
Oltre quattro milioni di euro per realizzare alloggi a canone calmierato a Lucca. E’ lo stanziamento destinato al Comune di Lucca, varato dalla Regione Toscana. Sono molti gli interventi “messi in cantiere” dalla Regione nel settore dell’edilizia, sia per quanto riguarda la costruzione di case popolari, anche attraverso il recupero di fabbricati, sia per la costruzione di alloggi da concedere in locazione con varie formule (canone sociale, canone sostenibile) di affitto, con canoni sempre inferiori alle cifre di mercato. 47 milioni 583 mila euro sono stati stanziati per realizzare 872 alloggi. Si tratta di abitazioni da dare in locazione grazie a recuperi e rivitalizzazioni di zone urbane. L’intervento è in fase di ultimazione.
Altri 40 alloggi sono in corso di realizzazione nell’ambito di protocolli di intesa tra la Regione, la Conferenza episcopale toscana e l’Arciconfraternita delle Misericordie di Pistoia per il reperimento e recupero di alloggi da destinare alla locazione a canone regolato. L’importo stanziato dalla Regione è di 1 milione e 768 mila euro.
Grazie alle risorse provenienti dalla vendita del patrimonio di edilizia pubblica sono stati messi a disposizione 215 milioni e 332 mila euro, mentre altri 143 milioni rientrano nelle Misure straordinarie, urgenti e sperimentali deliberate dal Consiglio regionale (delibera 43/2009). Sono tutti interventi in corso di attuazione e riguardano il ripristino e riqualificazione del patrimonio di Erp (693 alloggi); realizzazione di alloggi da dare in locazione a canone sociale (520 alloggi in via di ultimazione); contributi per edilizia residenziale sociale destinati alla locazione a canone sostenibile per almeno 15 anni (378 alloggi). in via di ultimazione; contributi individuali per favorire l’insediamento e il mantenimento della residenza nei comuni in situazione di maggiore disagio (già ristrutturati 15 alloggi). Nell’ambito dei Contratti di Quartiere sono in corso interventi per 197 alloggi.
Nell’ambito del Piano nazionale di edilizia abitativa – alloggi erp e a canone sostenibile sono stati stanziati 43 milioni e 660 mila euro. Circa 90 alloggi Erp sono in corso di realizzazione nei comuni con meno di 30 mila abitanti, mentre nei comuni con popolazione superiore sono previsti altri 350 alloggi.
Il Piano di interesse regionale per la realizzazione di alloggi Erp ed housing sociale nei comuni ad alta emergenza abitativa (LR 25/2011) prevede invece 90 milioni (di cui 9,7 milioni per la ricostruzione della case Erp di Aulla)
Interventi da realizzare in base alla concertazione con i territori ed attraverso protocolli di intesa finalizzati alla riqualificazione del patrimonio esistente ed al suo incremento. Il totale delle risorse è di 78 milioni e 268 mila. Per Lucca è stato deliberato uno stanziamento di 4 milioni e 86.043 euro per 55 alloggi a canone calmierato.
Interventi qualificanti dell’anno 2014. Grazie alla riprogrammazione dei finanziamenti, ad economie e a proventi derivanti dalla cessione del patrimonio di edilizia pubblica sono stati recuperati 19 milioni e 829 mila euro. Con una serie di delibere di giunta gli interventi sono stati destinati a Firenze (1 milione e 883 mila euro); Livorno (7 milioni e 576 mila euro) Massa Carrara (9 milioni 837 mila euro) Siena (532 mila euro) .
Attraverso un’altra delibera, in attuazione del Piano di interesse regionale per la realizzazione di alloggi ERP ed housing sociale nei comuni ad alta emergenza abitativa, sono stati invece distribuiti altri 15 milioni per 96 alloggi a Prato e sono in approvazione 10 mlioni per 62 alloggi a Pisa. Infine con la riprogrammazione di altre risorse (ex GESCAL Fondo Globale Regioni) altri 6 milioni e 200 mila euro vanno a Empoli, Pisa, Pistoia, Firenze e Lucca.
