Blitz Madonne Bianche, i ragazzi rilanciano l’autogestione

24 dicembre 2014 | 16:58
Share0
Blitz Madonne Bianche, i ragazzi rilanciano l’autogestione
Blitz Madonne Bianche, i ragazzi rilanciano l’autogestione
Blitz Madonne Bianche, i ragazzi rilanciano l’autogestione
Blitz Madonne Bianche, i ragazzi rilanciano l’autogestione

Blitz dimostrativo al Parco delle Madonne Bianche. Una provocazione al Comune di Lucca messa in scena dai membri dell’ex Polisportiva Autogestita, di Torpedo e Area Dismessa 55100 che hanno affiso striscioni alla struttura di cui chiedono a Palazzo Orsetti la gestione. Il Comune invece sta preparando un bando per l’affidamento ai privati, bando che dovrebbe essere pubblicato all’inizio dell’anno. Contro questa prospettiva i ragazzi dell’ex polisportiva autogestita continuano a lottare: “Oggi – scrivono – Babbo Natale è arrivato anche al Parco delle Madonne Bianche. Finalmente il cantiere non c’è più e dopo tanto tempo sono quindi nuovamente fruibili, peccato però che un parco che dovrebbe essere pubblico e libero è ancora chiuso ad ogni accesso, anche se le fantasiose motivazioni che hanno giustificato l’ordinanza del Sindaco sono sparite, essendo i lavori finiti. Stiamo per arrivare al 2015 e dalle istituzioni arriva solo un assordante silenzio”.

“Lo sgombero del giugno scorso, sostenuto da motivazioni ridicole, false e raffazzonate che il sindaco Tambellini ha rivendicato come sua propria iniziativa, assumendosi in pratica la responsabilità di aver creato ad arte una zona rossa invalicabile per la presenza del cantiere Geal, recintato e in completa sicurezza, quando l’anno precedente aveva concesso il comodato d’uso temporaneo a fronte delle medesime condizioni del luogo, ha portato alla chiusura definitiva del Parco. L’intenzione del Comune è la privatizzazione di questo bene pubblico per fare cassa e poi mettere il denaro ricavato nel calderone delle spese correnti, alla faccia dei cittadini che sono i veri proprietari. Vogliamo fra l’altro ribadire che nella zona di Monte S. Quirico, S. Alessio, Carignano, Mutigliano, Cappella, non esiste, se si escludono le sale parrocchiali, un solo posto dove si possa fare aggregazione, riunioni, spettacoli, feste di compleanno e quant’altro. I bandi pubblici che sono stati emessi per la svendita, sono andati deserti. Dell’ultimo, quello che doveva partire subito dopo la chiusura del Parco del quale non si sa nulla. Si sa invece che la nostra raccolta di firme (700 in quattro giorni) di cittadini che chiedevano la riapertura del Parco e la rinuncia ad ipotesi di vendita, è stata ignorata. Le firme sono state protocollate e la risposta è stata il silenzio. Ma allora dov’è la Democrazia, dove è la partecipazione, chi è in malafede?”.
“Si sa aggiungono dall’ex polisportiva autogestita – che la situazione per quanto riguarda gli spazi aggregativi in città è drammatica, praticamente riassumibile in una frase: ‘non c’è nulla’. Eppure Lucca è piena di immobili pubblici o privati desolatamente abbandonati, esposti al degrado, ai vandalismi e al pericolo di crolli. Il Comune è assente dice di non avere soldi (ma finanzia scuole private che non hanno alcuna necessità di fondi pubblici, vedi Imt) e non cerca nemmeno di valorizzare i progetti pensati dai cittadini sul recupero a basso costo, la messa in sicurezza e il riuso dei beni comuni. Come mai in molte altre città d’Italia questo è possibile e a Lucca no? Le aperture e gli incontri che ci sono stati, guarda caso sono serviti per illustrare i punti di vista dell’Amministrazione e non per accogliere le idee dei cittadini, delle associazioni, dei comitati. Le Madonne Bianche sono l’emblema dell’incapacità amministrativa riguardo alla gestione partecipata dei Beni Comuni. Noi vogliamo che il Parco sia di nuovo fruibile per le famiglie, gli sportivi, i cittadini. Che divenga un contenitore di cultura auto-prodotta, che vi si possano iniziare progetti agricoli. Se il Comune non è capace di fare questo per la propria cittadinanza, abbiamo verificato che comunque esiste un metodo per rendere possibile tutto ciò: l’autogestione, ovvero la collettività che si sostituisce alla latitanza delle istituzioni, per recuperare spazi di proprietà comune e restituirli alla gente. Sappiamo che questo metodo funziona e siamo pronti a riproporlo ovunque”.