Dipendenti Provincia, 3 mesi per riorganizzare i servizi

Adesso le decisioni spettano a Enrico Rossi e al consiglio regionale. Il futuro dei circa 230 lavoratori della provincia di Lucca, che dal primo gennaio sono diventati numeri in eccesso, dal momento che con la legge di stabilità lo Stato ha tagliato i trasferimenti per i servizi del 50 per cento, dipende principalmente da cosa deciderà la Regione nella riorganizzazione dei servizi prevista dalla legge Del Rio per province e città metropolitane. Intanto il presidio dei lavoratori davanti palazzo Ducale va avanti e dal prossimo sette gennaio si tornerà a fare il punto e a breve i sindacati confederali vogliono convocare una nuova assemblea dei lavoratori per decidere eventuali nuove iniziative di protesta e fare il punto della situazione, più delicata che mai.
Da un lato il taglio dei trasferimenti economici per i servizi che alla fine della filiera si traducono in stipendi dei lavoratori, dall’altro la politica della Regione e dei comuni che secondo la legge Del Rio dovrebbero riassorbire i servizi e quindi i lavoratori. “Per il momento la situazione non subirà grandi stravolgimenti – spiega Giovanna Lo Zopone, segretario della funzione pubblica della Cgil-. I cambiamenti potrebbero arrivare alla fine di marzo quando scadranno i 90 giorni per la riorganizzazione previsti dalla legge Del Rio. A quel punto bisognerà capire se la riorganizzazione è stata fatta e se la Regione ha riassegnato le competenze e quindi i lavoratori. Per il momento non ci sono pericoli per i servizi infatti presidente della provincia di Lucca Baccelli ha garantito che con il ricavato della vendita delle azioni Salt circa 15 milioni di euro cercherà di garantire i servizi. Poi da marzo è tutto da vedere”. Una situazione, quella della provincia di Lucca, che rispetto ad altre della Toscana è assai più rosea, avendo a disposizione risorse per garantire i servizi. Per marzo la Regione dovrà avere approntato una riorganizzazione e i servizi e i lavoratori che li garantiscono potranno prendere tre strade. “Una parte dei servizi – spiega Lo Zopone – potrebbe andare ai comuni, una parte come ad esempio L’Apt, potrebbe tornare alla Regione insieme agli altri servizi che la Toscana aveva dato in deroga alle province e una terza parte, anche se minoritaria, potrebbe rimanere in carico al nuovo ente provinciale, nella provincia di area vasta. Certo – continua il segretario provinciale della funzione pubblica Cgil – la riassegnazione dei lavoratori ai vari enti diventerà cosa delicata che dovrà essere decisa dalla cabina di regia che dovrebbe essere costituita per guidare il passaggio e alla quale noi sindacati vogliamo assolutamente che vi sia anche il prefetto a titolo di garanzia di trasparenza in questo passaggio. Ovviamente potrebbero innescarsi meccanismi per cui i lavoratori cercheranno di andare in una direzione o nell’altra, questo non deve accadere e la riassegnazione deve essere fatta nella massima trasparenza. Per tanto – conclude Lo Zopone – una delle questioni su cui saremo rigidi, spero, è proprio presenza di figure di garanzia come il prefetto nella cabina di regia”.
Gabriele Mori