Regionali 2015 cruciali anche per futuro Provincia di Lucca

13 novembre 2014 | 16:01
Share0
Regionali 2015 cruciali anche per futuro Provincia di Lucca

C’è una data cruciale per la politica locale, e non solo. E’ quella delle elezioni regionali che si terranno nel 2015. Un appuntamento che potrebbe sparigliare molte delle carte dell’attuale panorama politico locale. A partire dagli equilibri nel centrosinistra e nel Partito Democratico.
Partiamo dalla data. Inizialmente si pensava che l’appuntamento elettorale si sarebbe tenuto il prossimo marzo, ma voci sempre più insistenti parlano di maggio come momento in cui si metterà in moto la macchina elettorale per eleggere il nuovo governatore della Toscana. Con una nuova legge che riapre alle preferenze e quindi ad una battaglia, per i candidati, tutta da giocarsi dentro le urne e non nelle segreterie di partito.
Tutto questo, ovviamente, non eviterà di distinguere fra candidati (o candidate) forti e nomi invece “di bandiera”, possibili outsider di una battaglia all’ultimo voto. E proprio qui le implicazioni non sono da poco. Fra i papabili per un posto in lista nel Partito Democratico nel collegio della Lucchesia, infatti, c’è il presidente della Provincia Stefano Baccelli. Il numero uno di Palazzo Ducale, già proposto per un posto in lista nei mesi scorsi da un gruppo di sindaci e dal segretario comunale del Pd di Lucca, Francesco Bambini, suoi assessore in giunta, potrebbe essere uno degli otto rappresentanti lucchesi del Pd che faranno parte della lista dei candidati. Quattro uomini e quattro donne che si daranno battaglia (o semplicemente si conteranno anche tenendo conto delle diverse correnti all’interno del partito) all’ultima preferenza.

La candidatura, e l’eventuale elezione, di Stefano Baccelli in consiglio regionale aprirebbe però uno scenario rilevante per la Provincia di Lucca. L’incompatibilità fra i due ruoli, infatti, porterebbe alla decadenza dell’attuale struttura di Palazzo Ducale, alla nomina di un commissario e all’indizione delle elezioni verso la “nuova provincia”, quell’ente di secondo grado che, come stabilito dalla riforma Del Rio, verrà eletto dai Comuni della Provincia e non più tramite elezioni a suffragio universale. Un passaggio cruciale, questo, visto che investirà non solo ruoli e persone (con la decadenza di giunta e consiglio) ma anche le competenze, che proprio la Regione sarà chiamato a ridisegnare.
Da tempo, peraltro, al presidente Baccelli arrivano pressioni per interrompere anzitempo quella che è un’anomalia rispetto al panorama regionale. Con una Provincia che resterà in carica “alla vecchia maniera”, se nulla cambiasse, fino al 2016 mentre in altre aree sono già nate le “nuove province”. Una riforma a doppia velocità che ha creato qualche grattacapo e che la scelta di Baccelli permetterebbe di riallineare al passo di altre realtà. E che questo sia un tema caldo lo dimostra anche il fatto che nei giorni scorsi era anche circolata la voce, nei corridoi di Palazzo Ducale, di una possibile dimissione in blocco dei consiglieri di maggioranza (approfittando del momento del voto sul bilancio preventivo) per arrivare allo stesso risultato, ovvero il commissariamento della Provincia per poi accelerare le operazioni verso le nuove elezioni e l’attuazione della riforma. Possibilità, questa, che in realtà non è mai stata in discussione, neanche all’interno del partito, e che non stravolgerà la tempistica relativa alla vita dell’ente. Che comunque è destinato in qualche modo a vedere la sua fine in anticipo rispetto alla scadenza naturale.
Sempre in lizza per un posto a Palazzo Panciatichi ci sarà anche, ormai è praticamente certo, l’ex sindaco di Capannori, Giorgio Del Ghingaro. Che nelle ultime settimane ha intensificato la sua “comunicazione”, soprattutto sulla sua pagina Facebook in ottica non renziana e più orientata verso l’ala sinistra del partito. Su Job Act, sciopero della Cgil, ma anche con alcuni accenti polemici contro l’amministrazione Tambellini (sulle politiche sociali) l’ex primo cittadino vuole in qualche modo smarcarsi dal dualismo che caratterizza attualmente la vita del Pd, anche a livello nazionale, guardando alla totalità dell’elettorato e non all’appartenenza a correnti specifiche.
Quanto alle altre candidature per il Partito Democratico alle regionali, otto in totale, ben sette dovrebbero provenire dal territoriale di Lucca (città, Piana e Valle Del Serchio) e soltanto uno dalla Versilia (il sindaco di Seravezza, Ettore Neri). Fra i nomi degli altri contendenti, anche per garantire rappresentatività delle diverse aree territoriali e di genere ci sarebbero quelli delle ex assessore provinciali Gabriella Pedreschi e Cecilia Carmassi, anche se quest’ultima, già componente della segreteria nazionale del partito, deve ancora sciogliere le riserve.

Enrico Pace