Province, dipendenti a metà. Baccelli lascia a primavera

16 dicembre 2014 | 18:32
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Province, dipendenti a metà. Baccelli lascia a primavera

Dipendenti delle Province, una nuova mannaia da parte della legge di stabilità. Un emendamento, ancora tutto da valutare, infatti, prevederebbe la riduzione nel 2015 del 50 per cento del personale degli enti, vecchi o nuovi che siano. Questa la valutazione fatta dal legislatore sulla necessità di organico per le funzioni residuali che resteranno agli enti provinciali e che ha già sollevato la protesta degli enti locali. Non solo quella delle province, che ieri si sono confrontati con l’assessore regionale Vittorio Bugli, ma anche quella dei Comuni, cui verrebbero trasferiti i dipendenti, e relativi costi, con le relative funzioni.

Tutto questo, invece, in una situazione che è ancora in alto mare circa le competenze. Ancora non è chiaro infatti quali sono quelle che resteranno alla Provincia e quali verranno trasferite a Comune e Regione. Di certo c’è però che alta si alza la richiesta degli enti locali affinché la copertura finanziaria, le risorse, siano coperte dall’ente regionale. Ma al momento esiste soltanto un accordo per la copertura con i finanziamenti del Fondo Sociale Europeo soltanti per l’attività dei centri per l’impiego. “Come delegato Upi – dice il presidente della Provincia, Stefano Baccelli – il punto principale su cui ci stiamo confrontando è proprio quello delle risorse. I bilanci comunali non sono, infatti, assolutamente in grado di sostenere nuovi dipendenti, trasferiti assieme alle competenze. L’ideale sarebbe che innanzitutto si partisse da questa discussione”.
Il presidente Baccelli coglie anche l’occasione per fare il punto sulla sua posizione come numero uno di Palazzo Ducale: “Ho sempre dichiarato – dice – che per vari motivi e con l’accordo della giunta non avrei proseguito questa esperienza oltre la primavera. Molto dipende anche dal fatto se il Partito Democratico deciderà di presentare la mia candidatura per le regionali. Ma non ci sono date certe, e comunque finché resto in carica mi occuperò delle questioni di Palazzo Ducale, mentre non mi sembrava corretto affrontare la campagna elettorale, anche se la norma parla di incompatibilità e non di ineleggibilità, da presidente in carica”.

Enrico Pace