Riforma Province, Filcams: “Si salvino lavoro e servizi”

Filcams Cgil sulla riforma delle Province: occorre salvaguardare servizi e occupazione. E i parlamentari locali si devono mettere in prima linea “Poteva essere un buon banco di prova il riordino delle Province, invece ci sembra si stia rivelando un grande fallimento”. Questo è il duro il giudizio di Umberto Marchi, segretario della Filcams Cgil lucchese. “Un banco di prova – dice – che fa acqua da tutte le parti sostiene e vogliamo essere solidali con tutti i lavoratori coinvolti in questa incredibile vicenda. Condividiamo quanto già proposto dalle categorie dei dipendenti pubblici, con l’istituzione di un tavolo permanente provinciale o regionale, che accompagni i lavoratori al passaggio. Non ci possiamo permettere di perdere nessuno con questa operazione e ci sembra doveroso informare la cittadinanza delle ripercussioni che i tagli previsti dalla legge di stabilità avranno sui servizi e quindi si ripercuoteranno sui cittadini”.
“Dopo il jobs act – spiega Marchi – che critichiamo poiché toglie diritti e non stabilizzerà i lavoratori introducendo un’altra forma di precariato nel nostro paese, questo governo fa ancora parlare di sé. La velocità messa in atto al riordino delle province farà saltare il sistema: forse questo riordino poteva potenziare i servizi, essere più vicini ai cittadini, ma ora si nota che ci allontaniamo e i cittadini saranno quelli che ci rimetteranno per mancanza di servizi, con lo spostamento delle deleghe che nessuno sa ancora in che direzione: Comuni, Regione o entrambi. Già partendo dalla nostra categoria, che ha tra i propri settori anche il turismo e che ha chiesto da mesi un incontro con la Provincia per il turismo nel nostro territorio. La fascia costiera vive di turismo, ma non possiamo averlo perché le deleghe sono state spostate in Regione, con sovrapposizione dei compiti e ruoli poiché alcune deleghe rimangono ai Comuni. Il comparto pubblico subisce critiche, accuse che riteniamo ingiuste, ma questi sono lavoratori professionali e catalogarli fannulloni è ingiusto e distruttivo dell’intera pubblica amministrazione. È inammissibile passare sopra persone oneste e volenterose che fanno il proprio lavoro correttamente. Non possiamo mai generalizzare: effettuano un lavoro, o come meglio definito, un servizio pubblico essenziale che questo riordino, che non ha assolutamente una logica, rischia di far scomparire”.
“Riteniamo quindi giusto – continua il sindacalista – che si lavori per non togliere diritti costituzionali al cittadino oltre al lavoro. Riteniamo non ci siano esuberi, questo personale serve tutto per portare avanti i lavori che fino ad oggi hanno fatto e che devono continuare a fare. E’ pertanto auspicabile che non possa essere una battaglia dei soli lavoratori delle organizzazioni sindacali, ma passi attraverso una piena coscienza dei parlamentari locali devono dare sostegno a questo personale cercando di individuare un percorso che possa salvaguardare servizi e occupazione”.