
Le firme raccolte in appena dieci giorni sono già 3.500. Alle quali si aggiungono quelle della petizione on line, che finiscono nel calcolo totale. Perché in tutto il Paese si può firmare per salvare i patronati, salvando, così, la gratuità di servizi fondamentali e a vantaggio delle fasce più deboli della popolazione.
Domani 15 novembre, in 200 parteciperanno a una manifestazione che si concluderà con un’udienza dal Prefetto che riceverà una delegazione composta dai direttori dei patronati e dai segretari confederali.
Quei 150 milioni di taglio, per giunta retroattivo, hanno unito le sigle: Cgil, Cisl e Uil della provincia di Lucca danno il loro pieno sostegno alla manifestazione che raccoglie Acli, Inas, Inca e Ital. “Faremo tutto quanto è possibile – spiega Enrico Profetti della Cgil di Lucca – per salvare i patronati. Perché tutelano in modo gratuito la parte più debole della popolazione e in questo momento rischiano di non poterlo più fare. In un Paese esso stesso sempre più debole e che continua a indebolirsi, dobbiamo garantire lo Stato sociale, che non potrebbe più essere garantito”.
“Davanti alle nostre porte c’è la fila – aggiungono Massimo Matteoni direttore provinciale Inca e Giacomo Saisi, Uil Toscana Nord -. Se si chiudono le sedi la gente perde punti di riferimento. Ci sono cose che al telefono non si possono fare e persone che hanno necessità di guardare chi fa la pratica, per potersi fidare. È impensabile, per esempio, fare sedi solo provinciali: si risparmia, forse, ma si isola molta gente”.
Pratiche per le pensioni e per i documenti agli stranieri, modelli Isee, denunce dei redditi, tra i servizi che i patronati, dicono, potrebbero non riuscire più a garantire, soprattutto in modo gratuito, come è successo finora. Con il rischio che tutte quelle pratiche ricadano su Inps e Inail, mettendo in difficoltà lavoratori e cittadini che hanno bisogno del servizio.
“Che, magari – spiegano Patrizia Pellegatti e Luca Andreozzi della Cisl Toscana Nord – sarebbero costretti a pagare altrove, da un avvocato o da un commercialista. In sette anni si sono molto ridotte le file in Questura per le pratiche degli stranieri: abbiamo liberato risorse e la Polizia può fare altro. In più, i patronati vivono grazie a risorse che arrivano dalla tassazione. Quindi, in un certo senso, la gente li pagherebbe due volte”. Senza contare che parte di quei soldi, i patronati li hanno già anticipati: “Dobbiamo ancora avere i soldi del 2012. Noi anticipiamo quello che ci serve calcolando un rimborso”. A questo poi, ma sindacati e patronati ci tengono a sottolineare che è solo secondario, si aggiungono i 7mila posti di lavoro che si perderebbero.
Sindacati e patronati, domani, si incontrano alle 9 in piazza San Michele. Intorno alle 10,30 inizierà il corteo che passa per via Vittorio Veneto fino alla Prefettura, con arrivo previsto alle 11,30, quando la delegazione salirà dal Prefetto, mentre gli altri manterranno il presidio.