
Per la corte d’appello di Firenze era lecito costruire case al posto delle serre e chi rilasciò il permesso a costruire non commise nessun reato. È ciò che discende dalla sentenza del tribunale di secondo grado che ha assolto il dirigente del Comune di Lucca, Maurizio Tani dall’accusa di abuso di ufficio per la vicenda delle 27 case da realizzare al posto delle serre a San Pancrazio. In primo grado dal tribunale di Lucca, Tani era stato condannato a un anno e due mesi per aver commesso il reato di abuso d’ufficio, pena sospesa. Non solo la corte d’appello ha addirittura assolto l’architetto per entrambi i reati che gli inquirenti lucchesi gli avevano contestato: un permesso del 2008 e uno del 2007. Nonostante il primo, quello legato all’autorizzazione a costruire rilasciata nel 2007 fosse prescritto, i giudici di Firenze hanno voluto pronunciare anche in questo caso una sentenza di assoluzione, per ribadire l’inesistenza del reato.
Insomma una sentenza che non solo riabilita tani, ma spazza via ogni ombra di dubbio come ha sottolineato l’avvocato Carlo di Bugno che ha difeso l’architetto, dirigete del comune di Lucca, insieme al collega Enrico Marzaduri. “Questa sentenza che entra nel merito anche di un reato prescritto, quello del 2007, – ha detto Di Bugno – comporta una piena assoluzione di Tani, che per l’Appello non ha commesso nessun reato, perché quel permesso costruire era lecito rilasciarlo”.
Dalla sentenza pronunciata oggi scaturisce anche il decadimento di tutta l’azione civilistica per eventuali risarcimenti della parte lesa, ovvero Marco Terigi che si era costituito parte civile perché a lui un permesso analogo era stato negato. A Tani quindi ora dovranno essere restituiti i 30 mila euro che gli erano stati sequestrati dal conto corrente e decade anche la richiesta di risarcimento intrapresa dal comune di Lucca per 7 milioni di euro contro la Imital, l’azienda costruttrice. Tani che lavorativamente era a disposizione ora potrà riprendere pienamente il servizio al Comune di Lucca proprio nel settore urbanistica.
Ora dalla vicenda potrebbero scaturire una serie di contraccolpi e sopratutto adesso bisognerà capire cosa ne sarà delle contestazioni, alle politiche urbanistiche che in vari occasioni sono state mosse all’amministrazione Favilla, ma soprattutto ora le case al posto delle serre probabilmente si potranno continuare costruire.