Registro delle unioni civili a Lucca, pronta la bozza

di Roberto Salotti
Registro delle unioni civili, la bozza è pronta e l’iter per giungere all’approvazione del regolamento comincerà venerdì prossimo (28 novembre), nel corso della seduta delle commissioni statuto e regolamento, presieduta da Renato Bonturi (Pd), e dalla sociale, guidata da Diana Curione (Lucca Civica). La giunta ha, infatti, preso atto dell’ordine del giorno approvato nel luglio del 2013 dal consiglio comunale (Leggi) e ha dato l’indirizzo di procedere velocemente alle commissioni. Un percorso che sarà seguito in prima persona dal vicesindaco e assessore al sociale, Ilaria Vietina, che ha chiesto alla presidente Diana Curione di mettere in programma una serie di sedute per affrontare il tema del regolamento che mira a riconoscere le forme di convivenza di fatto tra persone dello stesso sesso o di sesso diverso, legati però come se fossero una coppia sposata a tutti gli effetti.
Il Comune di Lucca, va detto, è in notevole ritardo rispetto ad altre realtà della stessa provincia. Basta pensare al recente sprint del Comune di Borgo a Mozzano, guidato dal sindaco e segretario renziano del Pd territoriale di Lucca, Patrizio Andreuccetti: a pochi mesi dall’insediamento, il regolamento è stato licenziato dal consiglio comunale.
A Lucca il percorso cominciato su impulso di Valentina Mercanti, consigliera comunale del Pd, è stato bruscamente interrotto dalle sue dimissioni dalla commissione sociale, nello stesso giorno dell’annuncio del secondo rimpasto Tambellini. Ora quel “discorso interrotto” riprende con uno sprint dato in prima persona dall’assessore Vietina. “Il testo realizzato con il contributo di alcuni consiglieri della maggioranza e, ovviamente, con l’apporto tecnico degli uffici è passato dalla giunta che ha ritenuto di prendere atto dell’iniziativa consiliare e promuovere l’iter per arrivare all’approvazione del regolamento – sottolinea il vicesindaco, Ilaria Vietina -. In questo modo saranno fissate le linee guida per rendere effettivo un riconoscimento delle coppie di fatto, nel quadro normativo presente”. Nessun volo pindarico, anche se era stata proprio la consigliera comunale Valentina Mercanti, nelle fasi della stesura, a chiedere di inserire un capitolo relativo al riconoscimento della famiglia omosessuale: “Poteva essere un segnale – commenta la Mercanti -, anche per esprimere solidarietà a quanti, sposandosi all’estero, non vedono riconosciuto il loro matrimonio in Italia. Alla fine si è preferito evitare, anche per non giungere ad un testo che venisse già superato da eventuali sviluppi in tal senso, a livello nazionale”. La bozza è una trascrizione bipartisan di un progetto nato su impulso della maggioranza: “Penso che possa essere condiviso – prosegue la Mercanti -, perché offre un quadro molto completo, frutto di una lunga concertazione, anche con forze al di fuori della maggioranza. Se tutto andrà come mi auguro, entro la metà di dicembre il testo potrà essere portato all’esame del consiglio comunale”
L’ordine del giorno, anche quello bipartisan, approvato a Palazzo Santini nel luglio del 2013, era rimasto lettera morta fino a questi giorni. In quella sede e dopo una discussione a tratti anche animata, dove erano emerse anche alcuni dubbi dalle minoranze sul progetto, si era alla fine deciso di procedere con l’iter per istituire il registro. La prima pietra della sua attuazione sarà posta venerdì dalle commissioni riuniti. Ad illustrare la bozza dei lavori e le linee guida del regolamento sarà la consigliera comunale, Beatrice Piantini (Sel) che farà le veci della presidente Diana Curione, impossibilitata a partecipare. “Si inizierà il percorso di discussione – dice quest’ultima – con una prima illustrazione della bozza di regolamento, che sarà posta all’attenzione dei consiglieri e che sarà ovviamente suscettibile di eventuali emendamenti”. Quando il testo sarà pronto, potrà finire in consiglio comunale per l’approvazione. Le sue peculiarità sono comunque già chiare: l’obiettivo è quello di riconoscere alle coppie conviventi, siano omosessuali o eterosessuali, gli stessi diritti civili di quelle sposate. Senza scomodare questioni ideologiche o etiche, infatti, si punta a creare le condizioni per garantire ad esempio al convivente la possibilità di assistere o essere assistito in caso di malattia, ma punta anche a regolamentare la materia in fatto di successione, alloggi e tariffe comunali.