Ex Italgas: Provincia chiede bonifica, Comune ricorre a Tar

Si annuncia una nuova “battaglia” fra Provincia e Comune sull’inquinamento ambientale di aree ex industriali e artigiane. Dopo l’ordinanza per la bonifica dell’area ex Lazzi di viale Puccini, che aveva scatenato le ire di Palazzo Orsetti, chiamato in causa non in quanto responsabile diretto dell’inquinamento ma “in solido” nel caso l’azienda, individuata dall’Arpat come responsabile dell’inquinamento di terreno e falda per idrocarburi, non fosse intervenuta per quanto di sua competenza, un altro atto simile è stato emanato lo scorso 2 dicembre.
E riguarda l’area del chiesone di San Concordio, la struttura già Italgas, quindi Eni, poi Gesam in cui veniva prodotto il cosiddetto “gas di città”. Area anch’essa, secondo i risultati delle analisi di Arpat e le successive verifiche effettuate dalla polizia provinciale risultata inquinata e da bonificare. Bonifica che, secondo i tecnici della Provincia, spetta al Comune e non solo come diretto proprietario dell’area ma, come risulterebbe anche da una recente pubblicazione della stessa Gesam Gas, diretto gestore dell’impianto in una delle fasi della sua storia. L’ordinanza è comunque diretta anche a Eni-Italgas e Gesam. Contro il provvedimento, comunque, il Comune di Lucca ha proposto ricorso al Tar, affidando l’incarico per la rappresentazione davanti al tribunale amministrativo regionale all’avvocato Paolo Carrozza. Le motivazioni starebbero nel difetto di motivazione, nell’atto della Provincia, della corresponsabilità del Comune nell’inquinamento dell’area: se, infatti, sarebbe indubbio il potenziale inquinamento legato all’attività dell’ex Italgas, il Comune, subentrato nella proprietà dell’area sostanzialmente per smantellarle difficilmente avrebbe, con tale attività, potuto, contribuire all’aggravamento della situazione esistente.
L’area interessata, peraltro, è confinante con quella che è tuttora oggetto di dibattito per la futura destinazione. Dopo il blocco dei lavori per il cantiere del cosiddetto “Steccone”, infatti, è ancora da decidere cosa nascerà in quella zona: se, come vorrebbero i comitati, un’area a verde (ma rimane il problema dell’inquinamento appena detto) oppure una struttura di uffici e abitazioni per cui ci sarebbe un’interesse oltre che della vicina Gesam anche dell’agenzia regionale Arpat. Area, questa, di proprietà della Polis che, come precisa la stessa azienda attraverso una nota del presidente Marco Cattani e dell’ad Piero Brocchini, è esente dalla necessità di bonifica: “Per quanto riguarda l’area di proprietà Polis – si legge – la stessa ha ottenuto nei mesi scorsi la liberatoria da parte del Comune di Lucca su indicazione di Arpat, senza necessità di dover provvedere alla bonifica della medesima. Pertanto Polis si trova nelle condizioni di poter costruire nell’area di sua proprietà (denominata appunto “Steccone”), essendo venuto meno qualunque ostacolo”.