Confcommercio ribadisce: “No ai negozi nell’area del Campo di Marte”

Torna a farsi sentire la voce di Confcommercio Imprese per l’Italia – Province di Lucca e Massa Carrara, in merito alla futura destinazione dell’area dell’ex ospedale Campo di Marte, alla luce dello studio Sinloc, commissionato dal Comune di Lucca e che sarà presentato venerdì prossimo alle commissioni congiunte urbanistica e sociale. E l’associazione di categoria ribadisce il no all’ipotesi di destinare parte dell’area al commerciale e ad attività ricettive. “Soluzione, questa, sinora mai proposta concretamente da nessuno, perlomeno a livello pubblico, e soprattutto osteggiata da sempre con la massima forza dalla nostra associazione, che sulla questione è già intervenuta in passato anche in forma ufficiale in un Consiglio comunale di Lucca”.
“Confcommercio – prosegue la nota – è pienamente consapevole che quella dell’ex Campo di Marte sia un’area di straordinario valore strategico per la città che necessita di soluzioni adeguate a garantirne il rilancio e una piena funzionalità, adesso che l’attività ospedaliera vera e propria è stata spostata al San Luca”. “In questa ottica – insiste Confcommercio -, si coglie l’occasione per ribadire la netta contrarietà a qualsiasi ipotesi di alienazione a favore di catene commerciali, il cui eventuale arrivo alle porte della città rappresenterebbe un colpo mortale e definitivo per un commercio cittadino (e relative ricadute in termini occupazionali) già costretto a fare i conti con le mille difficoltà della crisi economica generale”. “Ricordiamo a tutti – termina la nota -, come già fatto in altre occasioni, che la vocazione commerciale della nostra città affonda le sue radici nei secoli scorsi e ne sono la testimonianza tutti quei negozi ancora in attività che hanno aperto prima ancora dell’Unità d’Italia. La storia di questi negozi e la storia del commercio di Lucca sono parte integrante e fondamentale della storia stessa della città ed è dovere di tutti difenderla, ragion per cui ribadiamo l’appello alle istituzioni affinché questa storia non venga interrotta”.
Contrario ad una destinazione che non sia pubblica è anche Raffaello Papeschi, del comitato Lucca per una sanità migliore: “Il sindaco è la prima autorità dell’unità sanitaria locale – dice – e dovrebbe conoscere bene le leggi che ne regolano l’attività economica e finanziaria. La legge 67 dell’11 novembre 88 sancisce che gli ospedali dismessi a seguito della costruzione di nuove strutture mantengano la destinazione di uso pubblico. Il progetto invece commissionato dall’amministrazione comunale di Lucca alla società Sinloc di Padova, prevede invece la vendita di gran parte, se non addirittura di tutta l’area di Campo di Marte a privati per costruirvi negozi, un albergo e altre imprecisate attività commerciali allo scopo di reperire i 23 milioni di euro che la Regione Toscana vanta come credito nei confronti della Asl 2. A questo proposito facciamo rilevare che la Regione Toscana, quando decise di immettere Lucca nel progetto di costruire i nuovi ospedali, si è già appropriata, con delibera di consiglio 202 del 2002, di 13 milioni di euro che erano stati stanziati dal Ministero della Sanità per la ristrutturazione del Campo di Marte. Tale somma dovrebbe essere dedotta dal debito verso la Regione. Il progetto della Sinloc è stato elaborato in palese ignoranza della legge 67/88, e se fosse comunque approvato dalla Asl 2, esso costituirebbe una violazione di tale legge, a cui la Asl d’altra parte non è nuova, avendo ceduto a un privato cittadino russo la struttura dell’ex-ospedale tisio-pneumologico di Carignano. L’aver affidato però questo incarico alla Sinloc senza concordare con essa i precisi riferimenti normativi da rispettare costituisce una grave mancanza da parte dell’amministrazione comunale, che comporterà la non realizzabilità dell’elaborato. Il pagamento della prestazione della società rappresenta perciò un inutile e dannoso spreco di denaro pubblico che viene invece negato per scopi più utili alla cittadinanza, quale la messa in sicurezza delle strettissime via della Chiesa e via Fontanella a S. Filippo, che con la chiusura del passaggio a livello di via Ingrillini sono divenute l’arteria principale del traffico Nord-Sud nella zona Est della periferia”.