Baccelli: Del Ghingaro solo e malato di exitudine

30 dicembre 2014 | 11:07
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Baccelli: Del Ghingaro solo e malato di exitudine

Usa la stessa arma, quella di Facebook, il presidente della Provincia, Stefano Baccelli per rispondere agli strali dell’ex sindaco di Capannori Giorgio Del Ghingaro, che lo aveva accusato, parlando di futuro delle Province, di essere un capitano in procinto di abbandonare la nave. Con un intervento che rischia di infiammare ulteriormente lo scontro fra i due candidati in pectore al consiglio regionale: “La Exitudine – dice Baccelli coniando un neologismo senza mai citare l’avversario politico – è una forma patetica e paranoica di solitudine auto indotta. Contagia coloro che erano abituati ad avere tanta gente intorno in virtù del ruolo: lavorativo, professionale, politico che ricoprivano e solo per questo si ritenevano più bravi, più intelligenti, in alcuni casi persino più belli e seducenti degli altri. Insomma confondevano loro stessi, le loro peraltro discutibili qualità personali, umane e morali, con gli effetti del ruolo ricoperto. Questa già pericolosissima forma di megalomania (particolarmente virulenta in alcuni esponenti della classe politica) comporta, una volta perso il ruolo per ventura ricoperto, una sua variante, la Exitudine appunto, che manifesta i suoi patetici, paranoici ed egocentrici effetti con l’inevitabile dissociazione tra ruolo ed identità personale”.
“Così colui che ne è affetto capisce (nei casi meno gravi) – prosegue Baccelli – che quello stuolo di persone che aveva intorno non erano il frutto di speciali caratteristiche soggettive ma, appunto, l’effetto del più o meno importante ruolo che ricopriva. Nei casi più gravi che, allo stato attuale della scienza medica nonché della filosofia politica sono inevitabilmente diagnosticati come inguaribili, il soggetto non capisce ed elabora un’ossessiva ed autodistruttiva teoria del complotto che finisce per avvitarlo, assieme ai pochissimi che, nella nostalgica ed interessata speranza di rivivere i momenti di gloria passata gli rimangono vicini, nel gorgo della più completa ed auto compiacente solitudine con gli effetti parossistici di veri e propri episodi di allucinazione che si manifestano nel continuare a vedere intorno a sé persone, consensi, amici, che in realtà non esistono più e, nel senso anzidetto – di affetti e stima disinteressata – non sono, in effetti, mai esistiti”.