
Turni insostenibili al pronto soccorso dell’ospedale San Luca. E si alza la polemica della Fp Cgil e della segretaria generale Giovanna Lo Zopone, che chiede all’azienda di far fronte alla mancanza di personale, evidenziato dall’emergenza delle ultime settimane: “L’ospedale di Lucca è oramai al collasso. Il pronto soccorso lavora sempre più a ritmi insostenibili, il maxi afflusso di utenti è divenuto l’ordinario i ricoveri si susseguono a ritmi incessanti. Il personale non si ferma un attimo, le barelle invadono i corridoi e i parenti che assistono i propri familiari, non hanno nemmeno una sedia per sedersi. L’amministrazione un mese fa ha ridotto di 18/20 posti letto il dipartimento medico (le ex medicine), per mancanza di personale infermieristico e in alcuni reparti anche medico, incuranti del fatto che stavamo per raggiungere l’apice del picco influenzale”.
“I posti letto all’ospedale San Luca, si pagano sempre e comunque, che siano attivi o chiusi – prosegue Lo Zopone – Il contratto con la società di gestione prevede che si deve pagare in base ai letti stabiliti, che siano operativi o chiusi, occupati o vuoti, quindi anche i letti chiusi per mancanza di personale sono un costo per noi cittadini che paghiamo le tasse. Oggi i pazienti che non trovano posto nelle medicine vengono ricoverati nell’area chirurgica, chirurgia breve, lunga e week Surgery. I pazienti delle chirurgie non trovano più spazio per i ricoveri, perché ci sono quelli delle medicine, e quindi non potendo essere ricoverati, gli interventi chirurgici vengono annullati, quindi le sale operatorie si fermano e non svolgono le attività ordinarie, ma solo le urgenze (sempre che si trovino i posti letto disponibili). Il personale della Day Surgery e Week Surgery (i reparti di chirurgia breve) devono accogliere i malati delle medicine nonostante che non siano predisposti i turni per queste attività e quindi gli infermieri e Oss non riposano da settimane. L’amministrazione ora tenta la carta della disperazione, pagano il personale che raddoppia i turni in regime di straordinario. No, non ci stiamo”.
“Non vengono fatte assunzioni se non a breve termine (massimo 3 mesi), mentre in altre Asl fanno contratti a 2/3 anni. E’ chiaro che il personale non accetta un lavoro che è meno che precario. I vertici dell’azienda dicono che i numeri ci sono, ma non danno alle organizzazioni sindacali e le dotazioni organiche in maniera trasparente. Il personale è sempre più stanco e demotivato, sono mesi che lavorano in emergenza (dal trasferimento dell’ospedale), e mai hanno avuto un bravo o un grazie per aver buttato il cuore al di là dell’ostacolo. Tutto è dovuto. Anche il personale qualche volta si ammala. I servizi sanitari devono e sono garantiti a prezzo di sacrifici dei soliti noti che stanno a lavorare in prima linea, mentre alcuni dirigenti stanno in collina a chiedere a chi è nei reparti di stringere i denti”.
“Se i numeri ci sono che ce lo dimostrino – prosegue la sindacalista – La Asl conta le teste, ma si dimentica che le gravidanze non sono sostituite da anni, ci sono persone titolari di diritti previsti dalle leggi italiane. Nei reparti mancano almeno 50/55 fra infermieri e Oss, E se i numeri ci sono, come sostiene l’azienda: ci dicano dove è questo personale, cerchino e trovino i responsabili di questa situazione che si è creata. La popolazione infermieristica sta invecchiando e anche l’allontanamento dell’età pensionabile non ci favorisce, il personale più giovane non viene assunto e l’ospedale collassa. Il malcontento serpeggia sempre più nell’ospedale San Luca, i dipendenti sono in difficoltà anche per le cose più basilari, dalla mancanza di posto nei parcheggi durante i cambi di turno, al potersi rifornire delle divise, poi si arriva sul posto di lavoro e comincia il dramma. Tutto questo alle soglie della riorganizzazione della sanità toscana e dei tagli sempre più pesanti fatti dal governo nazionale”.