Piano paesaggistico regionale, tutti i dubbi di Comune e professionisti

22 ottobre 2014 | 11:22
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Piano paesaggistico regionale, tutti i dubbi di Comune e professionisti

“Il Piano Paesaggistico adottato dalla Regione Toscana è uno strumento di pianificazione che, così com’è, rischia di anestetizzare il territorio mettendo seri freni al suo sviluppo produttivo”. E’ questa in sintesi la posizione ribadita nel corso di una vivace e partecipata seduta aperta della commissione urbanistica comunale che si è svolta nei giorni scorsi a palazzo Santini e che ha visto la partecipazione di Ardelio Pellegrinotti, segretario della commissione consiliare della Regione che si occupa di Territorio e Ambiente e dei rappresentanti della Cia, di Assindustria, del collegio dei geometri e dell’ordine degli ingegneri. In questo senso sono andate le 500 osservazioni inviate alla Regione alla fine di settembre, tra le quali quelle del Comune di Lucca, che chiedono in sostanza un allargamento della maglia dei vincoli e una maggiore capacità di decisione per le amministrazioni comunali.

“Avremmo potuto celebrare una messa cantata con un consiglio comunale – ha detto l’assessore all’urbanistica Serena Mammini – approvare un ordine del giorno che poi sarebbe finito in un cassetto. Avrebbe forse avuto più eco, ma non è il nostro obiettivo. Noi vogliamo agire concretamente, non possiamo rimanere a mezz’aria tra i massimi sistemi. La presenza del consigliere regionale, che davvero può incidere sull’accoglimento delle osservazioni, è per questa città un’opportunità reale di migliorare il Piano Paesaggistico. Questo è il nostro metodo, che richiede tempo e pazienza e si scontra con tanta polvere accumulata nel tempo”.
Il consigliere Pellegrinotti ha sottolineato che molte delle preoccupazioni avanzate dalle categorie economiche e dalle amministrazioni verranno meno con l’approvazione della nuova legge di governo del territorio (Progetto di legge 282/13) prevista per la fine del mese, che sovrordina e definisce il raggio anche vincolistico di tutti gli strumenti della pianificazione, a partire proprio dal Pit (Piano di indirizzo territoriale), al quale lo stesso Pellegrinotti riconosce criticità e difetti di strategia, e tuttavia “dobbiamo partire da quella che è la realtà – ha affermato – È necessaria una forte presa d’atto, onesta e obiettiva, per poter poi pensare a una proposta futura delle trasformazioni. Ci sono elementi che, piaccia o no, fanno parte del paesaggio: le cave, per esempio; le grandi monocolture, persino gli stabilimenti industriali lungo il fiume Serchio. La Toscana è bella così com’è grazie all’attività dell’uomo che nel tempo ha modellato il suo territorio”.
Dopo l’acceso dibattito, la commissione consiliare si è chiusa con l’invito alla massima collaborazione tra forze politiche, professionisti e cittadini, espresso dall’ assessore Mammini. “Non sono tempi – ha detto – per sterili contrapposizioni, i problemi che i cittadini vivono quotidianamente ci chiamano a una responsabilità e a un’attenzione fattiva”.