
Industria, bisogna puntare sulle eccellenze. E’ questo uno degli altri grandi temi affrontati oggi nell’incontro annuale con la stampa dei vertici locali di Assindustria. Le eccellenze, le lepri, i “campioni” ovvero quelle società che a livello di occupazione e di fatturato non sembrano mostrare flessioni di alcun tipo e che si presentano come principali possibili destinatarie delle risorse europee per il finanziamento all’innovazione e all’impresa. A dirlo, senza mezze misure, parlando di politica industriale nel suo complesso è Mauro Celli, vicepresidente di Assindustria e componente della sezione metalmeccanica: “Occorre puntare sulle eccellenze – dice – Faccio un esempio concreto. Il nostro paese non si può più permettere un’azienda come l’Ansaldo Breda, che vive solo grazie alle sovvenzioni statali. Un’azienda così o chiude se ne va. I settori che, a livello internazionale, vengono fatti da qualcuno meglio che da noi non sono da cavalcare. Non è più il momento per cui ognuno può fare tutto”.
I dati del rapporto congiunturale
Economia internazionale
A livello internazionale, tra le molte incertezza scaturite dalla crisi globale, emergono alcuni punti fermi su cui poggia l’espansione, destinata a rafforzarsi nei prossimi trimestri. Il primo è che le politiche monetarie rimarranno a lungo super accomodanti; la Fed inizierà ad alzare i tassi nel 2015, ma le maggiori altre banche centrali manterranno basso il costo del denaro a livello mondiale. Il secondo punto fermo è che gli USA sono ormai su un sentiero di crescita robusta e in grado di autosostenersi. Il terzo punto è che Cina e India, i due maggiori emergenti, forniranno ancora un ampio contributo all’aumento della domanda mondiale; l’economia della Russia, invece, rimane debole. Il quarto punto è che il dollaro proseguirà a rafforzarsi e il prezzo del petrolio non risalirà la china tanto in fretta. L’uno e l’altro daranno una mano all’Eurozona, che ne ha particolare bisogno.
Economia nazionale
In Italia l’export è tornato ad aumentare, l’occupazione mostra i primi segnali di recupero, si è arrestata l’emorragia di credito alle imprese (anche se le condizioni d’offerta rimangono strette) e la riduzione dei tassi, di cui hanno molto beneficiato titoli pubblici e bancari, inizia a essere trasmessa alle piccole aziende. Nell’insieme i pochi dati disponibili puntano a un Pil invariato nel quarto trimestre; rispetto ad attese di ulteriore calo, ciò sarebbe una migliore base per la ripartenza già dall’avvio dell’anno prossimo. Le riforme strutturali danno frutti nel medio termine, ma nell’immediato rispondono alla domanda di cambiamento del Paese e restituiscono così la fiducia necessaria a rilanciare consumi e investimenti.
La sintesi dei dati
I dati finora disponibili (aggiornati prevalentemente a settembre) indicano il proseguimento della fase di debolezza dell’economia lucchese. Dopo un recupero iniziale l’attività produttiva nei primi 9 mesi ha continuato a rallentare (+1 per cento); il fatturato ha segnato un percorso analogo (+0,8 per cento); l’export prosegue la lenta crescita (+2,3 per cento); nel manifatturiero si riduce il ricorso alla Cig ordinaria, rimane su livelli elevati nella straordinaria; sul fronte del credito a settembre sono proseguite la crescita dei depositi e la flessione degli impieghi. Dall’inizio dell’anno gli affidamenti sono calati di 170 milioni per le attività manifatturiere e di 70 per le costruzioni. Si riscontra un abbassamento degli spread, sia sul breve che sul medio lungo termine, ma solo per i rating migliori. La situazione rimane difficile per le aziende che devono procedere a operazioni di ristrutturazione finanziaria, e per tutto il settore dell’edilizia. D’altro canto, la domanda di credito rimane scarsa in seguito ad un eccesso di capacità produttiva, che non induce a effettuare nuovi investimenti. Continua la fase di debolezza ciclica dell’economia lucchese che si accompagna al rallentamento dell’area euro. Il deterioramento dei ritmi produttivi riflette la carenza di domanda interna che colpisce soprattutto gli investimenti.
Nel terzo trimestre dell’anno l’attività manifatturiera, seppur in crescita, è rimasta su livelli contenuti.
Le indicazioni provenienti dalle imprese segnalano un proseguimento della fase di debolezza dell’economia.
Questo è il quadro che emerge dall’indagine congiunturale condotta dalla Camera di Commercio e dall’Associazione degli Industriali di Lucca relativa ai primi nove mesi del 2014, nel corso del quale si evidenzia una tenuta della produzione dell’industria manifatturiera provinciale (+1 per cento) e del fatturato (+0,8 per cento), rispetto allo stesso periodo del 2013.
Perdura l’eccesso di capacità produttiva con la conseguente necessità di un ricorso a ristrutturazioni degli organici. Nei primi nove mesi del 2014 le ore autorizzate di cassa integrazione ordinaria nel manifatturiero sono diminuite di un terzo rispetto al 2013 e quelle di cassa straordinaria hanno mostrato una allarmante crescita in seguito al susseguirsi di crisi aziendali.
L’andamento produttivo a livello settoriale è abbastanza eterogeneo con settori che mostrano una lieve tenuta ed altri che risentono ancora delle difficoltà del periodo. Il lapideo, settore che chiude il trimestre con la crescita più consistente, registra infatti un incremento produttivo del +2,4%; positivi l’alimentare (+2,2%) e il tessile, abbigliamento e calzature (+1,4%). In crescita anche la metalmeccanica (+0,6%) e la carta (+2%).
