Andreuccetti (Pd): contro i vandali serve l’impegno di tutti

“Accadono atti di vandalismo contro i monumenti anche perché la nostra società ha perso l’idea del bello, della bellezza come un qualcosa di assoluto ed intoccabile. Il bello si è perso perché siamo sempre troppo impegnati a parlare del quotidiano, di ciò che è utile e di ciò che non lo è, e spesso dimentichiamo ciò che è per sempre, come le costruzioni monumentali che rappresentano l’essenza del nostro territorio”. A sostenerlo in una nota è Patrizio Andreuccetti, segretario territoriale del Pd che si riferisce al raid dei vandali nel chiostro della Cattedrale di Lucca (Articolo e foto).
“Il bello – prosegue – è ciò che va al di là del tempo e dello spazio, è ciò che ci riguarda e che ci riguarderà sempre, che sarà lì a rappresentarci anche quando tutta l’attuale classe di governo non ci sarà più. Il bello ha una storia profonda, è un filo diretto che collega epoche e paesaggi che mutano, ha una sua vitalità che lo rende eterno, un essere che molto spesso è sconosciuto. Fra le tante ricerche che si svolgono sul territorio mi piacerebbe che qualcuno si occupasse di sapere quanti giovani (e meno giovani) conoscono la storia dei nostri monumenti per eccellenza: le mura di Lucca, il Duomo, il Ponte del Diavolo, il Duomo di Barga, la Rocca ariostesca, le ville di Capannori e Bagni di Lucca etc. Credo che avremmo un quadro desolante. La colpa può essere in parte dei giovani stessi, talvolta disinteressati e bighelloni, ma credo soprattutto che siano le istituzioni ed i mezzi di informazione a dover fare di più, coinvolgendo sia le scuole sia le famiglie. La stessa programmazione scolastica non aiuta. Rabbrividisco quando vedo che alle scuole elementari non si insegna più tutta la storia, ma soltanto quella antica. I tre gradi di approfondimento di tutta la storia, elementari, medie e superiori, permettevano, sia pur con tutti i limiti del caso, spesso non si finivano i programmi, di apprendere progressivamente e da tre insegnanti diversi ai quali, se si voleva, si potevano anche abbinare lezioni di storia locale, cosa che diventa meno facile quando si vuole spiegare un fatto avvenuto da noi nel ‘900 mentre i bambini sono sempre agli etruschi. Ad ogni modo si deve provare a superare anche questo limite e proprio nelle nostre scuole si deve tornare con forza ad insegnare la storia locale, che non sia soltanto una amarcord della tradizione, importante ma non bastante, ma che possa altresì diventare un mezzo tramite cui si insegna il valore del bello, dello storico-artistico che va al di là di ciò che siamo oggi, che esiste oltre noi, che ci rappresenterà anche quando non ci saremo più, e che per questo va preservato come se fossero tantissime vite umane insieme. In questa direzione mi sto adoperando come sindaco (il focus continuo e costante sul Ponte del Diavolo risponde anche a questa esigenza) e proporrò all’intero PD di spronare azioni nella stessa direzione su tutto il territorio provinciale”.