Patronati a rischio, Inca Cgil: “Modifica legge non basta”

Continua la raccolta firme del patronato Inca Cgil della Provincia di Lucca contro il taglio dei finanziamenti ai patronati. In Provincia di Lucca si sono ad oggi superate le 3mila firme. A spiegare come procede la protesta è il direttore dell’Inca provinciale Massimo Matteoni: “Ci sono stati cittadini – spiegano – che pur non dovendo fare delle pratiche sono venuti nei nostri uffici semplicemente per firmare l’appello. Questo dimostra la sensibilità e l’intelligenza della cittadinanza lucchese che ha compreso bene la posta in gioco e considera il patronato una colonna portante del nostro welfare state. L’emendamento che è stato approvato in commissione bilancio che dimezza il taglio al fondo patronati non basta. L’Inca Cgil si batte e continuerà a battersi perché venga semplicemente soppresso l’articolo della legge in questione (l’articolo 26 della legge di stabilità 2015). Dimezzare il taglio porterà comunque i patronati o a ridimensionare il servizio offerto alla cittadinanza oppure a dover mettere a pagamento alcuni servizi”.
“Il patronato della Cgil – spiega Matteoni – non vuole assolutamente ricorrere a nessuna delle due misure. Vogliamo continuare a dare sempre più servizi ai cittadini in maniera gratuita. Rifiutiamo un welfare state che prevede che il disoccupato che si presenta presso i nostri uffici a fare una domanda di Aspi debba pagare per il servizio. Oppure una situazione in cui una cittadina con una pensione di 500 euro al mese debba pagare il patronato per fare una domanda di accompagnamento. Noi ci opporremo con tutte le nostre forze ad un futuro di questo tipo”.
“Nonostante la mobilitazione continua – aggiunge Matteoni – il patronato della Cgil continua comunque a prestare il suo servizio in maniera gratuita e con la massima professionalità. In questi giorni siamo impegnati nel presentare le domande ai famosi esodati affinché possano essere inseriti nella lista prevista dal sesto decreto salvaguardati. Ricordiamo che i termini per la presentazione delle domande sono fissati al 5 gennaio 2015. Vogliamo sottolineare inoltre che il sesto decreto dei salvaguardati contiene una novità importante e potenzialmente esplosiva che può riguardare i tanti lavoratori stagionali del settore del turismo. Difatti nel limite di 4mila soggetti a livello nazionale rientrano tra i salvaguardati i lavoratori che hanno avuto contratti a tempo determinato cessati tra l’1 gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011, purchè non abbiano lavorato a tempo indeterminato dopo la fine del contratto a termine. Quesi lavoratori possono andare in pensione con le vecchie regole che erano in vigore al 31 dicembre 2011 anche se i requisiti vengono soddisfatti successivamente all’1 gennaio 2012. Fondamentale che la finestra di pensione con le vecchie regole si possa aprire entro il 6 gennaio 2016. Invitiamo i cittadini e le cittadine a recarsi nei nostri uffici per firmare la petizione e nel caso pensassero di rientrare nel decreto salvaguardati a informarsi in merito”.