Scuola e lavoro, con l’Its prove tecniche di collaborazione

28 novembre 2014 | 08:16
Share0
Scuola e lavoro, con l’Its prove tecniche di collaborazione

Far viaggiare di pari passi formazione scolastica e inserimento al lavoro. Eterno dilemma che l’organizzazione scolastica del dopoguerra ha faticato a risolvere. Ci prova la Regione Toscana con una serie di sperimentazioni e percorsi già in cantiere che ieri (27 novembre) sono stati affrontati all’auditorium della Fondazione Banca del Monte di Lucca nell’incontro organizzato da Assindustria e agenzia formativa Formetica dal titolo Its e Ptp: le nuove forme di collaborazione fra scuola e impresa per la formazione dei giovani ed il lavoro. Protagonisti dell’incontro enti, scuola e associazioni di categorie, chiamate a interrogarsi sul presente e sul futuro dell’organizzazione scolastica professionale. A partire dai poli tecnico professionali, sperimentazioni avviate in tutta la Toscana e che vedono l’Iti Fermi capofila per il settore cartario e cartotecnico, l’alberghiero di Barga e lis Galileo Artiglio di Viareggio inseriti nel percorso per i settori del turismo e della nautica; per arrivare ai futuri istituti tecnici superiori, il cui bando per la progettazione scade il prossimo 5 di dicembre, fondazioni di partecipazione che dovrebbero garantire, con un biennio di studi aggiuntivo, un’adeguata alternanza studio-lavoro sotto la forma dell’apprendistato.

Ad illustrare l’iter nel suo complesso è stato il capo di gabinetto dell’assessorato a pubbica istruzione, formazione, ricerca e università, Marco Masi al posto dell’assessore Emmanuele Bobbio, impegnato a Roma per la questione della stabilizzazione dei precari. Masi ha illustrato i dati sulla scolarizzazione, sugli abbandoni scolastici (in calo dal 2011 a oggi nonostante un aumento degli iscritti), sulla disoccupazione, soprattutto giovanile (33,4 per cento solo in Toscana) e ha sottolineato l’importanza dei nuovi percorsi che avvicinano la scuola al mondo del lavoro: “Quello che ci si prefigge di eliminare – ha detto Masi – è quel mismatch fra percorsi scolastici e domanda di lavoro. Su 100 percorsi vocazionali all’interno delle scuole e delle università, infatti, 47 non formano i profili che le aziende creano. Di qui la necessità di far partecipare anche le aziende al processo , che deve essere un percorso che individua le smart specialization del territorio e tracci una traiettoria tesa all’innovazione e allo sviluppo. In questo senso l’Its è una strada, che deve essere diretta alla formazione di tecnici specializzati e di progettisti. Insomma, la progettazione formativa deve nascere con e non contro il sistema delle imprese. Per questo dico che il successo dell’Its è nelle mani delle imprese, che devono garantire quella fertilizzazione incrociata con il mondo della scuola che deve riavviare il meccanismo di dialogo fra le diverse realtà”.
Masi, poi, non esita a lanciare anche una proposta, di prospettiva, verso il ministero competente. Abolire le lauree brevi e sostituirle con uil percorso formativo degli Its.
Scuole e aziende presenti all’incontro e alla tavola rotonda, plaudono al percorso e chiedono, così come il direttore di Assindustria, Claudio Romiti, che ha aperto i lavori, meno burocrazia, attenzione verso le esigenze del territorio (al momento non è prevista, ad esempio, la nascita di un Its nel settore del cartario e della cartotecnica) e anche risorse.
La sfida, in questo senso, è lanciata. Ora si tratta di metterla in pratica. Con tutte le difficoltà di un percorso che, a breve, sarà interrotto, poco dopo la chiusura del bando regionale, dall’inizio della campagna elettorale per il rinnovo del consiglio. Tempi lunghi che, forse, la scuola non si può permettere: perché l’istruzione non sia un lusso ma una grande opportunità che guarda al futuro.

Enrico Pace