Pendolari dei treni infuriati: “Sciopero illegale”

13 dicembre 2014 | 07:50
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Pendolari dei treni infuriati: “Sciopero illegale”

“Uno sciopero illegale”. Protestano i pendolari dell’assemblea Lucca Pisa che ieri sera, al termine della mobilitazione e dello stop ai treni dalle 9 alle 16, si sono rivolti anche al prefetto di Lucca, Giovanna Cagliostro. Secondo i pendolari l’agitazione di ieri “a norma di legge è illegale – scrive l’assemblea – e ha deliberatamente calpestato, con il nullaosta del ministero, i diritti di noi pendolari. Lo sciopero proclamato prima per il 5 dicembre e poi differito di una settimana, aveva subito un provvedimento da parte del Garante per gli scioperi per rarefazione e se ne chiedeva la rimodulazione per rispettare il regolamento in materia”. 

“Il provvedimento di rarefazione – aggiungono i pendolari – lo si ha quando viene proclamato uno sciopero a meno di 10 giorni da un’altro che riguarda la stessa categoria. Siccome il sindacato Cat ne aveva già proclamato uno in precedenza per la seconda domenica di dicembre, la Cgil e la Uil dovevano escludere i trasporti dallo sciopero. Non ottemperando alla richiesta, il Garante ha chiesto al Ministero dell’infrastruttura di precettare lo sciopero, provvedimento arrivato nella serata di mercoledì. Inspiegabilmente, il giorno successivo, il ministro Lupi ha revocato il precetto a fronte di una riduzione della durata delle agitazioni affermando che in questo modo si garantivano i diritti di tutti. Peccato che poi sia stato smentito da sindacati e media che hanno dimostrato che il Ministro aveva semplicemente sbagliato la procedura”.
“Tutta la questione – sottolinea l’assemblea dei pendolari Lucca Pisa – ha dell’assurdo. I sindacati hanno addirittura gioito alla notizia che potevano scioperare tranquillamente in barba alle regole rispettate da tutti gli altri sindacati. Tralasciando le motivazioni dello sciopero, che possono essere anche condivisibili, il loro diritto allo sciopero ha prevaricato il diritto fondamentale di ogni cittadino, quello alla mobilità essenziale, sancito anche dalla costituzione. La disciplina degli scioperi stabilisce un equilibrio tra i due diritti e violarla ne determina chiaramente lo squilibrio. Troviamo assurdo che un ministro, che ha giurato sulla costituzione permetta tale ingiustizia al grido ’rispettati i diritti di tutti’. Lo vada a dire a tutti i pendolari lavoratori che ieri hanno subito disagi o perso una giornata di lavoro, lo vada a dire a tutti i fuori sede universitari che non potranno tornare a casa per il fine settimana perché lei ha autorizzato 2 scioperi in 3 giorni. Inoltre, come fanno Cgil e Uil a non vergognarsi a dire che il loro sciopero non viola la legge se hanno ricevuto una nota dal garante che indicava le norme violate, norme che loro stessi hanno firmato. Nessuno ha rispettato i pendolari, né il ministero né i sindacati, tutto per i loro trucchetti di potere e di consenso. Non volevamo che non scioperassero ma che chi lo voleva fare lo facesse domenica senza conseguenze oppure oggi prendendosi tutte le conseguenze del caso perché non è certamente nostra o del garante la colpa di una ritardata proclamazione. La sigla Cat ha proclamato lo sciopero seguendo tutte le regole ovvero legalmente nel massimo rispetto dell’utenza. Siamo curiosi di capire perché gli altri attori della vicenda si sono dimenticati, nel nome della legalità dei nostri diritti. Sapevamo di avere un servizio abbastanza scadente, pieno di ritardi e poco sicuro, ma che fosse anche legalmente annullabile per scioperi illegali ci sembra veramente troppo”.