Potenziamento dell’offerta di edilizia sociale. La Giunta regionale con delibera del settembre scorso ha approvato le linee guida per modalità innovative di acquisizione di immobili per accrescere gli strumenti a disposizione delle politiche abitative ed ha avviato una rilevazione esplorativa nei diversi territori della Toscana che consenta di valutare la entità del patrimonio immobiliare potenzialmente interessato a questo scopo. La ricognizione terminerà con la fine di gennaio. Si prevede di utilizzare risorse per 25 milioni, già previste da bilancio pluriennale per l’anno 2015
Misure di sostegno alla locazione e contributi straordinari contro gli sfratti. Per il cosiddetto “contributo affitti”, ovvero il Fondo per l’integrazione dei canoni di locazione ex art. 11 della L.431/98, per l’anno 2014, il totale delle risorse è di 4 milioni di euro di fondi regionali ai quali si aggiunge un analogo plafond di provenienza statale, per un totale di 8 milioni di euro.
La Regione Toscana ha messo inoltre a disposizione specifiche risorse (complessivamente 12 milioni di euro) volte a concedere contributi straordinari finalizzati ad evitare l’esecuzione di sfratti per morosità nei confronti dei conduttori in temporanea difficoltà economica. Anche qui per il 2014 sono disponibili 4 milioni della Regione e altrettanti di provenienza statale.
All’interno del progetto regionale trasversale Giovanisì è prevista inoltre una specifica azione per le giovani generazioni con l’obbiettivo di favorire l’autonomizzazione e l’uscita dal nucleo familiare di origine come presupposto della conquista di una piena realizzazione sociale e lavorativa. L’azione, ha una dotazione complessiva di 45 milioni di euro.
Intanto, sulle case popolari arriva la riforma regionale. E’ pronta infatti la proposta di legge di riforma del sistema Erp (Edilizia residenziale pubblica) in Toscana. La nuova proposta di legge è stata portata ieri all’attenzione della giunta dalla vicepresidente Stefania Saccardi, che ha la delega in proposito, ed è stata approvata. Ora comincia l’iter in consiglio regionale per l’approvazione definitiva. Ma quali saranno i punti principali del nuovo sistema? “Per l’accesso al sistema di edilizia popolare – spiega Saccardi – con il nuovo testo si richiedono stabile presenza sul territorio, rispetto della legalità, accertamento dell’effettiva consistenza patrimoniale, la non titolarità di beni immobili su tutto il territorio nazionale e all’estero, nonché la verifica del valore delle automobili e degli altri beni mobili registrati”.
“La riforma – sottolinea Saccardi – nasce dalla necessità di affrontare le principali problematiche emerse in tutti questi anni e suggerire gli opportuni interventi di adeguamento ad una normativa ormai incapace di rispondere alle istanze dei nostri territori. Di fronte ad una situazione in cui le risorse sono ridotte e le risposte limitate il rigore nelle regole di assegnazione e gestione del patrimonio di edilizia pubblica diventa non solo rispetto di procedure ma elemento di giustizia sociale”.
“Il nuovo testo ridefinisce una serie di criteri – continua Saccardi – con l’intento di rispondere meglio ai bisogni, cioè ridurre il disagio abitativo di coloro (famiglie o singoli) che non sono in grado di accedere ad affitti sul libero mercato, ma anche garantire che il sistema si basi su principi di economicità ed equità, favorire una maggiore razionalizzazione, la manutenzione, la messa in efficienza e la qualificazione del patrimonio, introdurre più rigorosi requisiti di accesso (severa valutazione dei requisiti e delle condizioni sociali delle famiglie e della permanenza negli alloggi per evitare la cristallizzazione di situazioni di privilegio), prevenire abusi e speculazioni (ad esempio subentri, morosità, decadenza, sottoutilizzo, mancata occupazione ecc.), assumere come parametro di valutazione della situazione socio-economica l’Isee, migliorandone la capacità selettiva, assicurare garanzie per l’utenza (partecipazione, gestione dei beni a comune, mobilità, ecc.).
“In un’ottica di maggiore efficienza ed efficacia e di qualità – conclude la vicepresidente – si prevede inoltre l’impegno di una prossima rivisitazione legislativa della determinazione dei canoni, delle forme associative tra comuni a livelli territoriali ritenuti più congrui, nonché la previsione di forme associative dei soggetti gestori in ambiti territoriali anche di area vasta”.
