e rassegno le mie dimissioni”.
Una scelta che non mancherà di scatenare polemiche, nel settore sportivo e non solo e che riapre la grande questione dell’attenzione dell’amministrazione nei confronti delle politiche sportive. Altro che grandi passi verso regolamento e consulta…