Acqua, Franchi: “A Lucca cancellati i buoni propositi dei referendum”

“L’acqua è ancora un bene comune?”. Se lo chiede, riprendendo lo slogan dei referendum, Umberto Franchi. “Vi ricordate quella straordinaria mobilitazione di popolo nel giugno 2011 portò alla vittoria del referendum per non privatizzare e fare profitti sul’acqua pubblica, essendo essa come un bene? Bene, i contenuti di quel referendum e di quella vittoria stanno per essere annullati dalle lobby politiche finanziarie che dominano il nostro Paese e dall’attuale governo. A Lucca la Geal ha già provveduto a cancellare il significato di quel pronunciamento referendario contro le politiche liberiste e di profitto redditizio sull’acqua. Ha incrementando le tariffe agli utenti, solo perchè nel 2013 la crisi ha colpito fortemente la povera gente ,costretta a ridurre anche i consumi dell’acqua, così la Direzione aziendale per non diminuire i volumi di profitto ha incrementato le tariffe. Ma il disegno che sta andando avanti è quello di un processo di aggregazione delle società di gestione dei servivizi idrici ed energetici al fine di competere sui mercati.
Così , è iniziata una sfacciata propaganda (con qualche verità) contro le società partecipate accusate di essere dei carozzoni con dei costi alti in funzione della casta politica direzionale , al fine di arrivare alle riaggregazioni e privatizzazioni di esse”.
“Nel Piano del Governo, nel così detto Sblocca Italia, è stato imposto il concetto dell’unicità della gestione del servizio idrico dentro ogni Ambito Territoriale Ottimale (Ato), buttando a mare il precedente concetto di unitarietà della gestione che permetteva di mantenere la pluralità di gestione in ogni territorio ed ogni Regione sta ridesignando gli ambiti al fine di farli concidere con lo’intero territorio regionale. Questa impostazione in prospettiva porterà all’obiettivo ancora nascosto, ma non troppo, vedi l’incremento delle tariffe a Lucca, da una parte alla valorizzazione finanziaria della società basata sulla redditività garantita, e dall’altra ad una rottura di ogni legame con la terretorialità dei servizi pubblici locali ed alla impossibilità di un controllo democratico sull’acqua “bene comune” da parte delle istituzioni locali e dei cittadini. Inoltre la legge di stabilità del governo, si prefigge il colpo finale di ogni idea di gestione partecipativa, di riappropriazione sociale senza scopi di profitto da parte delle Comunità Locali. Il governo con i trasferimenti di risorse (4 miliardi) dai Comuni , strangola scientificamente gli Enti Locali al fine di rendere impossibile il mantenimento di ogni funzione pubblica delle attività partecipate , dando altresi ai Comuni la possibilità di vendere ai privati quote pubbliche al fine di mantenere uno straccio di servizio delle attività del Comune. Ora la privatizzazione dei servizi idrici del Paese è una vecchia richiesta della Commissione Europea , che nonostante il referendum del giugno 2011, continua a riproporre e Renzi se ne sta facendo garante. L’unica possibilità per non fare andare avanti il maldestro progetto di privatizzazione , sta nel rilancio dal basso, di un movimento ed una lotta per il mantenimento dei beni comuni fuori da ogni logica privatistica e di lucro, una battaglia difficile ma non impossibile”.