Agitazione in Provincia, dipendenti in Consiglio – Foto

18 dicembre 2014 | 11:51
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Agitazione in Provincia, dipendenti in Consiglio – Foto
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Agitazione in Provincia, dipendenti in Consiglio – Foto

Hanno partecipato al consiglio di questo pomeriggio (18 dicembre) i lavoratori della Provincia, che dal 1 gennaio rischieranno il posto a seguito dell’applicazione della Legge di Stabilità 2015 che dà corso alla riduzione del 50 per cento del personale delle Province secondo il decreto Delrio, e domani organizzeranno un presidio permanente che potrebbe trasformarsi in occupazione, anche notturna, sul modello di altre province con le quali Lucca è coordinata. Il problema sta nelle pieghe della legge: se da un lato infatti si va verso mobilità del personale della Provincia, dall’altro gli enti non possono fare nuove assunzioni o accogliere trasferimenti perché bloccati dal patto di stabilità. Solidarietà e pieno impegno da parte del consiglio provinciale che in giornata ha approvato un ordine del giorno con il quale si chiede ai parlamentari locali di intervenire e invitare il governo a stralciare il riordino delle Province.

A Lucca sono oltre 200 i posti di lavoro a rischio e l’agitazione a Palazzo Ducale sta salendo alle stelle. Questa mattina i dipendenti si sono ritrovati in una affollatissima assemblea nella sala Tobino, con l’obiettivo non solo di analizzare nel dettaglio gli effetti che avrà la riforma a livello locale, ma organizzare anche iniziative di protesta eclatanti. I dipendenti e i sindacati della funzione pubblica, infatti, che prenderanno tutti parte al consiglio provinciale per presentare un documento, inizieranno il presidio a oltranza domani, davanti alla porta di Palazzo Ducale, che poi si trasformerà in una occupazione simbolica dell’edificio. “Domattina partirà il presidio permanente – spiega la segretaria provinciale della Cgil Funzione Provinciale Giovanna Lo Zopone – ma senza intaccare i servizi. Tuttavia i problemi ci saranno perché tutto il personale vorrà partecipare”. La protesta, intanto, dilaga in tutta la Toscana. Da questa mattina, infatti, anche i lavoratori e le lavoratrici delle Province di Firenze, Pistoia, Massa, Siena, Pisa e Livorno sono in assemblea permanente con presidi, sit-in e occupazioni simboliche per dire no ai tagli previsti nella Legge di stabilità, in discussione in queste ore, e ai licenziamenti dei dipendenti pubblici e privati. Domani (19 dicembre) è prevista una giornata di mobilitazione nazionale di tutte le Province d’Italia indetta da Cgil, Cisl e Uil di categoria.
Il consiglio provinciale, dopo aver ascoltato il documento presentato dai lavoratori, ha approvato un ordine del giorno in cui si chiede l’intervento dei parlamentari lucchesi. In particolare, l’assemblea consiliare si è detta preoccupata “della deriva politico-istituzionale a cui stiamo assistendo – si legge nell’ordine del giorno -, del continuo e costante ricorso a decreti, fiducie, maxi-emendamenti, che di fatto hanno esautorato ruolo-funzione del principale organo di rappresentanza di questo Paese che è e rimane il Parlamento; ignari del contenuto ufficiale del testo presentato ma preoccupati degli effetti che questo potrebbe causare all’Ente, ai suoi dipendenti e alla cittadinanza”. E’ da qui che nasce l’invito ai rappresentanti parlamentari del territorio “a chiedere al Governo – si legge ancora nell’ordine del giorno – di stralciare dal maxi-emendamento la parte riguardanti le Province e l’applicazione della Legge Del Rio e di rimandarla ad una più attenta e approfondita analisi e di riappropriarsi delle proprie prerogative parlamentari in modo da riportare nell’aula e nelle apposite commissioni la discussione e l’approvazione del provvedimento”. Con il documento si invita i parlamentari anche a un impegno “ad invitare il governo ad intraprendere urgentemente un nuovo percorso-iter riformista in grado di ottenere comunque economie di scala e risparmi ma nel rispetto di principi e valori che riteniamo irrinunciabili che sono mantenimento dei servizi alla cittadinanza e mantenimento e ottimizzazione dei livelli occupazionali e salvaguardia delle professionalità”.
