Pontetetto, costi lievitati per il contratto di quartiere

Dopo anni di stallo, distinti da ritardi, fallimenti e modifiche progettuali, il Comune di Lucca tira un segno rosso sui conti per la realizzazione del contratto di quartiere II a Pontetetto, un progetto di edilizia pubblica residenziale che dopo varie vicissitudini è stato nuovamente modificato e adeguato alle esigenze attuali, sia in termini di emergenza abitativa che in termini di sostenibilità economica dello stesso. Gli anni che si sono messi in mezzo hanno comportato per diversi motivi un aumento dei costi, stabilito da una recente ricognizione sulle opere ultimate, quelle in corso e le altre ancora da realizzare.
Il denaro, però, nonostante un finanziamento ministeriale di oltre nove milioni di euro, non è nelle disponibilità delle casse comunale, cosicché Palazzo Orsetti ha deciso di contrarre un mutuo ventennale con il Banco Popolare, l’istituto bancario con il quale nell’ottobre scorso ha stipulato una convenzione, affidando il servizio tesoreria fino al 2019. E’ nei meandri di questo accordo che l’amministrazione comunale ha rintracciato la soluzione per trovare i fondi per il contratto di quartiere II, come modificato recentemente, e ha deciso di contrarre il prestito in modo da far procedere i lavori.
Le modifiche al progetto. Il Comune, anzitutto, ha deciso di mantenere gli alloggi per i quali era prevista inizialmente la demolizione. Le opere di ristrutturazione risultano coperte dai fondi Lo.De. In conseguenza di queste modifiche è stato rivisitato e ridimensionato il progetto della nuova piazza per il quartiere. Al posto di parte dell’area sarà realizzato un parco giochi per bambini e una zona di aggregazione per gli anziani, insieme ad un nuovo fabbricato a destinazione sociale che dovrà essere realizzato dal privato che concorre ai lavori e che realizzerà, in una specifica area una galleria commerciale, con negozi di vicinato. E’ tramontata, al riguardo, e ormai da tempo, l’ipotesi della media distribuzione. Niente supermercati, insomma, ma nemmeno il direzionale troverà spazio nel quartiere riqulificato.
Viene invece eliminata l’ipotesi di un nuovo parcheggio e area a verde, oggetto di un contenzioso risolto da una sentenza Tar che di fatto ha bloccato il progetto.
I maggiori costi. I costi sono cresciuti per diversi motivi. Il primo è il fatto che non è stato possibile sostenere l’intervento di realizzazione di una cassa di espansione sul canale Piscilla con la costruzione di un impianto fotovoltaico, attraverso cui il Comune mirava a ottenere finanziamenti.
Proprio per quello che riguarda il Piscilla, la liquidazione delle indennità di esproprio al posto delle indennità di esondazione e il mancato introito dalla vendita della terra di risulta, ha prodotto una maggiore spesa di circa 960.735 euro. Maggiori costi sono derivati anche dall’esproprio di un appartamento negli edifici inizialmente da demolire. La permuta con il proprietario che nel frattempo aveva riscattato l’immobile non è andata a buon fine, costringendo il Comune, tramite Lucca Holding Progetti Speciali Srl a pagare 85mila euro per l’appartamento che sarebbe dovuto essere ceduto in permuta all’interessato e che comunque al termine dei lavori resterà di proprietà dell’amministrazione comunale. Altri 58mila euro vanno alla Valcom Srl a cui si era rivolta inizialmente, su indicazione dello stesso Ministero, Lucca Holding Progetti Speciali per validare i progetti ai fini del perfezionamento del finanziamento. La previsione dei fondi necessari per la realizzazione dei progetti, come hanno dimostrato i fatti, non è stata centrata, cosicché il Comune ora deve pagare la consulenza. Altri 41mila euro servono per le permute dei terreni e degli appartamenti.