Invece prosegue il calo della produzione per gli altri settori; tale flessione è avvertita in misura maggiore dalla nautica (-7,1%). Prosegue la flessione per il comparto dell’elettronica (-4,7%).
Per quanto riguarda le previsioni relative al quarto trimestre trova conferma nella valutazione della maggior parte degli imprenditori intervistati una situazione di stabilità anche nei prossimi mesi.
I dati dell’export
Nel 2014 prosegue la lenta crescita dell’export provinciale.
Nei primi nove mesi del 2014 le esportazioni della provincia di Lucca proseguono la fase di lieve crescita, nonostante il rallentamento dell’economie europee.
Prosegue altresì, in misura più sostenuta, la crescita delle importazioni, soprattutto in seguito al contributo del comparto nautico.
Di conseguenza, non ne ha beneficiato il saldo attivo della bilancia commerciale della provincia (1,26 miliardi di euro contro i 1,29 del 2013, -2,1%).
Le esportazioni hanno raggiunto il valore di 2,624 milioni di euro contro i 2.564 registrati lo scorso anno (+2,3%). La crescita è risultata superiore al risultato regionale (+2,0%) e di quello nazionale (+1,5%).
Nel dettaglio settoriale, sono risultati positivi i consuntivi del comparto alimentare (191 milioni di euro, +1,8%), del cartario cartotecnico (612 milioni pari a +3,1%), della nautica (457 milioni, +7,9%) e dei macchinari industriali (383 milioni +2,6%). Si mantengono invece sotto i valori dello scorso anno le vendite di metalli (156 milioni -3,9%), della farmaceutica (78 milioni, -11%) e del lapideo (108 milioni, -8,4%).
Le importazioni della provincia hanno raggiunto i 1,359 miliardi di Euro (+6,8%).
La dinamica è stata superiore a quella della Toscana (-6,6%) e della nazione (-0,8%).
A livello di comparti, il settore carta e cartotecnica, che da solo rappresenta quasi un terzo dell’import della provincia, ha registrato una lieve flessione degli acquisti dall’estero raggiungendo i 465 milioni di euro (-8,1%) mentre le commesse all’estero di prodotti alimentari sono rimaste stabili a 165 milioni.
I dati sulla cassa integrazione
Nel 2014 si riduce il ricorso alla cassa ordinaria mentre rimane alto nella straordinaria.
I dati Inps indicano, nei primi dieci mesi del 2014, una riduzione delle ore autorizzate di cassa ordinaria nel manifatturiero. Nella “gestione edilizia”, che comprende anche il settore lapideo, le ore autorizzate sono ben inferiori ai livelli dello scorso anno. Risulta ancora elevato il ricorso alla cassa straordinaria.
Il confronto della Cigo con i primi dieci mesi 2013, vede un calo delle ore del 35% (da 1,17milioni dello scorso anno a 754mila). Si riducono le ore autorizzate nel manifatturiero (-35%) e nella “gestione edilizia” (-36%).
Le ore di CIGS crescono del 14% (2 milioni contro 1,79 milioni dello scorso anno).
A livello di settore, si riduce il ricorso alla CIG ordinaria in quasi tutti i settori, in particolare nel chimico plastico (21mila ore) e nel metalmeccanico (135mila ore). Il notevole ricorso alle ore di cassa straordinaria è dovuto principalmente al settore metalmeccanico.
Gli ammortizzatori sociali
Torna a crescere la Cigo ma in seguito alle richieste di una sola grande azienda, scende la cassa straordinaria. Salgono le procedure di mobilità.
A novembre 2014 sono 42 le aziende industriali in provincia interessate da interventi di ammortizzatori sociali (erano 57 a dicembre 2013 e 49 a giugno 2014) per un totale di circa 1.900 addetti.
Nello specifico, risultano 23 aziende industriali interessate da interventi di cassa integrazione ordinaria (Cigo) per un totale di 1.195 addetti, 9 aziende industriali interessate da cassa straordinaria (Cigs) per un totale di 351 addetti, 4 aziende da interventi di cassa integrazione in deroga (19 dipendenti) e 4 aziende che hanno stipulato contratti di solidarietà (307 addetti). Negli ultimi 12 mesi le aziende industriali che hanno avviato procedure di mobilità sono 27 per un totale di 396 addetti.
La situazione del credito
A settembre proseguono la crescita dei depositi e la flessione degli impieghi.
I consuntivi delle consistenze monetarie presso gli istituti di credito della provincia indicano, nella primi nove mesi del 2014, una nuova caduta degli impieghi. Le erogazioni ad attività industriali in provincia (2,03 miliardi di euro) hanno toccato i livelli minimi degli ultimi anni. Prosegue il calo degli affidamenti nel settore delIe costruzioni, scesi a settembre a 714 milioni di euro.
I depositi proseguono la forte crescita degli ultimi mesi raggiungendo i 7,95 miliardi di euro.
Segnali negativi giungono dai finanziamenti oltre i 12 mesi erogati in provincia che indicano, nel secondo trimestre dell’anno, il protrarsi della flessione degli investimenti in costruzioni in macchinari. A giugno 2014, gli investimenti in fabbricati non residenziali sono scesi a 433 milioni di euro (-2,3% rispetto a marzo). Calano notevolmente le erogazioni per investimenti in macchine, attrezzature e mezzi di trasporto (625 milioni, -15,5%).