Un documento che è stato approvato all’unanimità e materiato sulle osservazioni e le richieste presentate dai rappresentanti sindacali dei lavoratori: “Tutti i lavoratori e le lavoratrici della Provincia di Lucca – è il documento presentato nel corso del consiglio provinciale – da almeno tre anni, vivono e condividono tutte le preoccupazioni, i disagi e le incertezze della condizione di lavoratori che hanno subito e subiscono gli esiti distruttivi di una campagna denigratoria generalizzante e indegna, additati come fannulloni, ed avviati ad un futuro indefinito e incerto. Lavoratori e lavoratrici che nella propria storia di pubblico dipendente hanno già subito le conseguenze di scelte politiche inopportune e dettate da logiche contrarie alla garanzia dell’efficacia e della qualità dei servizi: dipendenti della Regione Toscana trasferiti in maniera coatta e con modalità talvolta molto diversificate, alla Provincia, dipendenti di altri enti (intercomunali, consorzi ed altro) che dopo essere stati creati in quanto ritenuti più efficienti di quelli esistenti, sono stati sciolti perché non più utili, dipendenti dei Ministeri trasferiti alle Province con le deleghe del Lavoro e delle strade, dipendenti che dopo anni di precariato nelle pubbliche amministrazioni con tutte le forme contrattuali possibili ed immaginabili sono riusciti a conquistare un lavoro a tempo indeterminato, lavoratori e lavoratrici che dopo tanti anni di precariato continuano ad essere precari, lavoratori e lavoratrici appartenenti alle categorie protette che meritano di essere accompagnati in questo percorso di riordino”.
“Quella attuale – si insiste nel documento dei lavoratori – è una condizione insopportabile per chi è sempre stato in prima linea a garantire i servizi e ad intervenire nelle emergenze e che tutti i giorni, da anni, quotidianamente è sul proprio posto di lavoro e porta avanti comunque, e con sempre meno risorse, ormai quasi completamente annullate, le funzioni e i servizi di propria competenza continuando a farli funzionare: perché si tratta di servizi pubblici, spesso essenziali ed unici per i cittadini e per il territorio: la manutenzione delle strade, il servizio neve, la manutenzione e le utenze degli edifici scolastici, i servizi a supporto del lavoro dei Centri per l’impiego e della Formazione Professionale, i servizi a supporto delle imprese e degli enti locali territoriali; i servizi culturali, le biblioteche, i musei; i servizi sociali, di sicurezza, di controllo alle strutture ricettive e alle tematiche ambientali, i servizi che garantiscono risorse finanziarie provenienti dall’Europa, i servizi a supporto del commercio, dell’agricoltura, del terziario. E’ arrivato il momento che tutto il territorio e i referenti delle istituzioni acquisiscano la consapevolezza che la situazione è cambiata, non è più come prima: il groviglio normativo legato alla gestione dei servizi in capo alle Province è tale ed è talmente evidente, che se non lo si risolve subito, trascinerà nel dissesto tutti gli enti pubblici: dal più piccolo Comune dell’entroterra, che nella Provincia ha sempre trovato risposte e collaborazione; ai Comuni più grandi che con la Provincia hanno sviluppato nel tempo importanti sinergie per lo sviluppo dei progetti; alle Regioni che hanno delegato storicamente alle Provincie funzioni e attività strategiche e fondamentali”.
