Comune e professionisti: “Meno vincoli da Pit”

17 ottobre 2014 | 15:57
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Comune e professionisti: “Meno vincoli da Pit”

Una vivace e partecipata seduta, aperta alla partecipazione di cittadini e professionisti, della commissione urbanistica comunale sul piano paesaggistico adottato dalla Regione Toscana si è svolta questa mattina a Palazzo Santini. Uno strumento di pianificazione che, così com’è, rischia di anestetizzare il territorio mettendo seri freni al suo sviluppo produttivo. Le oltre 500 osservazioni pervenute entro lo scorso 29 settembre, tra le quali quelle del Comune di Lucca, chiedono in sostanza un allargamento della maglia dei vincoli e una maggiore capacità di decisione per le amministrazioni comunali. Ne è ben consapevole Ardelio Pellegrinotti, segretario della commissione consiliare della Regione Toscana che si occupa di territorio e ambiente e che questa mattina era presente per illustrare il lavoro in corso a Firenze e recepire indirizzi. Lo ha ringraziato per la disponibilità l’assessore all’urbanistica, Serena Mammini, che aprendo la seduta ha voluto sottolineare l’importanza di questo passaggio: “Avremmo potuto celebrare una messa cantata con un consiglio comunale, approvare un ordine del giorno che poi sarebbe finito in un cassetto. Avrebbe forse avuto più eco, ma non è il nostro obiettivo. Noi vogliamo agire concretamente, non possiamo rimanere a mezz’aria tra i massimi sistemi. La presenza del consigliere regionale Pellegrinotti, che davvero può incidere sull’accoglimento delle osservazioni, è per questa città un’opportunità reale di migliorare il piano paesaggistico. Questo è il nostro metodo, che richiede tempo e pazienza e si scontra con tanta polvere accumulata nel tempo”.

Pellegrinotti ha ricordato subito che molte delle preoccupazioni avanzate dalle categorie economiche e dalle amministrazioni verranno meno con l’approvazione della nuova legge di governo del territorio (pdl 282/13) prevista per la fine del mese, che sovrordina e definisce il raggio anche vincolistico di tutti gli strumenti della pianificazione, a partire proprio dal Pit, al quale Pellegrinotti riconosce criticità e difetti di strategia: “Dobbiamo partire da quella che è la realtà. È necessaria una forte presa d’atto, onesta e obiettiva, per poter poi pensare a una proposta futura delle trasformazioni. Ci sono elementi che, piaccia o no, fanno parte del paesaggio: le cave, per esempio; le grandi monocolture, persino gli stabilimenti industriali lungo il fiume Serchio. La Toscana è bella così com’è grazie all’attività dell’uomo che nel tempo ha modellato il suo territorio”.
Forti perplessità sono state espresse da Pietro Lucchesi (Collegio dei geometri di Lucca) – autore anche di una sentita lettera al premier Renzi sul tema – che ha evidenziato una sorta di filosofia nemica dello sviluppo e inadeguata per le sfide che il 2014 pone. E la crisi economica ha bisogno di misure che favoriscano la ripresa, non di vincoli, come ha evidenziato Lorena Suffredini di Assindustria.
Daniele Micheli (Ordine degli ingegneri) ha rilevato che l’insufficiente concertazione ha prodotto un piano calato dall’alto e Adelmo Fantozzi (Cia) ha osservato che le politiche di contrasto al consumo di suolo saranno tanto più efficaci se l’agricoltura, che è anche risorsa economica, diviene progetto.
Il consigliere Ghilardi ha avuto una posizione meno critica verso le Regione, evidenziando come la pianificazione comunale del passato, potendo agire con ampia autonomia, abbia danneggiato in modo irreparabile gli assetti di sicurezza e bellezza del territorio: per questo si rendono necessarie adesso misure restrittive.
Dopo il dibattito Pellegrinotti ha rassicurato sulla volontà della Regione di semplificare la vita al cittadino e di non ostacolare i settori produttivi e quindi l’occupazione. L’assessore Serena Mammini ha concluso invitando alla massima collaborazione, tra forze politiche, professionisti, cittadini. “Non sono tempi per sterili contrapposizioni, i problemi che i cittadini vivono quotidianamente ci chiamano a una responsabilità e a un’attenzione fattiva”.