A San Pietro Somaldi il consueto pranzo di Natale per i poveri della Comunitò di Sant’Egidio

Il tradizionale pranzo di Natale con i poveri, come avviene dal 2011, torna nelle navate di San Pietro Somaldi, una delle più belle chiese della città. Prosegue così la collaborazione tra la Comunità di Sant’Egidio, da oltre dieci anni presente anche a Lucca e la parrocchia del centro storico, che da alcuni anni ha accolto l’idea di Sant’Egidio di ospitare il tradizionale pranzo di Natale con i poveri all’interno di una chiesa cittadina, come del resto già avviene in molti luoghi in cui è presente la comunità. L’anno passato circa 200 persone hanno pranzato assieme il giorno di Natale nella chiesa di San Pietro Somaldi, un gesto che in un tempo come quello che stiamo attraversando, in cui le incertezze economiche rischiano di trasformarsi anche in conflitti sociali, diviene ancora più significativo: la Chiesa accoglie i poveri tra le sue mura, mostrando come l’unica strada possibile per costruire il futuro sia quella di vivere assieme.
“San Francesco – spiegano dalla Comunità di Sant’Egidio – diceva del Natale che era la “festa delle feste”, cioè che doveva abbracciare tutti, nessuno escluso. Tommaso da Celano racconta che “Francesco voleva che in questo giorno i mendicanti fossero saziati dai ricchi e che i buoi e gli asini ricevessero una razione di cibo e di fieno più abbondante del solito…”. A Natale, in tutto il mondo, le famiglie si riuniscono e comprano regali da scambiarsi sotto l’albero: per chi non ha nessuno questa festa, più di tutte le altre, diviene un giorno veramente triste. Per questo si fa forte il desiderio di ritrovarsi insieme come una grande famiglia, dove tutti si possano sentire accolti a casa loro: questo è il significato semplice ed allo stesso tempo straordinario che vogliamo attribuire al Natale”.
“Papa Francesco – conclude il comunicato – ha spesso parlato della necessità di volgere il nostro sguardo e le nostre attenzioni a quelle “periferie esistenziali” che ormai caratterizzano le nostre città. Povertà materiali, certamente, ma spesso aggravate dalla solitudine e dalla reciproca incomprensione. Il pranzo di Natale vuole essere una risposta concreta, nello spirito più autentico del Vangelo, al disagio umano e spirituale che emerge dalle “periferie esistenziali” di cui parla il Papa. Il giorno di Natale quelle “periferie” diverranno il “centro” della città, una testimonianza gioiosa ed allegra di come si può essere solidali tra persone con storie e tradizioni diverse che vogliono percorrere strade comuni”.