Assi viari, inchiesta pubblica chiede modifiche a progetto

11 ottobre 2014 | 16:55
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Assi viari, inchiesta pubblica chiede modifiche a progetto

Tre osservazioni e una relazione finale che dovrà essere tenuta in considerazione in sede di valutazione di impatto ambientale. Si è conclusa così, con l’udienza finale di oggi (11 ottobre) l’inchiesta pubblica sugli assi viari promossa dalla Provincia di Lucca. I lavori erano partiti lo scorso l 2 settembre (udienza preliminare) e si sono svolte quattro assemblee sul territorio che hanno consentito a tutti gli interessati di poter esprimere le proprie osservazioni e valutazioni sul progetto. Questo processo partecipativo ha permesso agli esperti designati da Provincia, Comuni e Comitati dei cittadini (dottor Bollini, professoressa Vittadini e ingegner Berdini) di redigere un’articolata relazione contenente valutazioni analitiche sul progetto, evidenziandone le problematicità e indicando raccomandazioni, anche alla luce di quanto è stato esposto nel corso degli incontri pubblici.

Tre le principali questioni sollevate, che in parte danno ragione alle polemichedi questi giorni da parte di comitati ed alcuni enti pubblici ed esponenti politici. Innanzitutto la considerazione sul flussi di traffico: gli spostamenti dei passeggeri sono circa il 90 per cento degli spostamenti dell’area ed hanno prevalentemente origine e destinazione all’interno della Piana: sono quindi di breve percorrenza. Gli spostamenti merci hanno percorrenze più lunghe e sono prevalentemente di scambio (dalla Piana a fuori, da fuori alla Piana). Questi ultimi sono dovuti ad attività localizzate sugli assi esistenti poco connessi alla nuova viabilità. In tale situazione il sistema tangenziale proposto servirebbe il traffico di attraversamento scaricando positivamente i viali di circonvallazione di Lucca, tuttavia non sarebbe in grado di risolvere le esigenze della stragrande maggioranza del traffico passeggeri e delle merci. Circa gli effetti e gli impatti ambientali, vista anche la forte vulnerabilità della Piana di Lucca, possono essere affrontati con una progettazione integrata che non si limiti solo alla strada in quanto tale, ma consideri l’intera area non edificata entro cui si colloca. Infine, si dice nella relazione, ed è la parte cruciale, occorre fare in modo che il sistema tangenziale possa alleggerire la rete viaria esistente dai flussi di traffico e per questo “il progetto preliminare presentato da Anas richiede modifiche sostanziali e un approfondito ripensamento“.
“La realizzazione della fase uno (asse nord-sud, tratto da Antraccoli al casello del Frizzone e da Antraccoli al nuovo ospedale) caricherebbe la viabilità del comune di Capannori assai più di quanto avverrebbe se l’opera fosse interamente realizzata – conferma il lavoro di questo mese – La fattibilità della seconda fase, nei tempi indicati dal proponente, appare comunque problematica (ad esempo sottopasso di attraversamento dell’acquedotto del Nottolini) e quindi si suggerisce di accelerare la risoluzione dei problemi lasciati aperti attraverso eventuali soluzioni alternative riguardanti il tracciato quali, ad esempio, la possibilità di utilizzare anche in tempi immediati, il tratto autostradale che va dal casello del Frizzone al casello di Lucca Est”. Una possibilità, quest’ultima, che apre dunque alla possibilità di inserire nel progetto, come chiesto da qualcuno, un casello intermedio fra le due strutture già esistenti, per permettere di utilizzare l’autostrada come fosse parte complessiva e provvisoria degli assi in fieri.
Una serie di conclusioni, asseverate dagli esperti che saranno ora ufficialmente trasmesse al responsabile della procedura di Valutazione di Impatto Ambiente (Via), l’architetto Francesca Lazzari, che dovrà tenerne conto per la redazione del parere finale. E a questo punto tutti gli interventi che ci sono stati in settimana sul tema possono anche essere visti sotto una nuova luce. Gli assi viari, insomma, possono anche funzionare ed essere effcaci, a patto che si facciano delle importanti modifihe al progetto così come presentato. Altrimenti a subirne le conseguenze sarebbe principalmente la Piana di Lucca. Una buona base, come ha chiesto qualcuno, per intavolare un dibattito senza veti incrociati e costruttivo. Per tenere conto delle esigenze di tutti, aziende e residenti. Sarà la volta buona?