M5S, si dimette la Rosellini: “Stanca di questo teatrino”

Fulmine a ciel sereno (ma in realtà una bomba ad orologeria che è arrivata solo oggi al suo punto di deflagrazione) nel Movimento Cinque Stelle di Lucca e quindi nel consiglio comunale della città. Ha presentato, infatti, le sue dimissioni dall’assise la capogruppo Daniela Rosellini, già candidata sindaco per il Movimento Cinque Stelle nel 2012. Nessuna motivazione, nell’atto protocollato, della sua decisione ma la Rosellini spiega che alla base della sua decisione c’è la stanchezza e la demotivazione a sedere in un’aula che la portavoce cinque stelle definisce “un teatro dove di volta in volta va in scena una commedia, in cui ognuno recita in modo compiaciuto la sua parte, senza rendersi conto che sta prendendo decisioni per la comunità”. Resta il fatto che la scelta ha stupito non poco i consiglieri di maggioranza ed opposizione, anche se era tempo che la Rosellini si definiva stanca delle modalità di lavoro in consiglio comunale e sul comportamento stesso di altri componenti dell’opposizione, soprattutto di quelli più vicini a lei. Sullo sfondo, infatti, inevitabilmente, c’è lo scontro dichiarato con l’altra consigliera del Movimento Cinque Stelle, Laura Giorgi, da cui la Rosellini aveva preso di recente, e pubblicamente, le distanze sulla questione delle antenne per la telefonia mobile sul tetto del San Luca (Leggi). Divisioni che c’erano state da sempre, ma che dopo due anni e mezzo di consiliatura sono diventate fratture insanabili, tanto da spingere la Rosellini a gettare la spugna. Al posto della consigliera, visto che le dimissioni una volta presentate al protocollo diventano irrevocabili, subentrerà il terzo per ordine di preferenze in lista ovvero Andrea Pini, 43enne lucchese, che si piazzò alle spalle di Laura Giorgi, ora candidata a ricoprire il ruolo di capogruppo in Consiglio.
Il presidente del consiglio comunale, Matteo Garzella, una volta ricevuta sul tavolo la comunicazione del protocollo ha prima tentato di contattare la consigliera, quindi ha avviato le pratiche della surroga. Che però non diventerà effettiva a partire dal consiglio convocato per domani sera (18 novembre) perché non ci sono i tempi tecnici. Per comunicare il subentro, peraltro, non essendo stato possibile comunicare direttamente con Pini, è stato deciso di inviare un messo comunale alla sua residenza anagrafica. Se dovesse rinunciare il suo posto sarebbe occupato dal capolista del Movimento Cinque Stelle alle elezioni del 2012, Mark Vinit Supekar, che però non è più un militante a cinque stelle, essendo uscito in polemica dal movimento dopo le parlamentarie.
Solo in serata sono arrivate, in un comunicato stampa, le motivazioni della scelta: “Ho sempre concepito l’attività politica come servizio – dice la Rosellini – senza smania di visibilità o ambizioni personali, per questo, prendo questa decisione con la serenità di chi sa di aver fatto del proprio meglio spesso in situazioni difficili. Sicuramente hanno contribuito le dinamiche che si sono venute a creare all’interno di un consiglio comunale ridotto a mero ratificatore di decisioni prese altrove, per motivi spesso molto distanti dal buon governo della città. L’aula consiliare è un teatro dove di volta in volta va in scena una commedia, in cui ognuno recita in modo compiaciuto la sua parte, senza rendersi conto che sta prendendo decisioni per la comunità. A nulla servono gli appelli, i richiami al significato del proprio ruolo e all’importanza dei temi trattati: il buonsenso e il ragionamento escono sistematicamente sconfitti di fronte alla superficialità e talvolta all’arroganza di chi si accontenta di sedere su quelle sedie e di obbedire agli ordini di scuderia sempre e comunque”.
“Maggioranza e opposizione – prosegue – parlano di fatto lo stesso linguaggio e sono legate indissolubilmente da un modo di governare che li vede protagonisti da anni, anche se a ruoli invertiti. Il desiderio dell’articolo sul giornale, la “gratificazione” di essere chiamato consigliere, il gusto per la dialettica, l’interesse a chiudere conti lasciati in sospeso: tutte dinamiche che ben poco c’entrano con il governare per il bene della collettività. Insieme al Movimento 5 Stelle ho affrontato argomenti molto importanti e seguito vicende che incideranno negativamente sul futuro del nostro territorio e delle nostre vite (la costruzione del nuovo ospedale, il Piuss e in particolare di Piazzale Verdi, il progetto degli assi viari e del nuovo ponte sul Serchio, l’elettrodotto Terna, eccetera), facendo emergere e denunciando situazioni di una gravità assoluta. In un altro paese le irregolarità segnalate agli organi competenti avrebbero dovuto provocare dei veri e propri terremoti giudiziari, ma ad oggi siamo sempre qui ad aspettare”.
“In una situazione in cui la possibilità di incidere concretamente è ridotta al lumicino – conclude – ho sentito progressivamente aumentare il mio disagio e venire meno il senso della mia permanenza in quel luogo. Continuare a sedere tra quei banchi, accanto a persone con cui non ho niente da condividere, non aveva realmente più significato. Per questo, il gesto più rivoluzionario e insieme liberatorio, mi è sembrato quello di dimettermi. La lettura che qualche misero personaggio potrà farne non mi interessa: ho dalla mia la serenità di aver fatto del mio meglio, di aver provato a dare un contributo e probabilmente di aver resistito anche troppo”.