Fazzi: “Futuro centrodestra passa da una disfatta alle urne”

Una catarsi per ricostruire una nuova classe dirigente del centrodestra, a Lucca come in Regione. E’ questo quello che si augura l’ex sindaco di Lucca, Pietro Fazzi, portavoce di Liberi e Responsabili. L’esponente politico ha chiarito ieri (16 gennaio), in diretta dalle telecamere di Dì Lucca nella trasmissione Due in diretta l’appello all’astensionismo alle prossime consultazioni regionali: “La classe dirigente del centrodestra, a livello regionale e locale – ha detto l’ex sindaco – ha clamorosamente fallito e collezionato una serie di fallimenti. E se a sinistra c’è stato un processo che ha portato all’individuazione di una leadership chiara, come quella di Matteo Renzi. A destra, invece, così non è. Esiste un clamoroso vuoto di cui si fatica a rendersi conto e visto che non cambia nulla la mia proposta, nel mio piccolo, è molto semplice. Non andiamo a votare per contribuire così ad una disfatta del centrodestra che acceleri il cambiamento della classe dirigente e permetta di aprire il dibattito verso qualcosa di nuovo”. Una bocciatura, insomma, inequivocabile e una scelta drastica (“anche se sofferta”, dice Fazzi) per evitare una subalternità obbligata al centrosinistra o la diaspora verso il Partito Democratico renziano. Ma anche una delle ultime opportunità per riorganizzare una vasta area di moderati che al momento non si sentono rappresentati né dal centrosinistra né dalla destra della Meloni e di Salvini.
La critica di Fazzi è tagliente e si rivolge anche a chi “ha più volte svenduto Lucca in cambio di posizioni diverse livello regionale fiorentino” e a chi “ha pensato solo al proprio tornaconto”. Il futuro, invece, per l’ex sindaco, passa dalla selezione delle candidature attraverso le primarie.
Ma Fazzi punta il dito ad ampio raggio in generale sulla politica lucchese, mai in grado di guardare agli obiettivi concreti, ma solo agli interessi elettoralistici e di parte: “Perché la nostra è la realtà in cui quando Lucca dice una cosa – spiega – si pensa che Capannori ne debba dire un’altra, per ragionare in termini di consenso. Oppure che quando il centrodestra dice una cosa per principio la sinistra deve affermare l’opposto, salvo poi trovarsi a governare e capire che quelle stesse cose vanno portate avanti con la conseguente difficoltà di spiegarlo al proprio elettorato”. Più coesione, secondo Fazzi, territoriale ma anche politica per il raggiungimento degli obiettivi, meno conflittualità e meno “spirito gregario” di Lucca nei confronto dei vertici regionali e nazionali del partito: “In questi anni – spiega Fazzi – in città sono emerse personalità anche di spicco a livello politico, ma nessuna di loro ha poi fatto l’interesse della città o ne ha restituito centralità”.
Mancanza di coesione e subalternità che hanno portato, alla fine, ai ritardi su tante questioni, come sul futuro del Campo di Marte: “Il dibattito sul Campo di Marte – dice Fazzi – si sarebbe dovuto iniziare nel 2002. Quando è stato chiaro che il voto in Regione per la costruzione dei nuovi ospedali avrebbe comunque comportato l’alienazione di parte delle strutture del Campo di Marte si sarebbero dovute utilizzare le possibilità dei fondi del Piuss. E invece si è preferito dimenticare quella questione e mettere al centro la riqualificazione della Manifattura Tabacchi, che sarebbe potuta essere uno spazio direzionale che accentrasse enti locali e servizi in un unico luogo”. Per Fazzi, rispetto all’analisi fatta da Sinloc, inoltre, occorrerebbe pensare nell’area anche a spazi per il terziario, non considerati dall’analisi dell’advisor, che potrebbero comportare una buona realizzazione per le casse della Asl, che è proprietaria dell’area.
Una subalternità, una scarsa voce da far sentire a livello centrale che Fazzi stigmatizza con un esempio: “Per concludere la costruzione del nuovo teatro a Firenze – dice – del costo complessivo di 350 milioni di euro, gli ultimi 150 milioni sono stati garantiti dalla Regione attraverso poco più che una telefonata fra il presidente Rossi e l’allora sindaco Renzi. Soldi con cui a Lucca si potrebbero fare due giri della circonvallazione…”.
Una tendenza che, per Fazzi, va invertita. Passando però da una clamorosa disfatta elettorale. In grado di cambiare attori e carte in tavola.
Enrico Pace