
Odissea sul treno regionale Firenze Viareggio per una famiglia di Capannori. L’episodio, al quanto singolare, è avvenuto la sera del 29 dicembre scorso alla stazione di Pescia. A raccontarla è uno dei protagonisti della disavventura, un giovane padre che a causa dei bagagli è rimasto chiuso nel treno mentre la moglie e la bambina di due anni erano già scese. A nulla sono valse le richieste di fermare il convoglio. Il treno ha continuato ad allontanarsi. “Viaggiavamo sul treno regionale Firenze Viareggio – racconta il padre – partito dal capoluogo alle 20,10, dovevamo scendere a Pescia, dove avevamo lasciato la nostra auto nei pressi della stazione, attorno alle 21,10: durante la discesa dal treno si sono chiuse le porte improvvisamente, senza possibilità di riaprirle, la nostra famiglia è stata divisa in due, la mamma e la bambina sono scese con la valigia, io sono rimasto sul treno con i passeggino vuoto”.
“Il treno ripartito mi ha gettato nel panico: mi sono reso conto che le chiavi dell’auto erano nella mia tasca, quindi alla stazione di Pescia erano rimaste la mamma e la bimba da sole al freddo. Ho cercato invano il controllore sul treno e nemmeno gli altri passeggeri, a cui l’ho chiesto l’avevano visto, per cui ho preso il mio telefono ed ho chiamato gli zii, per chiedere che andassero prima possibile alla stazione di Pescia, ed il 113. La mamma è stata fortunata, infatti è stata assistita da un gruppo di giovani, due ragazzi e due ragazze, con un cane, anche loro scesi dal treno a Pescia, i quali assistendo alla scena, si sono adoperati per aiutare la mia famiglia, hanno aiutato a portare la valigia, cercando di calmare la bambina, presa dalla disperazione in un pianto isterico, e sono stati ad assistere la mamma e la bimba fin all’arrivo degli zii e delle forze dell’ordine. Si sono anche impegnati per avvisare me sul treno che potevo scendere alla stazione di Altopascio, e prendere un altro treno che mi avrebbe riportato a Pescia. Per questo li ringrazio tantissimo, sono stati una sorpresa inaspettata in una serata fredda ed agitata, solo che non conosco i loro nomi (il cane é una femmina e si chiama Mina), ma loro sanno di aver fatto un gesto utilissimo, e chissà che ci possiamo ritrovare prima o poi. Questi sono gesti che abbattono la diffidenza tra le persone. Io sceso ad Altopascio, sono riuscito a tornare alla stazione di Pescia con il treno successivo, e ricongiungermi con la famiglia, e rientrando a casa finalmente. Ora io non voglio colpevolizzare il controllore o il conduttore del treno, che saranno in buona fede, ma prima di chiudere le porte (sono state aperte pochissimi secondi) avrebbero dovuto verificare che chi doveva salire o scendere, fosse salito e sceso. Nessuno in servizio si è visto su quel treno, ho cercato ma senza risultato, poteva finire molto peggio di come è andata, se al mio posto fosse rimasta sul treno la nostra bambina? Immaginate un trauma di trovarsi sola sul treno, verso Viareggio? Non è successo perché lei e la mamma sono scese per prime, ma se mentre scendevamo la valigia ed il passeggino, fosse rimasta lei a bordo? In quanto le porte si sono chiuse e nessuno dal treno ha verificato. Ci risulta che il nostro non sia il primo caso verificatosi, in quanto facendo il reclamo a Trenitalia sono venuti fuori eventi simili riguardanti anche dei minori, ad oggi non abbiamo avuto risposta dall’azienda”.