Patronato Inac a rischio chiusura, protesta dei lavoratori

25 ottobre 2014 | 09:57
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Patronato Inac a rischio chiusura, protesta dei lavoratori

Centotrenta posti di lavoro a rischio soltanto a Lucca. Gli effetti della legge di stabilità sul patronato Inac saranno devastanti. Lo sostengono gli stessi lavoratori che questa mattina (25 ottobre) si sono ritrovati davanti alla sede di via delle Tagliate per difendere non soltanto il posto di lavoro ma anche i servizi al cittadino che potrebbero comunque essere ridotti o, nella peggiore delle ipotesi, azzerati a causa della previsione di “tagli insostenibili”. E’ per questo che per l’intera giornata di oggi Cia Toscana Nord e Patronato Inac hanno deciso la serrata. Secondo loro, i tagli si tradurrebbero infatti nella perdita dei fondi per la parte retribuita dell’attività con effetti devastanti: perdita di posti di lavoro e chiusura dei servizi gratuiti a disposizione dei lavoratori e dei pensionati.

Davanti alla sede di via delle Tagliate, una trentina di manifestanti hanno distribuito volantini dal contenuto inequivoco, spiegando di dover “Chiudere oggi per non chiudere per sempre”. “Ci tolgono il 35% dei fondi – spiega una manifestante – che per la nostra sopravvivenza è già una mazzata immensa. Per il 2015, invece, dovrebbero azzerare quasi del tutto le risorse”. La chiusura semi-totale dei rubinetti, se confermata dal Parlamento, rappresenterebbe dunque una sentenza di morte annunciata per un ente che, con forza, rivendica la sua vitale funzione di assistenza ai cittadini: “Si tratta di una scelta inspiegabile – si legge nel documento redatto dal Patronato Inac della Provincia di Lucca – che non produce alcun risparmio per lo Stato, in quanto i patronati sono finanziati dai contributi previdenziali dei lavoratori che verrebbero così destinati ad altri scopi”.
Anzi, proprio in questi giorni, come segnalano i manifestanti, l’Inps ha pubblicato un documento in cui si segnala come, grazie all’attività di questi enti, lo Stato risparmi oltre 560 milioni di euro all’anno (cifra cinque volte superiore rispetto al taglio proposto). “Il patronato rappresenta – dicono – l’unico vero difensore civico per chi non può permettersi di pagare un consulente privato, al fine di ottenere prestazioni previdenziali e di carattere sociale”.

Paolo Lazzari