“Nessuno – insistono i lavoratori – può più pensare di potersi salvare da solo. Chiediamo quindi a tutti i presenti, di stare insieme in questa fase di trasformazioni istituzionali per garantire i servizi, lavoratori ed amministratori locali insieme, e di credere nei lavoratori della Provincia di Lucca, nelle nostre capacità, nelle competenze acquisite, nel nostro patrimonio di saper fare; chiediamo di valorizzare le nostre eccellenze nell’erogazione dei servizi -e ce ne sono tante!- perché solo con noi, solo riscoprendo e reinvestendo nel valore del lavoro pubblico, si può sperare di dare una nuova prospettiva al territorio, alla Regione e a tutto il nostro paese. Il processo di riordino istituzionale legato alla Legge Delrio sta inoltre risentendo nelle ultime settimane della Legge di stabilità: la situazione, se possibile, è resa ancora più grave e preoccupante per le pesanti conseguenze che avrebbero gli ulteriori tagli previsti dalla legge, a causa dei quali, se attuati, la Provincia di Lucca pur riuscendo a coprire i costi di funzionamento e i servizi fondamentali per il 2015, grazie alla vendita di azioni, dal 2016 entrerà in una fase finanziaria molto critica con conseguenze pesantissime sul personale e la conseguente perdita di professionalità ed esperienze lavorative uniche. La legge di stabilità prevede, a livello nazionale, un ulteriore taglio di un miliardo di euro alle Province, che si somma a quelli già effettuati nei mesi e negli anni scorsi in corrispondenza di tutti i principali interventi finanziari. Considerato che non esistono più i trasferimenti dallo stato centrale alla Provincia questo ulteriore intervento sarà un vero e proprio prelievo. Un prelievo di senza le quali non si potrà continuare ad erogare servizi essenziali come la manutenzione delle scuole o delle strade provinciali, né le Politiche del Lavoro o i corsi di Formazione Professionale, il trasporto pubblico locale e il monitoraggio e la prevenzione del dissesto idrogeologico. La legge Delrio aveva indicato un percorso per la costituzione dei nuovi enti di area vasta che rischia di arrestarsi con pesanti conseguenze per i cittadini, sia per la mancanza di risorse, sia perché la politica locale si è finora largamente disinteressata del problema, nonostante le costanti sollecitazioni unitarie delle organizzazioni sindacali, che hanno richiesto fin dai giorni immediatamente successivi al Decreto Monti l’apertura di un confronto locale, la costruzione di una modalità di governance locale del riordino, attraverso una cabina di regia che potesse avvalersi dei soggetti istituzionali e sindacali del territorio per formulare una proposta organica di riordino, da trasferire poi a livello regionale e superiore. A questo incontro abbiamo invitato i parlamentari eletti nei collegi della Provincia di Lucca e a loro ci rivolgiamo, affinché si adoperino per bloccare la legge in corso in quanto l’impatto prospettato dalla legge di stabilità non è sostenibile per la Provincia di Lucca, come per tutte le province italiane, ed è in palese contraddizione col percorso avviato non più tardi di 8 mesi fa dalla legge 56”:
“Non possiamo però, in questa sede, non rivolgere precise richieste – aggiungono i lavoratori -, e anche critiche, agli amministratori regionali e locali. E’ passato molto tempo da quando avevamo invitato i consiglieri regionali eletti nel territorio provinciale alla nostra assemblea, desiderosi di essere informati del riordino in corso e di significare l’importanza del mantenimento dei servizi di competenza della provincia sul territorio e della gestione territoriale delle importanti deleghe della Regione. A quel tempo ci era stato risposto che non dovevamo preoccuparci, che tutto sarebbe rimasto come prima, che il nostro lavoro e la nostra professionalità non erano a rischio e che la cittadinanza non aveva niente da temere. Ora siamo arrivati all’emergenza. Entro il 31 dicembre la Regione Toscana presenterà il proprio progetto di riordino che però a causa dell’ assenza delle necessarie risorse finanziarie per la gestione dell’attività e per la retribuzione del personale connesso non potrà partire, lasciando in capo alle Province tutte le funzioni attuali con le casse vuote. In questo quadro, respingiamo con forza il tentativo di rappresentare i lavoratori delle Province come ‘dipendenti in esubero’ di enti in disfacimento, anche perché le norme vigenti ancora tutelano il personale trasferito a chi ne eserciterà le funzioni garantendo interamente e per legge la posizione giuridica ed economica, nonché il salario accessorio. Pare però che la legge (in questo caso quella di stabilità, ancora in discussione) non tutelerà allo stesso modo né il personale, né i servizi erogati. È un paradosso che interroga immediatamente i rappresentanti dello Stato ma anche l’intera comunità locale. Per questo chiediamo a tutti coloro che oggi partecipano a questo incontro – nessuno escluso e ognuno per il ruolo e le competenze che riveste- di condividere e sostenere la strada che noi indichiamo da sempre: quella di voler finalmente costruire un assetto delle Istituzioni locali organico e sostenibile, rispettoso delle esigenza delle Comunità e capace di tutelare non solo i posti di lavoro ma anche di valorizzare e salvaguardare le professionalità di tante lavoratrici e lavoratori che oggi vivono in una situazione di incertezza. Solo la definizione di un quadro “certo” delle funzioni e delle competenze potrà garantire servizi e sicurezza occupazionale nel tempo. Siamo consapevoli che questo processo avrebbe bisogno di un tempo che ormai non abbiamo più. Pertanto al fine di contenere i disagi e di far fronte ai disastri determinabili dalla legge di stabilità”.
FOTO – L’assemblea dei dipendenti e l’arrivo in consiglio provinciale