Ed ecco i punti salienti della riforma. Requisiti di accesso: almeno 5 anni di residenza o lavoro sul territorio. E’ richiesta la residenza anagrafica o attività lavorativa stabile ed esclusiva o principale nel territorio cui si riferisce il bando da almeno 5 anni. Rafforzato il requisito di impossidenza, ovvero la mancanza assoluta di diritti di proprietà o di diritti reali di godimento su beni immobili (abitativi e non ) su tutto il territorio nazionale ed estero. Previsione di un limite di valore per le proprietà di automobili o di altri beni mobili registrati. Valutazione rigorosa del rispetto della legalità: assenza di occupazioni abusive sia di alloggi di edilizia residenziale pubblica sia di beni di proprietà pubblica o privata, nei 5 anni precedenti la presentazione della domanda. Introduzione dell’Isee. Sarà questo infatti lo strumento che servirà a valutare le caratteristiche economiche per accedere agli alloggi.
Criteri di selezione: più punti in presenza di anziani e disabili. Ridimensionata la morosità
La riforma consentirà di valutare meglio, rafforzandole, le situazioni socio-economico-familiari (presenza di anziani, persone con handicap, alloggi con barriere architettoniche ….) mentre saranno ridimensionate le condizioni per situazioni contingenti come provvedimenti di sfratti per morosità (per i quali sarà prevista comunque una riserva specifica del 25% degli alloggi) e per particolari condizioni abitative, alloggi impropri o antigienici, sovraffollamento ecc. In questi casi i comuni potranno assegnare, all’interno della riserva specifica, un alloggio a tempo determinato.
Storicità di presenza: saranno dati punteggi aggiuntivi per chi risiede nell’ambito territoriale da più di 10 anni e per la presenza continuativa in graduatoria.
Bandi e graduatorie. Come si assegneranno le case
I comuni procederanno con apposito regolamento in attuazione della legge a disciplinare le modalità di assegnazione degli alloggi, i bandi, le domande, la formazione delle graduatorie, le modalità di aggiornamento, le forme e i termini di ricorso, le modalità di individuazione degli alloggi da assegnare secondo l’ordine stabilito dalla graduatoria, con particolare riguardo alla scelta, la consegna e l’eventuale rinuncia.
Tre le procedure previste per l’assegnazione: assegnazione ordinaria, in mobilità e utilizzo autorizzato. L’assegnazione in mobilità è un’assegnazione con disponibilità provvisoria dell’alloggio. Il comune attiva questo procedimento quando, accertata una consolidata situazione di sottoutilizzo o di sovraffollamento da almeno due anni, individua un altro alloggio adeguato alla ricollocazione del nucleo familiare.
L’utilizzo autorizzato è una modalità provvisoria di destinazione dell’alloggio ad un nucleo familiare non assegnatario (nella percentuale massima di riserva del 35% degli alloggi da concedere annualmente) o a nuclei familiari in possesso dei requisiti previsti per l’accesso che si trovino in situazioni di emergenza (pubbliche calamità, situazioni emergenziali accertate, sfratti esecutivi non prorogabili e casi di rilascio di alloggi di proprietà privata per provvedimenti di espropriazione forzata a seguito di pignoramento per morosità incolpevole, grave disabilità ecc.).
Assegnazione degli alloggi da ripristinare
Per ridurre le liste di attesa è stata introdotta la possibilità di assegnazione degli alloggi non ripristinati. Ente gestore e assegnatario firmano in questo caso una specifica convenzione che definisce la tipologia dei lavori da eseguire e le relative spese, oltre all’eventuale anticipo delle spese per i lavori da parte dell’assegnatario stesso e lo scomputo di queste dal canone di locazione.
Canone di locazione
Il canone di locazione minimo viene rideterminato in 40 euro mensili.
Accertamento della situazione del nucleo familiare e decadenza
Ogni anno viene verificata la permanenza dei requisiti di assegnazione. Alle normali cause si aggiungono: rifiuto di dare attuazione ad un provvedimento di mobilità su iniziativa d’ufficio, sopravvenuta titolarità di un diritto di proprietà, uso, usufrutto, abitazione, situazione economica pari al doppio del limite previsto per l’accesso, disponibilità di beni mobili con valore superiore al 25% del limite per l’accesso, violazione delle disposizioni in materia di variazione del nucleo familiare e di ospitalità temporanea, con cessioni a terzi dell’alloggio.
Partecipazione dell’utenza, autogestione e amministrazione condominiale
Coinvolgimento degli assegnatari, singoli ed associati, per garantire la rappresentanza degli interessi e dei diritti di ciascuno. É garantito l’accesso a tutte le informazioni relative alla gestione, ed in particolare alle spese di investimento e manutenzione, ed è prevista la stipula di appositi protocolli d’intesa con i sindacati degli assegnatari per rafforzare la partecipazione e la trasparenza.