Elettrodotto, appello a parlamentari “per evitare scempio”






Comitato anti-elettrodotto, tanti i dubbi del comitato e non solo la polemica contro la Regione. La riunione di lunedì sera alla palestra di Nozzano ha lasciato aperti molti interrogativi, cui è chiamata a rispondere sia Terna sia la politica, i cui rappresentanti, il sindaco di Vecchiano Giancarlo Lunardi, l’assessore di Lucca, Francesco Raspini, il vicesindaco di Massarosa, Damasco Rosi, l’assessore di Camaiore Simone Leo e di San Giuliano Elena Maria Bianchi Bandinelli, hanno avuto modo di fare il punto della situazione sul progetto Terna El324, il nuovo elettrodotto, con il comitato Starc, che raggruppa cinque realtà di diversi Comuni e con rappresentanti di associazioni locali e di categoria, oltre a diversi esponenti politici e a consiglieri comunali. Su tutto il dubbio della definizione della stazione elettrica di Filettole, che dovrebbe occupare secondo le intenzioni ben cinque ettari di terreno e che per il comitato sarebbe definibile come un intervento ex novo, da sottoporre alle relative procedure e non un adeguamento dell’esistente. Per questo i cittadini hanno deciso di rivolgersi direttamente ai parlamentari locali affinché facciano valere le regioni dei comitati in sede romana.
Le immagini del rendering del progetto del nuovo elettrodotto e le mappe
Al centro della discussione l’intervento tecnico del dottor Parma che ha illustrato all’assemblea il contenuto delle richieste di chiarimenti inviate al ministro dalla Regione Toscana sul progetto dell’elettrodotto, al posto delle osservazioni che avrebbero potuto pesare di più sul procedimento: “E’ stato rilevato – riassume il comitato – che non compare nessuna richiesta rispetto a prevenzione degli incendi boschivi, impatto su flora e fauna, impatto socio-economico, vincoli archeologici, caratterizzazione del sottosuolo di cava Batano. Inoltre nessun riferimento al Pit, Piano Infrastrutturale Territoriale con valenza di vincolo paesaggistico pubblicato sul Burt del 16 luglio. Nella parte che riguarda gli aspetti ambientali – suolo e sottosuolo – si rileva la richiesta di nuovi elaborati (piante e sezioni) per l’individuazione dell’esatta collocazione della stazione elettrica (ora non chiara sebbene l’estensione superi i cinque ettari) e si evidenzia che in caso di variazioni dovrà essere espresso parere vincolante dall’Autorità di Bacino del Serchio. Infine si rileva la richiesta da parte della Regione di prendere in esame e rispondere alle problematiche ed alle istanze contenute nei pareri degli enti locali interessati”.
“In sostanza – commenta il comitato – preoccupa la posizione della Regione Toscana. Infatti è chiaro che, mentre tutte le amministrazioni locali si sono espresse con parere fortemente negativo sul progetto, comprese quelle come Lucca che all’inizio aveva firmato un verbale di accordo di massima con Terna, la Regione Toscana non solo non ha presentato le sue osservazioni nei tempi prescritti dalla legge al ministero, ma ha inviato soltanto la richiesta di chiarimenti e integrazioni come sopra specificato, lettera che non ferma il procedimento in corso”.
“Mentre è concorde e ferma – prosegue il comitato – la posizione delle amministrazioni locali di opposizione al progetto, è nuovamente emerso in modo significativo il nodo centrale della questione che riguarda la realizzazione della enorme stazione elettrica nella cava di Batano e da più parti ci si chiede come è possibile che la piccola stazione elettrica di Filettole presente nei vecchi piani di sviluppo del 2009 e del 2011 sia diventata una mega stazione elettrica di cinque ettari. Quale riassetto della rete, come Terna lo definisce? E’ evidente che si tratta di un progetto del tutto nuovo. La stazione elettrica si configura come un megaimpianto da cui si dipartiranno linee elettriche ad alta ed altissima tensione che non possono considerarsi definitive visto che già in partenza sono predisposti altri 4 slot, ovvero uscite per nuovi elettrodotti. E’ quindi ormai evidente che la zona di Lucca è stata scelta da Terna per un intervento di enormi proporzioni che nulla hanno a che vedere con le reali esigenze. Il prezzo che pagherebbe il territorio, assecondando il pretesto di Terna di ridurre il rischio per la salute delle popolazioni che abitano sotto l’elettrodotto esistente costruendo il nuovo impianto, è altissimo, sproporzionato e inaccettabile”.
“Se alla Regione era giunta fino ad oggi soltanto la voce del comitato Maggiano 2005 – spiega il comitato unito – che lottava per difendere i suoi cittadini dalle emissioni nocive dell’esistente obsoleto elettrodotto, è chiaro che oggi sta giungendo forte la voce di un territorio ricco di bellezze naturali ed artistiche inadatto ad accogliere un mega impianto industriale che oltre tutto ne metterebbe in ginocchio l’unica economia al momento fiorente, ossia il turismo di qualità. I cittadini di Lucca, Camaiore, Massarosa, Vecchiano e San Giuliano Terme chiedono quindi a gran voce attraverso le loro amministrazioni locali che la Regione Toscana si occupi della questione e che la giunta regionale ed il presidente Rossi si facciano carico della tutela degli interessi del territorio impedendo a Terna un tale sfregio dell’ambiente e della salute dei cittadini. A tutt’oggi il progetto non sembra essere necessario visto l’andamento della richiesta di energia sul territorio, e a tal proposito evidenziamo anche le recenti dichiarazioni sull’overcapacity dell’amministratore delegato di Terna stessa Del Fante durante un’audizione al Senato. Ricordiamo anche che ove Terna dimostrasse che un nuovo elettrodotto è necessario, Terna stessa dovrebbe presentare eventuali progetti alternativi che saranno sottoposti a una opportuna valutazione. E’ per rompere questo muro che i cittadini dei cinque Comuni, unitamente a tutti i comitati ed associazioni, hanno deciso come prima iniziativa immediata, visto l’immobilismo della Regione, il coinvolgimento di tutti i parlamentari toscani di ogni colore e schieramento politico affinchè promuovano presso nella sede del Parlamento italiano ed in tutte le commissioni adeguate le azioni necessarie ad impedire tale scempio”.