Nannipieri: un errore far pagare l’ingresso in Cattedrale

Luca Nannipieri, saggista e membro di board della Fondazione Magna Carta, interviene sul duomo di Lucca e sulla sua gestione mettendo soprattutto nel mirino l’introduzione del ticket per l’ingresso: “Pagare un biglietto per entrare in una cattedrale, come nel duomo di Lucca o di Verona, lo trovo intollerabile – afferma -. Derubricare le nostre chiese a luogo di transito turistico a pagamento è il modo più chiaro e più feroce per affermare che il Cristianesimo non serve più a niente. I vescovi che dicono che si paga il biglietto perché così ci sono i soldi per il restauro e per le spese, non sanno di dire una sciocchezza: mettendo un biglietto, tu avvicini un turista e allontani i cittadini e i fedeli. Avrai opere restaurate e la chiesa vuota”.
“Che gran futuro avranno le chiese vuote, ammirate solo da chi paga il biglietto. Molto più lungimirante la scelta di diocesi e fabbricerie come quella di Milano, in cui l’ingresso alla cattedrale è gratuito, ma il cui Museo dell’Opera del Duomo è giustamente a pagamento. Non troverei nulla di male se la cattedrale di San Martino fosse sempre gratuita (non solo nell’ora della messa) e a pagamento fosse il complesso museale e archeologico di San Giovanni e Reparata e il museo diocesano affianco San Martino, gestiti dalla società che fin qui opportunamente vi ha lavorato. Nonostante la competenza rimanga alla diocesi e alla società che se ne è preso carico, se fossi amministratore a Lucca metterei in campo tutte le mie possibilità di persuasione per convincere il vescovo, o chi per lui, a rivedere profondamente questa sua decisione. Non basta la gratuità per i cittadini lucchesi, giacché un cittadino italiano non ha meno diritti di entrare gratuitamente nelle cattedrali della sua nazione di un lucchese o di un fedele. Se vogliamo creare senso di estraneità verso le cattedrali e verso il richiamo cristiano che incarnano, continuiamo a metterle a pagamento. Avremo forse i turisti, ma mancheranno i cittadini e i fedeli. Vogliamo questo? Cui prodest? A chi giova?”.