Lavori per il sottopasso, comitato Lucca Est in rivolta

Tra due giorni, mercoledì 12 novembre, cominceranno ufficialmente i lavori per la realizzazione del nuovo sottopasso di via Ingrillini ed il Comitato Lucca Est insorge, lamentando numerose lacune da parte dell’amministrazione comunale. Questa mattina i membri del movimento, fondato due anni fa per tutelare le ragioni dei cittadini residenti in una porzione importante della città, hanno espresso tutto il loro disagio nei confronti di Palazzo Orsetti reo – secondo quanto affermato – di non averli mai coinvolti in un processo decisionale così rilevante. “Il sindaco non ha mai risposto alle nostre richieste di collaborazione – dice Alessandro Di Vito – salvo poi esprimere concetti molto generici ed inesatti. Come si fa a dire che intanto si iniziano i lavori e poi, se necessario, verranno fatte correzioni in corso d’opera? Dov’è la programmazione? Che fine fanno i processi di democrazia partecipativa? Premetto che l’opera interessa a tutti quanti, ma non si può agire in questo modo”. E’ per questo che il comitato propone di rinviare la chiusura della strada e di predisporre un servizio navetta da Ponte a Moriano a Lucca (al posto dei treni, in modo da risolvere le code ai passaggi a livello) e di trattare con Autostrade per rendere gratuita la tratta Lucca Capannori, fino ad Altopascio.
Alessandro e Giuseppe Di Vito, insieme al portavoce del comitato Giovanni Bettini ed agli altri membri Alberto Faustini, Roberta Pellegrineschi e Marcello Fazzini, precisano poi che il dialogo, nel recente passato, ha sempre condotto a soluzioni apprezzabili: “Avete fatto caso al fatto che nella zona dell’ospedale non ci sono più allagamenti quando piove? – chiede Fazzini – E’ perché il presidente della Provincia Stefano Baccelli si è confrontato con noi ed insieme agli ingegneri della provincia abbiamo studiato soluzioni condivise”.
A fare acqua – oltre al disinteresse nei confronti di un comitato che esprime il sentore di una parte rilevante della popolazione lucchese – pare essere anche il modo in cui è stata gestita la vicenda, secondo i cittadini: in questo senso, Di Vito e gli altri membri denunciano una serie di “omissioni e di comportamenti approssimativi da parte del Comune”. Qualche esempio? Anzitutto la mancanza di chiarezza sulle modifiche alla circolazione stradale predisposte nelle zone interessate, poi il non aver interpellato gli abitanti della zona sulle prevedibili criticità che si verranno a formare, come quelle dettate dall’assenza di una rotatoria tra via di Piaggia e via di Tiglio: “Ho letto sui giornali che costerebbe troppo – osserva Alessandro Di Vito – ma a me risulta che una rotonda temporanea si possa fare con duemila euro”. Non solo: a preoccupare, oltre ai problemi relativi agli accessi a via di Tiglio, è anche la mancata predisposizione di un piano relativo alla sicurezza di ciclisti e pedoni, perché i marciapiedi sono praticamente inesistenti e di piste ciclabili nemmeno a parlarne. Ancora, il comitato diffonde dati allarmanti sul traffico veicolare nella zona in cui mercoledì inizieranno i lavori: da uno studio commissionato dal Comune nel 2004, in vista della realizzazione del San Luca, viene fuori che già dieci anni fa da via Ingrillini passavano 1300 veicoli l’ora. Un traffico che, se possibile, ad una decade di distanza e con l’apertura della nuova struttura sanitaria, è senz’altro aumentato. “Dove vanno a finire tutte quelle macchine – si chiede Fazzini – se i passaggi a livello restano chiusi? Si verranno a creare imbuti enormi nel sotto-passo di viale Castracani, ecco cosa”.
Oltre alle critiche, inevitabilmente, il comitato ha delle proposte costruttive da lanciare sul tavolo: “Non comprendiamo questa fretta di iniziare i lavori – tuona Alessandro Di Vito – senza una fase di sperimentazione sul traffico. Oggi ci sono già i nuovi cartelli interrati, domani verranno scoperti e mercoledì inizieranno: perché non si è provato a vedere prima se le cose funzionano? Noi qualche idea ce l’abbiamo: proponiamo di tenere aperti i passaggi a livello, per decongestionare il flusso veicolare, creando poi una sorta di tram navetta che va da Ponte a Moriano a Lucca. Consigliamo inoltre al Comune di fare quello che non ha fatto finora, cioè mettersi in contatto con le Ferrovie dello Stato, al fine di valutare dei miglioramenti per i quattro passaggi a livello limitrofi, che potrebbero aprire e chiudere con tempi di attesa molto più brevi: in Svizzera le sbarre stanno giù per 35 secondi, qui pare impossibile”. Una proposta subito bocciata dal comitato dei pendolari Lucca Aulla, che replica: “La circolazione ferroviaria non si tocca. Ci impegneremo però a chiedere a Rete Ferroviaria Italiana di accorciare le attese ai passaggi al livello”.
Oltre a questo, un’attenzione particolare deve essere rivolta al problema dei livelli di smog e di rumore: “Sento che il sindaco dice che ci deve pensare Arpat – dice Fazzini – quando invece dovrebbe essere lui ad interpellarli. A proposito, ricordo che davanti al nuovo ospedale attendiamo ancora fiduciosi le segnalazioni promesse: un cartello che limiti la velocità a 30km/h ed un altro che vieti il transito nella zona ai camion. Non sarebbe difficile nemmeno inserire una striscia di cemento fonoassorbente, ma forse i cittadini chiedono troppo”.
Un’altra proposta, a dire il vero già cassata dal primo cittadino, è quella di rendere gratuito il tratto di autostrada che va da Lucca a Capannori, fino ad Altopascio, perché così facendo il traffico risulterebbe molto più scorrevole ed i 18/24 mesi di lavori diventerebbero un periodo vivibile: “A chi dice che non è possibile – ricorda Giuseppe Di Vito – consiglio di entrare a Viareggio e provare ad uscire a Massarosa con lo stesso biglietto. La sbarra si alza”.
I membri del comitato non comprendono nemmeno perché Palazzo Orsetti non abbia studiato soluzioni di sinergia con il comune di Capannori e paventano importanti “rischi indiretti” per la salute dei cittadini, temendo che anche i mezzi di soccorso possano rimanere imbottigliati per lunghi, decisivi, minuti. Il comitato Lucca Est rivendica quindi la precisa necessità di essere coinvolto in un processo di partecipazione attiva e richiede prove generali prima di iniziare i lavori. La parola, adesso, passa a Palazzo Orsetti.
Paolo Lazzari