L’ultimo saluto a Bertolucci, partigiano della vita

2 dicembre 2014 | 10:18
Share0
L’ultimo saluto a Bertolucci, partigiano della vita
L’ultimo saluto a Bertolucci, partigiano della vita
L’ultimo saluto a Bertolucci, partigiano della vita
L’ultimo saluto a Bertolucci, partigiano della vita
L’ultimo saluto a Bertolucci, partigiano della vita
L’ultimo saluto a Bertolucci, partigiano della vita

di Roberto Salotti
Una foto in bianco e nero, quella che gli piaceva tanto; una corona di rose rosse sul feretro e un drappo con le parole che hanno segnato il suo impegno, soprattutto nella politica. “Partigiani sempre”, c’era scritto. “Partigiano della vita”, lo ha definito il sindaco Alessandro Tambellini. La sala della Croce Verde era gremita, ma soprattutto gonfia dell’emozione per l’addio ad Alessandro Bertolucci, 54 anni, macchinista delle ferrovie, consigliere comunale del Pd scomparso sabato scorso (30 novembre) dopo una lunga malattia (Leggi). La moglie Daniela e il figlio, i parenti, gli amici e i colleghi della politica, la giunta e i rappresentanti del consiglio comunale, lo hanno salutato proprio come avrebbe voluto lui, sulle note della canzone del partigiano, Bella ciao. Stamani (2 dicembre) alle 10 una straordinaria folla ha accompagnato Alessandro nel suo ultimo viaggio, lui che nella vita aveva scelto di “scendere dalla gru” per fare della politica e della battaglia per la sicurezza sul lavoro il suo mestiere di vivere.

Così l’abbraccio ideale al ferroviere innamorato dell’uguaglianza, della fratellanza e della libertà è andato inevitabilmente ben oltre il recinto della politica, ha coinvolto anche gli amici dell’associazione onlus Il Mondo che vorrei, che raggruppa i familiari delle vittime della strage di Viareggio, presenti con una delegazione. “E’ sempre stato vicino alle nostre lotte – dicono -, sempre in punta di piedi nel proporci la sua solidarietà, schietta e vera. Non mancando mai alle iniziative, fino alla fine. Alla commemorazione della strage il prossimo 29 giugno ci mancherà uno di noi”. Mancherà anche ai colleghi delle ferrovie dello stato. Oggi non potevano non essere presenti anche loro, con una rappresentanza. Colleghi di lavoro e compagni di battaglia. Quella per la sicurezza: “Siamo scesi dalle gru”, scriveva in una lettera ai colleghi il 30 novembre 2009 proprio Bertolucci: scesi dalle gru, per impegnarsi nella vita di tutti i giorni, per difendere gli ideali in cui per tutta la vita si è creduto.
“E’ ancora vivo il profumo e il colore dei sentimenti che ci hanno legato ad Alessandro e alla sua passione che prima non conoscevamo – ha detto il sindaco Alessandro Tambellini nell’orazione funebre -. Ma Alessandro è sempre rimasto agganciato al mio braccio: la sua era lealtà ad una idea condivisa di fratellanza e uguaglianza. Ricordo il suo straordinario impegno per arrivare alla cittadinanza simbolica ai figli di immigrati nati in Italia e quella per le unioni civili, oltre a tante altre azioni volte a riconoscere il valore della persona, il senso grande della solidarietà e della condivisione, perché come scriveva Bertolucci, esiste una sola razza: la razza umana”.
E il primo cittadino, visibilmente commosso, ha tracciato un ritratto appassionato di Bertolucci, un “partigiano sempre”, come recitavano le parole sul drappo posto sul suo feretro: “Un uomo sempre fedele a quel ricordo che non è memoria. Perché – ha detto Tambellini – il ricordare ha a che fare con il cuore, e quella di Alessandro era fedeltà ai sentimenti che hanno messo in moto una grande quantità di persone nella ricerca di quei valori che erano la vera passione di Bertolucci”. Fino all’ultimo il presidente della commissione partecipate aveva sperato di ritornare a sedere in consiglio comunale, tanto che negli ultimi tempi aveva rinnovato il permesso per partecipare alle sedute. “Era convinto di dover continuare a dare il suo contributo fino alla fine – ha chiosato il sindaco – perché aveva inteso in questo modo il suo contributo alla politica: non rivoluzioni o rivolgimenti, ma la piccola attività quotidiana, fatta di piccole conquiste graduali”. A quella passione il sindaco ha dedicato una commovente poesia, poi, dopo il saluto della sorella, la musica ha detto quello che mille parole non avrebbero potuto trasmettere. E la sala della Croce Verde si è riempita di lacrime sincere.
Alla commemorazione c’erano veramente tutti: consiglieri comunali, assessori, il presidente della Provincia, Stefano Baccelli, i colleghi del circolo Pd Lucca Est, di cui Bertolucci era stato cofondatore, ma anche rappresentanti delle istituzioni cittadine, tra cui anche Arturo Lattanzi, presidente della Fondazione Crl. Erano presenti tra gli altri anche il senatore del Pd, Andrea Marcucci, e il sindaco di Castelnuovo, Andrea Tagliasacchi.
Un rito composto, partecipato come forse Alessandro non si sarebbe immaginato. Così modesto e schivo, il suo valore per intero è stato riconosciuto. E lo hanno indirettamente sottolineato anche le parole del sindaco: “Non è soltanto importante come si vive, è importante come si muore”.

FOTO – L’addio ad Alessandro Bertolucci (di Domenico Bertuccelli)