





Casa, reddito, istruzione, dignità per tutti: questo lo slogan degli studenti e dei sindacati lucchesi che questa mattina (14 novembre) hanno aderito allo sciopero sociale generale, in atto nelle principali città italiane, scendendo in piazza contro le politiche varate dal governo Renzi. Dopo il presidio in Piazzale Verdi, ad opera dei rappresentanti di Casl, Rosso Attivo, Cobas, Usd, Madonne Bianche e degli istituti scolastici occupati, è partito il corteo nel centro storico. Oggetto della protesta, che ha riscosso il consenso di circa 300 persone, sono stati principalmente il Job’s act e la cosiddetta riforma della buona scuola, cui i manifestanti si oppongono rivendicando il ritorno all’istruzione pubblica e l’abbattimento del precariato. O almeno questo è quanto recitano striscioni e cartelloni, perchè nella pratica sono stati i soliti cori e i soliti motti ad accompagnare la sfilata, con disappunto di qualche sindacalista che ha lamentato la tendenza degli studenti a “perdere di vista il senso della manifestazione, con il rischio di standardizzare la protesta e ridurla al consueto appuntamento autunnale con la battaglia fra partiti, senza che emergano con chiarezza i motivi reali della lotta”.
“Togliere ancora diritti a chi li ha farà trovare lavoro stabile a precari e disoccupati? O renderà precario e ricattabile anche il lavoratore a tempo indeterminato?”, si chiedono i Cobas, che attaccano anche la politica economica messa in atto dal governo Renzi: “Il taglio alla spesa sociale e l’aumento dei tributi locali riducono la domanda di beni e alimentano la crisi: l’austerità è il problema e non la soluzione”.
In particolare, i rappresentanti Cobas della Provincia di Lucca rivendicano “l’assunzione di tutti i precari con almeno tre anni di servizio; il rinnovo del contratto nazionale di lavoro con 300 euro netti in paga base per tutti, per recuperare il 30% di potere d’acquisto perso dal 1990 ad oggi; il mantenimento degli scatti di anzianità senza scatti di merito che dequalificano la scuola con l’addestramento ai quiz e riducono pluralismo, democrazia e libertà di insegnamento”.
Gli studenti, nel loro percorso, sono passati da Palazzo Orsetti per poi recarsi verso un luogo simbolo delle recenti proteste, ovvero il chiostro di Sant’Agostino dove i giovani avevano tentato un blitz durante i Comics prima di essere sgomberati dalla Polizia. Sulla porta chiusa del chiostro è stato affisso uno striscione con su scritto: “Prima di sgomberarci, sgomberate il cervello”. E sempre sul tema uno degli slogan più gettonati della mattinata: “Occupiamo quando ci pare”. Il corteo è poi passato anche dalla sede del liceo artistico Passaglia, occupato da mercoledì scorso, dove c’è stato anche lo scoppio di alcuni fumogeni, in uno dei momenti più movimentanti della manifestazione studentesca. Altro momento concitato davanti alla sede di Assindustria, in piazza Bernardini, quando i manifestanti hanno iscenato un lancio di uova contro la facciata del palazzo.
Jasmine Cinquini