Allarme Pm10: efficienza energetica, questa sconosciuta

Efficienza energetica, questa sconosciuta. Un fatto, e non un’opinione, almeno se si tiene conto degli annunci di vendita e affitto delle case pubblicati sui tanti giornali a distribuzione gratuita disponibili in città. Basta scorrere i testi che descrivono le case, per cui da qualche tempo è obbligatorio indicare anche la classe energetica per vedere come la quasi totalità di questi è inserita fra le classi F e G di consumo energetico. Che, tradotto dal burocratese, significa un consumo di gasolio medio per il riscaldamento della casa pari o superiore a 16 litri di gasolio per metro quadro l’anno. Un’enormità, dovuta per la maggior parte allo scarso isolamento delle abitazioni o a difetti di manutenzione. Tetti senza guaina, infissi vecchi, infiltrazioni di umidità per mancanza di isolamento dal terreno e quant’altro, rendono le case lucchesi, salvo rare eccezioni per le case di nuova costruzione, ad alto consumo energetico. Lontanissima la tanto ambita classe A, quella che garantisce un consumo di dieci volte inferiore (meno di 1,5 litri di gasolio a metro quadro l’anno) grazie anche alla produzione di energia legata all’installazione di panelli solari o al recupero del calore prodotto dalle abitazioni.
Situazione, quella della provincia di Lucca, “agevolata” dal rarefarsi, per motivi di bilancio, delle agevolazioni fiscali per chi investe in energia pulita o nel restauro e nella riqualificazione delle case.
Una questione che, nei giorni in cui si discute dell’aumento delle polveri sottili registrate dalle centraline (o meglio dalla centralina di Capannori) del territorio e della necessità di interventi per mitigare l’inquinamento come le targhe alterne, torna di stretta attualità. Prendere in considerazione la possibilità, anche da parte dei Comuni, di incentivare interventi che diminuiscano il ricorso al riscaldamento, una delle cause dell’inquinamento atmosferico, potrebbe a medio-lungo termine diminuire l’incidenza di questo fattore di aumento delle polveri sottili oltre che ridurre spese pubbliche legate agli effetti dello smog, comprese quelle sanitarie.
Perché per una volta, e guardando in prospettiva, dovrebbe essere possibile intervenire sulle cause e non solo sugli effetti.