Asl, 10milia trapianti con la Banca delle Cornee

23 ottobre 2014 | 13:22
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Asl, 10milia trapianti con la Banca delle Cornee

Una realtà consolidata ed importante, che fa registrare numeri davvero significativi e si pone come unico punto di riferimento per la Regione Toscana: stiamo parlando della Banca delle cornee di Lucca che, dal giorno della sua istituzione (nel 1999) ad oggi ha fatto registrare qualcosa come 10mila trapianti andati a buon fine. A darne la notizia sono stati, questa mattina (nella sede dell’Usl 2 di Monte S. Quirico) il direttore generale dell’azienda Usl 2 Joseph Polimeni e il direttore amministrativo Alessia Macchia, coadiuvati dal direttore sanitario Lorenzo Roti, dal direttore responsabile della struttura Claudio Giannarini e dal direttore dell’oculistica Fausto Trivella. Con loro, anche la responsabile del coordinamento organi e tessuti Dalila Ascareggi e l’infermiera professionale che si occupa del coordinamento, Simona Lo Conte.

“Parliamo di una struttura che rende un servizio enorme alla collettività toscana e non soltanto – spiega Polimeni – anche perché siamo l’unico punto di riferimento per la Regione, ma le richieste provengono da tutta Italia”. I professionisti  e le strutture sanitarie che necessitano di cornee e tessuti, dunque, devono rivolgersi necessariamente a Lucca: “Non siamo l’unica realtà italiana, ma ci collochiamo senz’altro nella top five – prosegue il direttore generale – ed il nostro laboratorio ha una storia che risale al lontano 1978”. Poi il direttore coglie l’occasione per annunciare nuovi concorsi in entrata: “Ne chiuderemo cinque nell’arco di pochi mesi – dice – perché non voglio unità operative senza primari. Per cui verranno emanati bandi per il centro cornee medesimo, per il laboratorio analisi, la farmacia ospedaliera, il centro trasfusionale e non solo”. Si attende dunque soltanto il via libera per formare le commissioni: intanto, dal 1° gennaio, il dottor Rossi lascerà il posto da primario del pronto soccorso. Tornando sulle cornee, tessuti avascolari prelevati da cadaveri ed inviati a Lucca da tutta la Regione, ecco dunque le parole del dottor Giannarini: “Questa è una bella occasione per ringraziare tutti coloro che danno una mano nel processo – osserva –  un percorso lungo, ma che funziona bene. Un ringraziamento speciale va alle persone alla base della piramide, cioè alle famiglie dei donatori, senza il cui assenso nulla di tutto questo sarebbe pensabile. Questa banca è un fiore all’occhiello anche perché i tempi d’attesa, praticamente, sono inesistenti: basta una settimana, in genere”. Per i casi particolarmente complessi, come quelli che riguardano la ricerca di tessuti giovani, si parla di qualche manciata di ore in più: “Fortunatamente si tratta di casi percentualmente minori – spiega Giannarini – ed in queste ipotesi ci coordiniamo con il Centro Nazionale Trapianti, cercando in tutte le banche italiane”. Il laboratorio, che ha sede all’interno del nuovo ospedale San Luca, dotato di apparecchiature molto avanzate per il settore, riceve tra le 600 e le 700 donazioni all’anno: di queste, circa il 50% sono idonee al trapianto. Per altro, già dal 2003, viene trattata anche la membrana amniotica prelevata da placenta, poi lavorata dalla banca della cornea, quindi spedita in tutta Italia: quest’ultima attività rappresenta un vero toccasana in tema di ulcere vascolari. “Difficoltà ce ne sono – ricorda il dottor Trivella – perché le cornee non sono congelabili in azoto liquido, dal momento che devono essere vitali. I tempi di conservazione sono quindi brevi. Quanto? In coltura a freddo, non più di due settimane, mentre in organo coltura non più di un mese. Si pone dunque una questione domanda/offerta, ma noi cerchiamo di piazzarle tutte, perché sarebbe uno spreco inaccettabile”. I trapianti eseguiti a Lucca, ogni anno, sono circa una trentina: non pochi, giura Polimeni, se si considera il dato nazionale. Oggi la tecnica più diffusa è quella del trapianto lamellare: in pratica si asporta solo la parte malata, invece che tutta la cornea, come accadeva in passato. La malattia più ricorrente è, invece, il cheratocono: la cornea presenta una forma appuntita, anziché rotondeggiante. “Le degenerazioni possono avere le cause più diverse – dice Trivella – anche se la base di partenza, il campanello d’allarme, è sempre una diminuzione del visus. Non c’è correlazione con miopia e astigmatismo, anche se un astigmatismo molto forte nei fanciulli può essere un segnale negativo”. Altri sintomi sono pieghe e striature del campo visivo, che si verificano quando la cornea non è più trasparente: con le nuove tecniche laser – a proposito, Lucca attende con ansia un macchinario da circa 300mila euro, magari acquistato di comune accordo con altre Usl e fruibile per tutti – i tessuti dei donatori vanno ad incastrarsi perfettamente nello spazio vuoto lasciato dalla parte asportata. I casi più gravi? Quelli che derivano da schizzi da calce (tipico rischio per i muratori che non indossano occhiali protettivi) e da herpes: questi sono i casi maggiormente soggetti ad un rigetto che, in linea di massima, si colloca a 15 anni di distanza. Il tempo di degenza è di una notte soltanto, per poi tornare a casa con una benda o con gli occhiali da sole.

Paolo Lazzari