Fp Cgil: iniqui i tagli previsti per l’Asl 2 di Lucca

29 gennaio 2015 | 15:00
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Fp Cgil: iniqui i tagli previsti per l’Asl 2 di Lucca

I tagli alla sanità? Non ricadano sul futuro della sanità lucchese. Lo chiedono i sindacati, in particolare la Cgil, che si scaglia contro l’ipotesi di una riduzione dei trasferimenti della Regione Toscana all’Asl 2 di Lucca. “E’ possibile – sostiene Fabrizio Simonetti, della Cgil di Lucca – continuare a ridurre le risorse verso il settore della sanità, proprio mentre la popolazione anziana e quindi più bisognosa di cure, cresce ogni anno? Che conseguenze hanno, in concreto, per i cittadini questi tagli? Come impattano sulla vita delle persone ammalate? E come si collocheranno questi tagli a Lucca nella nostra Asl?”.

Domande a cui fanno eco Giovanna Lo Zopone, segretaria generale Fp Cgil di Lucca e Elisabetta Battistoni, coordinatrice aziendale della Fp Cgil: “L’ospedale è stato trasferito come se fosse una scatola che si sposta da una stanza all’altra – tuonano – con lo stesso numero di persone che erano nell’ospedale Campo di Marte. Ma che il nuovo ospedale abbia una organizzazione diversa, tanto decantata e vantata non fa pensare che forse anche il numero del personale dovrebbe essere stato riparametrato? Che forse, un ospedale che è più vasto, più dispersivo, per intensità di cura, abbia bisogno di un numero di personale adeguato? E, ancora, ci sono nuovi punti di accoglienza (Front Office), punti per l’attesa dei pazienti barellati, che prima non erano presenti, perché non sono presidiati con del personale dedicato? Cosa aspettiamo che qualcuno muoia per poi dire che la colpa è di chi doveva, poteva, mi pareva? Al Campo di Marte c’erano 6 sale operatorie, al San Luca 11, per coprire la differenza quanti infermieri o operatori socio sanitari sono stati assunti? E se la dotazione organica delle sale operatorie è completa da dove sono state tolte quelle persone e come sono state sostituite”.
“È giusto poi – chiedono i sindacati – che i tagli regionali siano gli stessi a Lucca rispetto ad altri posti? No – rispondono -, perché a Lucca c’è da pagare il nuovo ospedale e anche il vecchio. Quindi i tagli non possono essere lineari, inaccettabili, che andranno a colpire direttamente i servizi ai cittadini ed il loro diritto alla salute ed alle cure, senza prevedere al contempo nessuna effettiva riduzione degli sprechi e delle inefficienze. E’ sorprendente – aggiungono le rappresentanti di Fp Cgil -, poi, che tutto questo avvenga proprio mentre la titolare del Ministero della salute, Beatrice Lorenzin, si appresta a varare i nuovi livelli essenziali di assistenza, inserendo nell’elenco delle prestazioni rimborsabili, cure per oltre 100 malattie rare, celiaci, fecondazione eterologa, epidurale per le partorienti: certo servizi utili, ma costi in più che, a seguito dei tagli, obbligheranno a far leva anche sui ticket. Si percepiscono ormai in maniera inequivocabile i segnali di una aumentata difficoltà di accesso alle cure, sia fisico, sia economico ed è soprattutto nei servizi di pronto soccorso che si evidenziano gli effetti del razionamento, i pazienti attendono a lungo in barella prima di ottenere un letto nel reparto. Lo abbiamo già detto e lo ripetiamo: abbiamo bisogno di più posti letto e di più personale sanitario”.
“Una sera una mia amica – dice Giovanna Lo Zopone -, ha accompagnato suo padre al pronto soccorso. Mi ha mandato un sms che diceva: qui è un inferno, sembra un ospedale su un fronte di guerra, e gli infermieri, oss e medici sono degli angeli. Ma è giusto così? Lo stress ormai fa parte di chiunque abbia la fortuna di avere un lavoro, ma i lavoratori
sanitari hanno a che fare con le persone, non con le scrivanie e neanche con le macchine. Le persone hanno diritto
ad avere cure da un personale che lavori le sue giuste ore ed in una situazione “tranquilla” senza nessun altro tipo
di preoccupazione. Spetta all’azienda vigilare. Spetta all’azienda fare in modo che il personale creda nel proprio
lavoro sempre, che il personale abbia rispetto come costantemente dà rispetto al proprio lavoro. E se non ce la si
fa a fare tutto bisogna avere il coraggio di dirlo. Ognuno, secondo le proprie responsabilità”.