
L’occupazione simbolica a Lucca, reale in altre zone della Toscana, delle sedi delle Province continuerà anche nelle prossime ore per protestare contro l’emendamento al ddl Del Rio, contenuto nella legge di stabilità 2015. Una protesta per la difesa del posto di lavoro dei dipendenti. Il timore dei sindacati, infatti, è che circa la metà dei lavoratori di Palazzo Ducale, ma il problema riguarda tutta Italia, dal prossimo 1 gennaio possa trovarsi in mobilità o comunque in una situazione occupazionale estremamente incerta, dal momento che dovrebbero lasciare la Provincia mentre ancora non sono stati predisposti gli strumenti per ricollocarli attraverso mobilità in altri enti che acquisiranno le competenze provinciali. In serata intanto, il governatore della Toscana Enrico Rossi ha incontrato una delegazione dei lavoratori delle province. All’incontro c’erano, come è ovvio, anche i rappresentanti dei lavoratori lucchesi, per capire cosa fare e quale è il quadro nel quale ci si sta muovendo.
Rossi ha detto: “Siamo convinti che nessun lavoratore debba andare a casa, per noi la trattativa non è ancora chiusa. Ma sono fiducioso che si possa trovare una soluzione al problema. La legge Del Rio diceva cose differenti: che ci sarebbero state le risorse per garantire il pagamento del personale, ora alle Province sono stati dimezzati i finanziamenti e quindi non ci sono più i soldi per fare questo”. Rossi nell’incontro con i rappresentanti sindacali dei lavoratori delle province ha poi aggiunto: “Ho fiducia che la questione venga risolta”. Il governatore ha poi garantito che la Regione sta lavorando per risolvere il problema, anche utilizzando i prepensionamenti previsti dalla legge Fornero e la possibile riassunzione di una parte dei lavoratori nella stessa Regione e nei Comuni.
I sindacalisti della funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil durante l’incontro hanno chiesto al presidente Rossi percorsi rapidi e chiari sui processi di individuazione del riordino delle funzioni che i vari soggetti istituzionali sono chiamati ridisegnare. In risposta a tale richiesta Rossi ha confermato la volontà di portare, nelle prime settimane di gennaio 2015, in approvazione la legge sulle funzioni, che poi passerà al consiglio regionale. Il presidente ha altresì precisato che il passaggio successivo, sempre nel mese di gennaio, sarà quello di delineare il piano di riacquisizione delle funzioni a livello regionale e la riorganizzazione del complesso della macchina organizzativa regionale. Sempre secondo quanto riferito dalle organizzazioni sindacali confederali a finen incontro, Rossi ha anche annunciato una valutazione sulle piante organiche impegnandosi ad aprire un confronto rapido e adeguato con i sindacati. Sempre i rappresentati dei lavoratori hanno chiesto a fine incontro garanzie sui futuri percorsi di mobilità del personale a seguito del trasferimento delle funzioni affinché, tutti i soggetti coinvolti (Regione, Comuni e Province) operino con criteri omogenei e in una logica di rete coordinata, evitando corti circuiti che portino ad attingere solo alle graduatorie dei concorsi in essere, ignorando la priorità di favorire l’assorbimento del personale delle province.
I sindacalisti della rsu di Palazzo Ducale inoltre hanno manifestato al presidente Rossi preoccupazione anche per le categorie protette che rientrerebbero a pieno nei tagli che potrebbero scattare dall’1 gennaio. “La provincia di Lucca – hanno detto le rappresentanze lucchesi – ha sempre avuto molta attenzione al collocamento dei portatori di disabilità e adesso loro non hanno nessuna forma di tutela rispetto agli altri lavoratori con laggravante che se possibile per loro ricollocarsi è ancora più difficoltoso”.
In ogni modo anche se Rossi si è detto ottimista i lavoratori non sono convinti della via di uscita da questa situazione e anche domani, 23 dicembre, continuerà nel caso di Lucca l’occupazione simbolica di Palazzo Ducale. “Poi per i prossimi giorni si vedrà”, dicono i sindacalisti. A innescare questa situazione di incertezza occupazionale, per i lavoratori, è stato un emendamento alla legge di stabilità, che di fatto dall’1 gennaio potrebbe mettere in mobilità circa le metà dei lavoratori della province scardinando anche i principi della legge Del Rio che prevedeva il trasferimento dei lavoratori agli enti che avessero preso le competenze delle Province, ormai in via di trasformazione in enti di secondo livello. Una soluzione potrebbe essere rappresentata quindi quasi unicamente da una legge regionale con la quale il parlamento toscano indichi quali competenze acquisire e quali dare ai Comuni in modo da creare una continuità occupazionale per i lavoratori.
Di certo c’è che nelle prossime ore il ministro Marianna Madia incontrerà i sindacati e una della ipotesi sul tavolo è quella di elaborare velocemente una legge parallela a quella sul riordino degli enti locali per ridistribuire il personale delle province, anche attraverso il blocco dei concorsi nei Comuni, nelle Regioni e nello Stato come ipotizzato dagli stessi rappresentanti dei lavoratori. (G.M.)