La Cia ai soci: “Non pagate l’Imu sui terreni agricoli”

23 gennaio 2015 | 12:50
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La Cia ai soci: “Non pagate l’Imu sui terreni agricoli”

“Non è più possibile fare cassa sulla pelle delle aziende agricole”. Ad affermarlo è il presidente della Cia Toscana Nord, Piero Tartagni, dopo la decisione del Tar del Lazio di respingere il ricorso dell’Unione nazionale dei Comuni Montani contro l’introduzione dell’Imu agricola al di sopra dei 600 metri di altitudine, in scadenza il prossimo 26 gennaio.
“Tale scadenza – afferma Tartagni – non è assolutamente praticabile e l’invito che come Cia Toscana Nord rivolgiamo ai nostri agricoltori è di non pagare quella che oramai comunemente viene chiamata ‘l’Imu sui rovi'”.

Qualora ulteriori ricorsi non vengano accolti e le proteste messe in campo dalla Confederazione italiana agricoltori non sortano effetti, il non pagamento della tassa alla scadenza fissata per il 26 gennaio comporterà solo un piccolo aggravio economico: “Al contrario – prosegue Tartagni – quello che speriamo di fare è di bloccare questo provvedimento che riteniamo fortemente penalizzante per l’intero comparto. L’Imu, infatti, rappresenta un prelievo insostenibile per gli agricoltori che, nel corso del 2014, hanno visto crollare i propri redditi dell’11 per cento e i prezzi sui campi sono diminuiti del 5,5 per cento. Maltempo, fitopatie e calo dei consumi hanno fatto il resto, facendo crollare le produzioni ai minimi storici”.
“A fronte di questa situazione – sottolinea il presidente della Cia Toscana Nord – le aziende agricole non possono sopportare ulteriori aggravi economici. Inoltre, l’Imu così com’è stata declinata dal provvedimento governativo, è fortemente ingiusta sia nei contenuti che nella modalità di attuazione del prelievo”.
L’auspicio della Cia Toscana Nord è quello di un provvedimento correttivo dell’Imu: “E’ impensabile – conclude Tartagni – che il sistema istituzionale sia completamente scollegato dalla realtà economica e sociale del Paese e non tenga conto delle esigenze di un comparto importante quale quello agricolo, che, soprattutto nei territori montani, ha fortemente risentito della crisi economica, vivendo un momento di grave difficoltà”.